La chiesa ed il convento di San Francesco |
Il chiostro |
Luca Wadding, frate, teologo e storico francescano, nell’opera Annales Ordinis Minorum ci informa che il Convento di Casanova di Carinola era già attivo nel 1300. Non lo dice solo lui; lo dicono anche Bartolomeo da Pisa nella sua Lista sui Conventi Francescani, nonché Mariano da Firenze e Francesco Gonzaga, quest’ultimo nella sua opera De conventu S. Francisci Carinolae sive Caleni, 1587, afferma:
Quatuor millibus passuum ad oppido Mondragonio subsistit civitas Carinola sive Calenum: in qua B.P. Franciscus diu habitavit, pluraque miracula edidit: ac presentem conventum, B. Iohanni Baptistae sacrum erexit.
Iscrizione maiolicata plurilingue all'entrata del chiostro |
La fondazione del Convento
si fa risalire al 1222, anno in cui il frate Francesco intraprese un viaggio
nell’Italia meridionale per visitare i suoi frati che in queste zone operavano
fin dal 1216 e per recarsi probabilmente al Santuario di San Michele Arcangelo,
sul Gargano, di cui era devotissimo.
A Carinola ricevette
in dono un luogo per i suoi frati e, secondo la tradizione, lui stesso ne
edificò le mura perimetrali per un cimitero. Il luogo fu originariamente
dedicato a San Giovanni Battista; solo alla morte del Santo fu intitolato a
lui.
Le notizie
tramandateci da uno storico di Carinola, il notaio Luca Menna, secondo cui San
Francesco rimase a Casanova sette anni, non possono assolutamente essere
veritiere poiché, dai documenti sulla vita del Santo, egli risulta presente in
altri luoghi nel periodo in cui si presume fosse a Casanova. Tuttavia non è da
escludere una sua permanenza abbastanza lunga nella nostra zona, e questo
spiegherebbe non solo la presenza della grotta, interamente scolpita in un
blocco di pietra, in cui il Santo pregava, ma anche il forte affermarsi dello
spirito francescano a Casanova. Tenendo anche conto che, in quegli ultimi anni
della sua vita – morirà due anni dopo, il 4 ottobre 1226 - le condizioni di
salute del Santo non erano affatto buone, è probabile che sia stato costretto a
fermarsi qualche mese.
Approfonditi studi
dicono che nel 1347 nel Convento fu confinato Guglielmo da Occam (o Ockham), il
frate filosofo e dissidente dell’Ordine, inviso al Papa Giovanni XXII a causa
delle sue posizioni dottrinarie, e che ebbe una parte di primo piano nelle
controversie dell’Ordine con gli Spirituali e gli Zelanti. Riabilitato dal Papa
Clemente VI, Guglielmo fu spedito dal Generale dell’Ordine, anche lui Guglielmo
Farinier, a fare aspra penitenza in questo nostro sperduto Convento dove morì
tra il 1349-50 e dove fu sepolto. Il suo corpo fu solo in seguito portato a
Capua, nella Chiesa dei Conventuali. Sempre il frate Francesco Gonzaga, infatti,
afferma:
Hoc denique in conventu, quem, ab aeris insalubritatem, 12 tantum fratres inhabitare soliti sunt, doctissimus P. Occham, subtilissimi Doctoris Scoti olim discipulus, mortem obiit, sepultus est.
Nel 1459 il nostro
Convento fu visitato da San Bernardino da Siena di ritorno da Roccamonfina,
dove si era recato in visita alla Madonna dei Lattani, e nel 1475 da S. Giacomo
della Marca, il quale venne a Carinola per guarire il re Ferdinando I d’Aragona,
venuto a caccia e ammalatosi gravemente.
Nel corso dei secoli,
il Convento ha subìto diversi interventi di ampliamento e ristrutturazione, a cominciare
dal chiostro (1400), per finire a parti più recenti ad opera del Principe di
Stigliano (1500), nonché alle ristrutturazioni intraprese da p. Cristofaro
Bovenzi negli anni 60-70 e che l’hanno proiettato verso la definitiva salvezza
dopo decenni di incuria.
Da documenti
d’archivio risulta che il Duca di Casanova, Bernardo di Lorenzo, nobile sessano
investito a tal ruolo dai Marzano (presumibilmente prima del 1469), fece
costruire la Cappella in tufo grigio, dedicata
a S. Maria delle Grazie, tuttora visibile alla sinistra della navata centrale,
e corrispondeva ai frati 20 ducati annui.
Altre rendite,
probabilmente in natura, provenivano dall’affitto di numerose moggia di terreno di cui il Convento era in possesso.
Il Convento fu abitato
costantemente da una notevole comunità di Frati Minori Osservanti fino al 1813,
anno in cui Gioacchino Murat rese esecutiva la legge sulla soppressione degli
ordini mendicanti francescani.
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