Nella storia dell’arte la Madonna del Latte, detta anche Virgo Lactans, è una iconografia cristiana spesso ricorrente: la Vergine, che mostra il seno, spesso è accompagnata dalla espressione “mostra te esse matrem”, frase estrapolata dalla preghiera “Ave Maris Stella”. La Madonna, in questa precisa situazione, era rappresentata a seno scoperto, colta nell’atto di allattare il figlio oppure in procinto di farlo.
All'immagine di Maria "Regina dei Cieli" o "Basilissa" derivata direttamente dal cerimoniale dell'Impero romano d'oriente, si affianca quella della Madonna del Latte.
Questa iconografia si diffonde a partire dal XII secolo e molti artisti ne hanno dato varie versioni. Con l'immagine della Madonna del Latte il mondo cristiano si arricchisce di una connotazione più popolare, meno aulica che, rappresentando Maria nel rapporto più intimo del rapporto con suo Figlio, la rende più confidenziale, più terrena e quindi più vicina ai fedeli.
Sant'Andrea del Pizzone (Francolise) Affresco dalla chiesa medievale della Madonna delle Grazie |
Sant'Andrea del Pizzone (Francolise) Affresco dalla chiesa medievale della Madonna delle Grazie |
Lauro di Sessa Aurunca Affresco dal Santuario della Madonna dei Pozzi |
Maranola di Formia (Latina) Particolare dell'affresco nella chiesa medievale di Santa Maria ad Marthyres |
Ventaroli di Carinola Affresco dalla Basilica di Santa Maria in Foro Claudio |
Marzuli di Sessa Aurunca Affresco dal Convento dello Spirito Santo (Foto gentilmente concessa da Salvatore Donatiello) |
Rongolise di Sessa Aurunca Affresco dalla Chiesa rupestre di Santa Maria in Grotta |
L’iconografia di una “donna che allatta”, o in procinto di
farlo, risale all’antico Egitto dove vi era una notevole presenza di immagini
della Dea Iside che allattava il figlio Horus. Il culto di Iside durerà
molto a lungo, tanto da intrecciarsi con il primo Cristianesimo e, addirittura,
alcune statue di Iside furono venerate come fossero Madonne cristiane.
Uscendo dalla simbiosi tra Iside e la Madonna, ritroviamo le
rappresentazioni Cristiane della donna che allatta, sempre in Egitto, ma ora in
parte convertito alla nuova religione, nel VII secolo. Tale iconografia ebbe in
seguito molto successo nell’arte bizantina, dove prese il nome di
Galaktrophousa. Dall’Oriente si trasferì in Occidente nei secoli seguenti,
trovando ampia diffusione in Italia partendo dalla Toscana (XII secolo).
Dalla Toscana la rappresentazione salì rapidamente le terre
italiche sino a giungere il Piemonte
dove, ebbe grandissima diffusione, tanto che sono attestate molte immagini
della Madonna del Latte a ricordo di quel periodo splendido, e tendenzialmente
dimenticato, che attraversa il tempo dal XII sino al XVI secolo.
Rongolise di Sessa Aurunca Affresco dalla Chiesa rupestre di Santa Maria in Grotta |
Correva l'anno 1563 quando il Concilio
di Trento, con il decreto De invocatione, veneratione et reliquiis sanctorum et
sacris imaginibus, definì la posizione della Chiesa riguardo alle iconografie
devozionali. Si decise che:
...Se poi in queste sante e salutari devozioni si fosse insinuato qualche abuso, il sacro concilio vuole ardentemente che questi siano subito eliminati, affinché non venga eseguita alcuna immagine di falsi dogmi o che dia occasione a errori pericolosi per gli incolti. Così, quando capitasse di rappresentare episodi della sacra scrittura a utilità della plebe incolta, si insegni al popolo che la divinità non sta nelle figure, come se potesse esser vista da occhi corporei e fissata in forme e colori. Analogamente, venga eliminata ogni superstizione nell'invocazione dei santi, nella venerazione delle reliquie e nell'uso sacro delle immagini. Si faccia cessare ogni turpe richiesta; si vieti infine ogni lascivia, così che le immagini non siano dipinte od ornate con bellezze provocanti. E la gente non approfitti della celebrazione dei santi o della visita alle reliquie per banchetti e ubriacature, come se le feste in onore dei santi dovessero trascorrere tra eccessi e licenze. In conclusione, i vescovi devono usare in questo campo la massima cura e diligenza perché, se alla casa di Dio spetta la santità, nulla vi si veda di disordinato, di fatto al contrario o alla rinfusa, nulla di profano e nulla di indecente.
L’intento del Concilio era chiaro,
si dovevano evitare immagini di natura sensuale, o percepite come tali dalla
morale dell’epoca.
Il Concilio annoverò le
rappresentazioni della Madonna a seno scoperto tra queste immagini.
La Riforma cattolica tridentina
comprese tra queste immagini sconvenienti, che si riteneva potessero fuorviare
il fedele, le rappresentazioni di Maria a seno scoperto poiché accusate di
distogliere i fedeli dalla preghiera. Fu demandato ai vescovi il compito di
valutare le varie rappresentazioni e di decidere se queste dovessero essere
ritoccate, oppure rimosse.
Rongolise di Sessa Aurunca Affresco dalla Chiesa rupestre di Santa Maria in Grotta |
Santa Croce di Carinola Virgo lactans (foto da internet) |
Formella dipinta dell'inizio 1900 (collezione privata) |
Testo tratto da internet liberamente interpretato.
Le immagini, ove non diversamente indicato,
sono di Salvatore Bertolino