giovedì 22 maggio 2014

Antica Suessa: il Criptoportico


Sessa Aurunca. Criptoportico


Riportato alla luce, insieme a parte del Teatro romano, agli inizi del XX secolo dall’archeologo Amedeo Maiuri, famoso per avere condotto gli scavi archeologici di Pompei, il Criptoportico, che confina con il teatro, ma senza punti di collegamento diretto con esso, è stato per oltre ottanta anni la testimonianza più importante della “colonia romana” di Suessa. Con i più recenti scavi archeologici del Teatro, particolarmente ricchi di opere d’arte, il Criptoportico, monumento non comune nel panorama dei siti archeologici e risalente all’età tardo repubblicana, comincia ad essere dimenticato, tanto da diventare una sorta di “selva amazzonica”.


Sessa Aurunca. Criptoportico

L’attuale Amministrazione comunale, grazie alla ferma volontà dell’Assessore ai Beni Culturali ed al Turismo, Ing. Italo Calenzo, ha provveduto, mediante un’accurata opera di pulizia, a rendere nuovamente fruibile il prezioso sito, restituendo il Criptoportico a tutta la sua originaria bellezza.

E' possibile ammirare nuovamente le “due navate” con gli stucchi bianchi che celano iscrizioni e disegni, tra questi la “nave romana”.



Sessa Aurunca. Criptoportico

Il Criptoportico è il monumento dell'area archeologica dell’antica Suessa meglio conservato; esso è situato nei pressi del Foro su una terrazza sul lato occidentale dell’odierno abitato, nell’area del convento di S. Giovanni.  
L'edificio è stato oggetto di indagini e di studi da parte dell'archeologo Amedeo Maiuri che lo scavò nel 1926. La funzione che il Criptoportico dovette assumere in antico fu certamente a carattere pubblico. Esso racchiudeva, probabilmente, uno spazio aperto, una piazza forse dotata di portici e di un tempio. Dal rilevamento di numerosi graffiti sull'intonaco delle pareti il Della Corte ha individuato iscrizioni di vario tipo riferite a vicende quotidiane, ma anche di tipo sportivo o gladiatorio. Inoltre, vi sono stati letti nomi di poeti greci, versi virgiliani, ed esercitazioni di scuola in lingua greca e latina che hanno fatto pensare alla possibilità che, in un certo periodo, il luogo fu utilizzato come sede di una scuola.  
L'edificio è esteso per m.75,90 sul lato maggiore e per 40,70 m. in quello orientale. Ha un impianto a tre ali coperte da volte a botte sorrette da file di arcate a tutto sesto. Le tre ali non sono tutte nelle medesime condizioni. L'ala nord è appoggiata alla collina mentre quella est, la cui estremità è addossata a strutture preesistenti di fine IV secolo a.C. e del periodo repubblicano ed è in una parte perduta. Quella ovest, infine, è incorporata in una casa colonica. L'illuminazione dell'edificio è realizzata attraverso finestre rettangolari a strombo aperte verso l'area centrale; esse sono poste a distanza regolare ed appaiate negli interassi. Per la sua tecnica edilizia, in opera incerta con caementa di trachite, la fabbrica del criptoportico è attribuibile al periodo sillano o tardo-sillano mentre più tarda (inizio del I secolo d.C.) è la decorazione superstite realizzata in stucco bianco. Questa si particolarizza in alcune membrature architettoniche a rilievo, paraste con capitello a "sofà" con palmette e volute, che rivestono i pilastri delle arcate e le pareti laterali.
Sessa Aurunca. Criptoportico

Sessa Aurunca. L'area archeologica del Teatro romano e a destra il Criptoportico




Foto di Salvatore Bertolino
Testo e disegno tratti da internet

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