Il
ritratto inedito dell'infanta Maria Luisa di Borbone, nipote di Carlo III, sarà
svelato a Carinola sabato 15 giugno 2013, alle 18, nel salone di Palazzo
Petrucci, storica residenza di Filippo Petrucci segretario del re di Napoli
Ferrante d’Aragona.
L'occasione
ci è fornita dalla presentazione, dopo quella avvenuta a Caserta, del nuovo
libro di Nadia Verdile, giornalista e scrittrice che da anni dedica i suoi
studi alla storia delle donne.
L’evento
è organizzato dall’Associazione culturale “Matilde Serao” di Carinola.
A
presentare il libro e la figura controversa e indimenticata di Maria Luisa di
Spagna, alla presenza dell'autrice, dopo i saluti del Sindaco di Carinola dott.
Luigi De Risi, dell’Assessore alla cultura del comune di Carinola avv. Rosa di
Mario e della Presidente dell’Associazione culturale “Matilde Serao” dott.ssa
Silvana Sciaudone ed una breve introduzione di Antonio Corribolo, fondatore del
Premio giornalistico “Matilde Serao”, sarà la prof.ssa Giuseppina Scognamiglio,
docente di Letteratura teatrale italiana, Dipartimento Studi umanistici, Ateneo
Federico II di Napoli.
Coordinatrice
della serata sarà Paola Broccoli dell’Associazione Culturale “Matilde Serao”.
L’attrice
Dafne Rapuano vestirà i panni di Maria Luisa, indossando un abito storico
dell'Atelier "Le Muse", recitando una pièce scritta dall'autrice del
libro.
"Maria
Luisa, la Duchessa infanta. Da Madrid a Lucca, una Borbone sullo scacchiere di
Napoleone (Maria Pacini Fazzi Editore) è frutto di un'attenta ricerca che
restituisce un ritratto del tutto originale e scevro da preconcetti dell'ultima
duchessa di Lucca, sorella di Maria Isabella che sposò re Francesco I delle Due
Sicilie.
Una
biografia ricostruita grazie a documenti e testi spesso ignorati dalla
storiografia. Due gli obiettivi dell'opera: svestire dai panni misogini le
fonti utilizzate e raccontare di una Borbone senza respirare i pregiudizi che
su questa casata ancora insistono. Maria Luisa, nella scrittura della Verdile,
non è più seduta al tavolo degli imputati; senza aggettivi, l'autrice ha
ricostruito la vicenda umana e politica di una donna chiamata a gestire Stati,
non più a gestire un potere e un tempo assoluti, ma una comparsa nello
svolgersi della vicenda umana che attraverso le sue molteplici azioni di
governo ha fatto di Firenze prima e di Lucca poi luoghi di cultura, talvolta
avamposti di modernità. Poco importa se controcorrente e fiera della sua fede.
Maria Luisa di Borbone, infatti, visse a cavallo di due secoli speciali. Non
ebbe modo di godersi l'era del dispotismo illuminato, non potette evitare la
Restaurazione. Vittima della politica vorace di Napoleone, ovunque fu mandata a
governare ebbe gente contro: familiari, avversari, sudditi, politici. Eppure,
nel suo progetto di governo, ovunque le capitò di esercitarlo, cercò di portare
il suo contributo, tentando di costruire, di investire nella cultura, nei
luoghi, nell'arte. Lo fece per sé, per il figlio Carlo Ludovico di cui fu
reggente, lo fece sperando di lasciare traccia del suo passaggio. E proprio a
Lucca profuse ogni suo sforzo in un progetto politico di buongoverno ispirato
alla saggezza, alla clemenza e alla prosperità della cultura e delle arti.
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