giovedì 1 novembre 2012

Mondragone: il palazzo "Tarcagnota" ed una breve storia della famiglia



Il Palazzo settecentesco “Tarcagnota” è situato lungo il corso Vittorio Emanuele nel centro storico di Mondragone, a pochi passi dalla piazza Umberto I, e subito dopo la Basilica Minore di Maria SS. Incaldana.
Il palazzo sviluppa lungo il corso V. Emanuele il prospetto principale della lunghezza di circa 60 ml, articolato in massima parte su tre ordini ad eccezione dell’angolo destro dove si arresta al secondo ordine. Esso è un tipico esempio di residenza nobiliare del XVIII secolo, con impianto originario a pianta rettangolare con due corti, una aperta verso il giardino, l’altra chiusa.
L’edificio presenta due accessi sul fronte principale, attraverso altrettanti portali, mentre un terzo accesso è situato sul lato destro dell’edificio, in prossimità del sagrato della Basilica di Maria SS. Incaldana.

Rappresentazione grafica del prospetto principale di Palazzo Tarcagnota
(disegno di V. Zona, da Monumentalia, Frammenti di memoria, Mondragone 1995)

Attraverso l’accesso principale si raggiunge una corte aperta verso il giardino, nella quale trova posto quanto resta della dependance del giardiniere, un piccolo edificio su due livelli con il tetto ad una sola falda, costruito sulle antiche mura della città, e adiacente stalla e capanno per gli attrezzi, di epoca successiva.

Mondragone, Palazzo Tarcagnota, ingresso principale
Il portale è arricchito da due paracarri aventi forma di tronco di colonna striata, sormontati da calotte e alla sua sommità vi sono ancora i tre ganci che sorreggevano lo stemma nobiliare trafugato alcuni anni fa ad opera di ignoti. 
Tale stemma raffigurava la dea della caccia Diana, con in mano una frusta ed un animale somigliante ad un serpente posto in mezzo a due cani in corsa, mentre nella parte inferiore un cane tra elementi floreali è in stato di “punta”. Tali figure giacciono su uno scudo sormontato da una corona gigliata.  
Mondragone, Palazzo Tarcagnota,
edicola sacra
Sul lato destro del portale, nella parte alta, un’edicola sacra con crocifisso. 
Attraverso una scala in marmo coperta da volta a botte, si raggiunge l’appartamento nobiliare, posto al primo piano dell’edificio, che presenta una tipologia di ambienti disposti a L attorno ad un ampio salone il cui soffitto è impreziosito da un grande affresco. Dall’appartamento nobiliare si accede ad un ampio terrazzo, prospiciente una seconda corte attorno alla quale gravitava l’area destinata alla servitù, con accesso dal secondo portale sul corso V. Emanuele. Infatti in questa seconda corte sono localizzati, al piano terra, tutti i servizi: il forno, il pozzo, la dispensa, il lavatoio in pietra di cui ancora rimangono tracce.
Sulla sinistra una scala su semivolte a botte porta ai livelli superiori dove erano le stanze della servitù ed, al secondo piano, un grande terrazzo che abbraccia la corte per tre lati.
Sul giardino il prospetto è singolare, caratterizzato, al piano terra, da un porticato con archi a sesto ribassato e pilastri in tufo, al primo livello il porticato è chiuso da verande in ferro con vetrate policrome, mentre al secondo livello un arretramento dei volumi lascia il posto ad un terrazzo. 
L’ala destra del fabbricato presenta caratteristiche diverse rispetto al resto. L’angolo prospiciente la chiesa del Vescovato (Basilica minore di S. Maria Incaldana) è realizzato su due soli livelli e presenta decorazioni e fregi diversi da quelli della facciata principale dell’edificio.
Mondragone, Palazzo Tarcagnota,
mascherone esistente sul lato destro
del portone principale 
Nel corso delle ultime guerre la facciata dell’edificio su corso Vittorio Emanuele fu martoriata dai bombardamenti. La ricostruzione avvenuta nel dopoguerra ha comportato il rifacimento di parte della muratura, di alcuni solai, e la ricostruzione delle decorazioni originali distrutte. Sono ancora oggi evidenti i segni delle diverse tecniche costruttive e dei diversi materiali utilizzati.

Il 26 agosto 1988 il “Palazzo nobiliare del ‘700 detto Tarcagnota” è dichiarato di particolare interesse ai sensi della legge 1 giugno 1939, n. 1089 ed è sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nella legge stessa.
Nel 2002 il palazzo “Tarcagnota” è stato acquistato dal Comune di Mondragone.

Breve storia dei Tarcagnota di Mondragone (oggi estinti)

D’origine greca, Giovanni Tarcagnota, progenitore dei Tarcagnota di Mondragone, nacque a Gaeta, si pensa verso la fine del secolo XV, appartenente ad una famiglia ricca e nobile, emigrata nel 1453 in Italia dalla Morea dopo la caduta di Costantinopoli per mano dei turchi. 
Da una recente bibliografia a cura di Gennaro Tallini aggiornata anche alla luce di alcuni manoscritti rinvenuti presso la Biblioteca "Bertoliana" di Vicenza, sappiamo che Tarcagnota fu autore di moltissime opere, alcune addirittura ristampate varie volte, tra queste: Del sito et lodi della città di Napolioltre che di un poema intitolato L’Adone, che tradusse diverse opere dal latino e che morì intorno all'anno 1566. 
Il trasferimento dei Tarcagnota in Italia è descritto dallo stesso Giovanni nella sua Storia universale, dove narra che, nella guerra con Maometto II moriva il bisnonno Michele Tarcagnota, “che con la morte sua, fè l’onore della sua famiglia”, lasciando in difficoltà il figlio Dimitro con la moglie Paleolongina e tre bambini, e costringendolo a riparare a Corfù. A breve distanza, morirono anche Dimitro e sua moglie ed i figli vennero accuditi, pare, da una sorella di Dimitro. 
Frontespizio del libro 
Delle Historie del mondo
di M. Giovanni Tarcagnota
Dopo varie vicissitudini approdarono a Gaeta, dove frequentarono la casa del Conte di Altamira. Tracce del trasferimento dei Tarcagnota a Mondragone risalgono alla fine del secolo XVI, in atti del Bilancio del Reame di Napoli, degli anni 1591 e 1592, dove risulta un Paolo Tarcagnota per l’Uffizio di Portolano della Rocca di Mondragone. 
La definitiva permanenza dei Tarcagnota a Mondragone è testimoniata dai documenti conservati presso l’Archivio Storico dello Stabilimento dell’Annunziata di Gaeta, nei quali sono descritte le trattative (avviate nel 1876 e concluse nel 1881) per l'acquisto di un fondo denominato “Lenze” da parte dei fratelli Pasquale e Michele Tarcagnota del fu Nicola, “proprietari domiciliati e residenti a Mondragone”.

Giovanni Tarcagnota sarà sindaco di Mondragone per il periodo 1833-1835 e dal 1851 al 1854.
Michele Tarcagnota sarà vicesindaco di Mondragone nel 1876 e sarà addirittura sindaco dal 1895 fino al 1909, dopo essere stato consigliere provinciale per il Mandamento di Carinola tra il 1875 e il 1890, suo figlio Giovanni sarà consigliere provinciale per il collegio di Mondragone dal 1952 al 1956.

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