IL VENTRE DI NAPOLI
Il ventre di Napoli
di Matilde Serao
cura e introduzione di
Antonia Arslan
pp. 151, € 15,00
Biblos Edizioni, 2014
ISBN:
978-88-6448-067-1
Il ventre di Napoli è un capolavoro
frammentario ma potente, nato
come
inchiesta giornalistica sul
campo dopo
la terribile epidemia di
colera del 1884,
pubblicato dapprima a puntate
su un giornale romano e
successivamente
in volume.
Ma ben più che un inchiesta,
è un’appassionata
rivisitazione degli
splendori passati e delle
miserie attuali
di una città amatissima, una
città-madre,
di cui la scrittrice-figlia
svela il lato oscuro,
il ventre malato appunto, con
una scrittura
ampia e sontuosa (mai però
morbosa, mai
barocca), venata di pietà e
di indignazione.
Dalla pietà e dall'indignazione il lettore
è condotto con mano ferma, attraverso
la sollecitazione di tutti i sensi, alla scoperta
dei quartieri immondi e oscuri dove
il popolo di Napoli, che tanto amerebbe
il sole e la luce, è costretto ad ammucchiarsi
per sopravvivere, ai limiti dell'estenuazione.
dal risvolto della prima di copertina
L’associazione
Talenti di Donna impegnata nell’attività di valorizzazione dei talenti
femminili in tutti gli ambiti, creando valori e rieditando opere di scrittrici
dimenticate dalla storia e dalla storia delle letteratura, nell'ambito della collana "Scrittrici ritrovate", dopo Emilia
Salvioni, Contessa Lara, Neera, Marchesa Colombi, Caterina Pertoto, Ada Negri,
quest’anno ha curato la riedizione de Il ventre di Napoli della nostra
conterranea Matilde Serao.
Spesso considerato, con tono benevolo e sprezzante, "un reportage", il capolavoro della Serao ha la forza della verità che si fa letteratura, del rifiuto per quella "retorichetta a base di golfo e colline fiorite che serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata con racconti di miserie".da: www. talentididonna.it
La sua denuncia resta, a un secolo di distanza, di straordinaria attualità: "Questo ventre di Napoli, se non lo conosce il governo, chi lo deve conoscere? A che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto?".Il ventre di Napoli discende in linea diretta dall'immersione di Hugo nel brulichio dei "Miserabili", dai labirinti indagati da Sue nei "Misteri di Parigi", dall'esasperato realismo del "Ventre di Parigi" di Zola, ma nello stesso tempo proviene dalla più bruciante delle realtà, dall'acquaforte goyesca di Napoli che nessuno prima della Serao aveva forse guardato con tanta intensità, di cui nessuno era riuscito a restituire la stracciona grandezza. Qui l'inchiesta giornalistica, effettuata all'indomani del colera del 1884, diventa un'esplorazione antropologica in "terrae incognitae" che getta sinistri fasci di luce sullo stato di miseria e di abbandono in cui ristagnano i quartieri della città destinati allo sventramento urbanistico.
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