Carinola, borgo San Ruosi - Ceraldi Portone della Masseria Ciocchi |
La Masseria Ciocco o Ciocchi, dal nome dei nobili ‘proprietari’, appartenenti al patriziato Nolano, che più ne hanno segnato storicamente l’evoluzione e la caratterizzazione degli spazi, è sita nel borgo di San Ruosi-Ceraldi ( altrimenti detto, di Sant’Anna ), a solo pochi chilometri da Carinola. Come molti altri siti, molti dei quali ancora poco noti persino alla critica, essa si configura come una masseria di sicuro interesse storico e culturale lungo lo straordinario itinerario storico-artistico costituito dal cosiddetto Real Cammino, strategica infrastruttura viaria risistemata, e in parte tracciata durante il vice-regno Spagnolo ristrutturando parzialmente un’antica strada romana che iniziando sostanzialmente dalla cosiddetta Scafa del Garigliano, giungeva fino a Napoli.
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La strategica collocazione della masseria, posta su di una piccola altura a diretto contatto con il Real Cammino e, soprattutto, la rinomata fertilità dell’Agro Falerno cui la stessa appartiene, ha reso partecipe la struttura, nel corso dei secoli, di un lento processo di stratificazione che, com’è noto, a diversi livelli ha coinvolto l’intera circoscrizione territoriale, sin dai tempi antichi. Non diversamente ad altri luoghi della zona, infatti, l’aggregato che tuttora contraddistingue il sito dei Ciocchi si caratterizza come insieme di fabbriche e luoghi destinati alla produzione agricola, nel tempo, solidarizzatisi nelle forme di un piccolo insediamento accentrato, arretrato rispetto alla via d’accesso, nell’aspetto attuale, stanziatosi a partire dalla tarda età moderna intorno a una tipica fabbrica masserizia munita di cappella e di alloggi per contadini e braccianti, oltre che di ambienti necessari all’attività agricola e al piccolo allevamento. Questo primo organismo complesso, a cominciare dal Settecento, subì poi un graduale progressivo ampliamento, aggregando al suo intorno ulteriori organismi masserizi, altresì configurati mediante la ristrutturazione e l’incremento dei volumi funzionali pertinenti il primitivo impianto. In questo modo, almeno dal primo Ottocento, il complesso, oltre ad aumentare notevolmente la sua estensione, ha finito per configurare al suo ingresso una sorta di piazza/slargo, sulla quale affacciano sia la chiesa sia gli ingressi degli organismi masserizi, parzialmente aperta sulla strada di accesso. L’attuale complesso architettonico è il risultato, quindi, di interventi attuati in tempi diversi, a giudicare dalle testimonianze residue, non anteriori alla fine del XVII-primo XVIII sec..
Carinola, borgo San Ruosi - Ceraldi Masseria Ciocchi |
Il Casale di S. Ruosi, sin dalla metà del XVIII sec. il più piccolo dei villaggi carinolesi, era in origine riunito a Ventaroli come Villa S. Ambrogio, o S. Orosio, Santo cui era dedicata anche la locale cappella. Sin dal 1742 – data del primo catasto della città di Carinola e dei suoi dieci casali, opera non terminata per le tante irregolarità e imprecisioni registratevi e, per questo motivo, ripresa e perfezionata nel 1752-53 con aggiornamenti fino al 1755 – in questo Casale risiedono e hanno proprietà, sia edilizie sia terriere, in misura assai differente le famiglie: Ciocco – ricchi nobili locali distinti in più rami, il più ricco dei quali proveniente dal casale di Cascano, con proprietà, anche molto estese, coincidenti con terreni, anche “aratorij” e campestri, uliveti, querceti e boschi, e diverse “case palaziate”, tutti sparsi nei vari casali della città, soprattutto a Nocelleto e Ventaroli, bestiame e con benefici a S. Ruosi in due cappelle (S. Anna e S. Maria della Libera); Ceraldo – proveniente da Sessa, con ricche proprietà (terre, case, bestiame) soprattutto a San Ruosi; Tramunti - trasferitisi per qualche tempo, ma ritornati poi a San Ruosi nel 1755, quando Antonio Tramunti (bracciale) acquista, sempre dai Ciocco, “una casa di 2 membri inferiori e superiori, con cortile e piccolo giardino continuo, giusta altri loro beni (cioè, una casa di 6 membri, 2 superiori e 4 inferiori, con orto continuo) e via publica “ - e Menna – con Tomaso con qualifica di campiere, proprietaria di un certo numero di piccoli appezzamenti, anche uliveti, e di alcuni capi di bestiame, nella stessa S. Ruosi, nonché di due case, di cui una, “di 20 membri, 9 superiori e 11 inferiori, vicina ai beni dei Ciocco, nello stesso casale.
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I Ciocco vanno identificati con i primi, e inizialmente, unici proprietari della masseria oggetto di studio, nonché cofondatori, insieme con l’altra famiglia patrizia dei Ceraldo di Sessa, dello stesso casale di San Ruosi. A costoro, distinti nei tre rami facenti capo a Raimondo, originario proprietario della Masseria omonima, a Francesco, intestatario di altre proprietà nello stesso villaggio, e al ramo di Cascano, appartenevano, difatti, la gran parte delle terre della zona. In particolare, Matteo Ciocco, il cui sacello è ospitato nella cappella di S. Anna, originariamente dedicata a S. Ambrogio, annessa alla masseria Ciocco, con un’epigrafe datata al 1713, deve farsi coincidere con il fondatore dell’insediamento masserizio, sorto tra la fine del XVII e i primi del XVIII sec.
Alla data di compilazione del rilevamento catastale (entro il 1753) l’erede di Raimondo, Don Giuseppe Ciocco, risultava proprietario per “sua abitazione di una casa palaziata di più e diversi membri, superiori e inferiori, con quattro cortili, tre giardini continui e Cappella sotto il titolo di S. Anna Jus Patronato di sua Famiglia, giusta li beni delli eredi del quondam Matteo Tramunti, di Tomaso Menna, altri beni proprij e via publica”.
Carinola, borgo San Ruosi - Ceraldi Cappella di S. Anna, jus patronato della famiglia Ciocchi |
Di sua proprietà era pure “una casa di un solo membro terraneo” che teneva affittata e di molti terreni in diverse località di S. Ruosi, anche confinanti con le terre dell’altro ramo dei Ciocco, quelli di Cascano. Diversamente, l’altro ramo dei Ciocco, eredi di Francesco, al tempo identificati con un altro Giuseppe Ciocco, risiedevano a San Cipriano d’Aversa, ma mantenevano a San Ruosi, fuori dalla descritta Masseria Ciocco, diverse proprietà terriere (per un totale di 42 moggia, confinanti con i beni Gentile e la via vicinale) insieme a una “casa palaziata di più e diversi membri inferiori e superiori, che si tiene per abitazione del di lui fattore”. Identicamente facoltosi, benchè meno dei Ciocco, erano i Ceraldo di Sessa, proprietari di diverse “masserie di fabbrica” a S. Croce, Nocelleto e, come Pompeo e fratelli, anche di una con territorio di moggia 100 e 15 proprio a San Ruosi, nel luogo detto la Masseria di Ceraldo, con il beneficio nella vicina cappella rurale del casale detta S. Maria della Libera, ancora oggi, benché fatiscente, riconoscibile nelle fabbriche all’estremo sud-ovest della Masseria dei Ciocco, secondo quanto rappresentato nelle cosiddette “minute di campagna” del Reale Officio Topografico.
Carinola, borgo San Ruosi - Ceraldi Masseria Ciocchi |
Il testo è tratto da:
Andrea Amelio, "RESTAURO E VALORIZZAZIONE della Masseria de’ Ciocchi San Ruosi a Carinola (CE)", Tesi di Laurea in Architettura, Seconda Università degli Studi di Napoli - Anno Accademico 2016/2017
Foto di Salvatore Bertolino
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