Oggi, e chissà da quando tempo, è divenuto una pietra da appoggio, per i mondragonesi 'nu puoiu, ma in origine molto probabilmente dovette essere un importante architrave.
Sentieri, flora, fauna, colori della natura, resti archeologici, architettura rurale, documenti storici, usi e costumi, eventi culturali. Paths, flora and fauna, nature’s colours, archaeological remains, rural architecture, historical documents, costumes and traditions, cultural events.
sabato 20 maggio 2023
Pietre che raccontano... [S]IBI FEC[IT]
mercoledì 10 maggio 2023
Sulle dune...
COMUNE DI MONDRAGONE
PIANO DI UTILIZZAZIONE DELLA FASCIA COSTIERA GENNAIO 2017
Art. 19 - Area parco delle dune
Il Piano riporta l’area che il PRG perimetra come Parco delle dune in quanto coinvolta nell’obiettivo di riqualificazione della fascia dunale e retrodunale.In detta area l’obiettivo principale è quello della conservazione integrale della duna esistente e protezione della flora spontanea. E’ consentita l’integrazione con essenze della stessa specie (agave opuntia, ficus indica, ginepro, mirto, ...).
E’ vietata la realizzazione di superfici impermeabili.
E’ consentita l’utilizzazione delle aree oggi maggiormente compromesse per attività sportive e ricreative all’aperto.
E’ consentito l’uso dell’edilizia esistente per:
- - realizzazione del centro di visita a finalità museali, didattiche e ricreative
- - svolgimento di attività di informazione, sensibilizzazione e di formazione professionale in rapporto ai temi del recupero naturalistico e della riqualificazione ambientale.
Il ridisegno dell’area del parco delle dune e quindi gli interventi in esso consentiti sono subordinati alla definizione del progetto del porto del Savone come da PRG vigente (area per porto turistico e commerciale) e delle aree con le relative attività ad esso annesse (area per attività ricettive e ricreative connesse al porto).
Nelle more sono consentiti esclusivamente interventi volti a bonificare la duna esistente e ripristinare il carattere di naturalità dei luoghi. Sono consentite piccole attività sportive all’aperto solo su aree compromesse e comunque senza intaccare aree caratterizzate dalla presenza di duna e in ogni caso senza compromettere il sistema vegetazionale finalizzato al suo consolidamento.
Allo scopo di perseguire la valorizzazione, la tutela e l’uso sostenibile di questa parte del patrimonio naturale costiero sono consentiti i seguenti interventi:
- delimitazione dell’area interessata dal fenomeno dunale;
- predisposizione di opere di riconfigurazione dei tratti di duna compromessi attraverso barriere lignee e salvaguardia e tutela delle dune esistenti;
- rinaturalizzazione con piantumazione di specie arboree autoctone e tutela di quelle esistenti;
- uso sostenibile del sistema dunale e del parco attraverso strutture a carattere provviso-
- predisposizione di opere di riconfigurazione dei tratti di duna compromessi attraverso barriere lignee e salvaguardia e tutela delle dune esistenti;
- rinaturalizzazione con piantumazione di specie arboree autoctone e tutela di quelle esistenti;
- uso sostenibile del sistema dunale e del parco attraverso strutture a carattere provvisorio, percorsi di attraversamento dunale su palafitta, attrezzature ludiche per l’infanzia, per la fruizione turistico-sportiva dell’area.
domenica 26 febbraio 2023
Il “Trofeo dei Bagni” della Rocca di Mondragone
L’imponente opera fu realizzata da Giovanni da Nola e da Annibale Caccavello, su commissione di Gonzalo Fernandez de Cordova III duca di Sessa, nipote dell’omonimo Gran Capitano che, al comando delle truppe di Ferdinando il Cattolico, aveva assicurato, nel 1503, il Regno di Napoli alla Spagna.
Gonzalo Fernandez de Cordova, giunto a Sessa nel 1549, volle celebrare la vittoria dell’avo presso i Bagni della Rocca di Mondragone, collocandovi all’ingresso il grandioso monumento.
Il monumento venne poi spostato a Sessa nel 1558, sull’antica porta del Macello, a causa delle incursioni dei saraceni.
La porta assunse da allora il nome di Porta del Trofeo.
I lavori per la sistemazione del Trofeo sulla porta iniziarono, secondo una testimonianza lasciateci da G. Fuscolillo, Storia del Regno di Napoli, nel gennaio del 1558.
Scrive infatti il cronista:
"A di 26 del mese de jennaro del 1558 de merchudi fo derogate de scassare la potecha de mastro Loisi de pari ed altro potecha con membri de sopra che era de m. Belardino Soave quale dico loco se deceva la porta del Macello et perché questo servivo per ce mecter lo tropheo del Gran Capitano"
Dal 1873, il Trofeo è ospitato nelle sale del Museo Campano a Capua, considerato una delle più importanti testimonianze della scultura del ‘500 in Europa.
Il monumento si presenta come un'armatura decorata con la gorgone, infissa su di un tronco e completata da un elmo a protome leonina e cimiero.
In origine era fiancheggiato da uno scudo anch’esso decorato con la gorgone. Completava il trofeo un basamento con iscrizione, redatta da Paolo Giovio, ora conservato nel Duomo di Sessa Aurunca.