La conoscenza di un territorio e dei suoi valori identitari costituisce non solo il fondamento di un sentimento di appartenenza per le comunità che vi risiedono, ma anche il presupposto per un reale apprezzamento e per una consapevolezza del valore, collettivo e individuale al tempo stesso, del patrimonio culturale locale, oltre che una condizione essenziale per la sua tutela e per la sua rinascita economica e sociale.

Knowing a country and its identity values is both the basis for a sense of belonging for local communities and the prerequisite for an appreciation and a true understanding of the single and collective importance of the cultural and territorial heritage. It is, moreover, the necessary condition to promote its protection and economic and social revival.

lunedì 25 aprile 2016

MONDRAGONE. C'era una volta... La Torre a mare




A partire dall'anno 1532, sotto l’impero di Carlo V, il viceré di Napoli don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga, marchese di Villafranca del Bierzo (1532-1553), iniziò la costruzione di Torri costiere presidiate da militari muniti di catapulte ed armi da fuoco, tra cui almeno un cannone posto all’esterno. La realizzazione delle Torri si rese necessaria per le continue scorrerie di corsari come Khayr al-Dîn, detto Ariadeno Barbarossa, e Tabach Rais, detto Dragut.
Delle cinque previste in Terra di Lavoro vi era quella di Mondragone, su progetto dell’ingegner Benvenuto Tortelli, costata all’erario del comune 600 ducati.

Queste cartoline, preziosi documenti storici, sono l’unica testimonianza di  questo particolare edificio andato distrutto durante gli eventi bellici del 1943.




Le foto sono tratte dal web

domenica 24 aprile 2016

Le esperienze editoriali della classe operaia: "L'Informatore - giornale operaio della Sit-Siemens di S. Maria C.V." di Paola Broccoli

Il giorno 27 aprile 2016, presso la Sala Conferenze della Biblioteca Diocesana, in piazza Duomo, 11 – Caserta, alle ore 18:00, promossa dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S.Pietro”, si terrà la presentazione del libro di Paola Broccoli, dal titolo “L’Informatore – giornale operaio della Sit-Siemens di S.Maria Capua Vetere”.






Interverranno 
Luigia Grillo, Direttore Archivio di Caserta
Pasquale Iorio, Piazze del Sapere
Giovanni Cerchia, Docente dell’Università del Molise
Amedeo Lepore, Assessore alle Attività Produttive della Regione Campania, introdurrà don Nicola Lombardi, Direttore ISSR “S. Pietro”
Modera Enzo Mulieri, Giornalista de “Il Mattino”.
All’evento sarà presente Adelchi Scarano, Responsabile Commissione Operaia ex PCI di Caserta, e vi saranno le testimonianze di ex dipendenti della Sit-Siemens, Antimo de Luca e Renato Ferraro.

L’investimento industriale nel meridione paga dazio doppio rispetto al resto del Paese. Se le Regioni italiane industrialmente più produttive sono in crisi, la mancanza di infrastrutture, la presenza invasiva e capillare della criminalità organizzata, un sistema di imprese che opera in nero, la subalternità di una politica piegata ad interessi volti a distruggere i territori, ritardi di ogni genere, l’indifferenza del Governo e l’inconsistenza delle politiche attuate, sono tutti fattori che fanno del sud Italia, ancora, una “Questione Mezzogiorno”. Se a questo si aggiungono quelle agevolazioni agli “industriali” mascherate da incentivi pubblici all’industria, allora è chiaro che settori interi come la Saint-Gobain, la Indesit, la Face-Standard, la GTE, la 3M, l’Olivetti, la Sit-Siemens, spariscono appena finiscono gli “aiuti” pubblici.

Nelle fabbriche di allora però, grazie al comportamento dei lavoratori, al loro impegno al di fuori dell’orario lavorativo, oltre la preoccupazione di mantenere il posto di lavoro, c’era una naturale voglia di partecipazione, di informazione, di organizzazione, di vera e propria democrazia, proiettata verso il miglioramento delle condizioni sociali e lavorative di ognuno. Già l’idea di un giornale operaio, edito all’interno di una fabbrica, in rapporto con il mondo operaio di altre esperienze di fabbrica, sembra storia di altri tempi. In ogni caso questo libro porta alla memoria sensibilità ed esperienze che ancora oggi possono essere di esempio.

domenica 17 aprile 2016

Per la nascita di un "Museo della Civiltà contadina" a Mondragone

"Museo della Civiltà contadina"
... realizziamolo insieme!

Iniziativa sicuramente encomiabile quella partita dall’Associazione Quartiere di Sant’Angelo, vero e proprio laboratorio di idee, che auspica la realizzazione di un “Museo della Civiltà contadina” mediante la raccolta dei fondi del 5 per mille.
Un altro importante tassello nell’offerta museale ed espositiva di Mondragone e del suo territorio che andrebbe ad aggiungersi alle collaudate proposte del Museo Civico Archeologico “Biagio Greco” ed a quelle di "FOOF" Museo del cane, arricchendo l’insieme dei percorsi museali della città ed ampliando gli elementi di interesse culturale per visitatori e turisti: un’offerta didattica e storica caratterizzata da reperti, utensili, collezioni rappresentative, itinerari tematici della civiltà contadina, utile per la conoscenza delle nostre origini, un vero e proprio spaccato dell’economia, delle abitudini e anche delle difficoltà di vita reale dei nostri genitori ed avi.


Sull'aia: covoni di paglia ed un vecchio aratro... 

Il caro agricolo... per i Mondragonesi: "ru traìno"

Un percorso espositivo ricco di temi di riflessioni che stimolano la conoscenza del mondo rurale e della civiltà contadina, mediante la sensibilizzazione e il coinvolgimento della popolazione locale, la raccolta di oggetti appartenenti alle famiglie del territorio,  il loro restauro e la creazione di una collezione ricca di oggetti di uso quotidiano che hanno accompagnato la vita nelle case, nei campi, sulle aie e nelle masserie, molti dei quali oramai in disuso.







Utensili e recipienti... di altri tempi!

Un allestimento museale articolato in sezioni: la “Casa contadina com’era”, con la ricostruzione più possibile fedele degli ambienti di vita ed una sezione della casa riservata ai lavori femminili come la tessitura, la cucitura e il ricamo con esposizione di corredi e abiti; la “Riproduzione dei cicli delle principali colture”: la cantina, l’olio, il ciclo del vino e il ciclo del granturco e del grano e ancora i “Lavori sull’aia”  ove potrebbero trovare posto vari strumenti ed attrezzi di lavorazione esterna. Ancora per completare i servizi di accoglienza, uno spazio dedicato a foresteria con cucina rigorosamente della tradizione e materie prime del territorio.


Locandina di un evento legato al mondo contadino.
La "scugnatura" dei fagioli.
I baccelli dei legumi messi al sole a seccare vengono battuti con uno specifico attrezzo "l'auiglio" in modo da provocare la fuoriuscita dei semi che vengono successivamente separati dalla paglia. 


L’istituendo Museo avrebbe una valenza didattica per le nuove generazioni e svolgerebbe le proprie attività in stretto collegamento con le scuole del nostro territorio, ancora fortemente legato ai riti ancestrali, alle tradizioni popolari ancorate ai cicli naturali che vengono ripetuti e riproposti in feste e rievocazioni.


La nostra città, il nostro territorio affondano le loro radici nella civiltà contadina ed è impensabile che non esista, ancora oggi, un luogo fisico, concreto e plastico dove si racconti, si rappresenti e si tocchi con mano questo mondo altrimenti destinato alla definitiva scomparsa.


Un vecchio aratro


Il mercato agricolo che si svolgeva lungo il viale Margherita