Biagio Greco, nella sua opera, così descrive i marmi di
Mondragone:
1. Marmo brecciato cinerino
Le cave di marmo di Mondragone sono fra le più eminentemente note
nella Provincia. Ebbero un passato rinomatissimo, quantunque attualmente non vi
si lavori quasi affatto.
I marmi di Mondragone li incontrate pressoché in tutti i monumenti
antichi e moderni della Provincia, e si può ritenere sia stato il più diffuso.
La cava più nota, è quella situata sulla regione Cimentara in
faccia alla Starza a poco
più di 100 metri sul livello del mare, di là si levarono i più bei massi di
marmo per i colonnati del Teatro San Carlo di Napoli, per la Reggia di Napoli,
Caserta etc. La cava, ossia le cave aperte hanno più di 50 metri di potenza. In
tale località due marmi ordinariamente si scavano, ma non è difficile separarne
un terzo e si potrebbe con tagli accorti, dare origine anche ad un quarto tipo;
la cava presenta oltre 100 metri di coltivazione sui due lati, quello di notte,
e quello di levante. Il banco ha un'altezza di 50 e più metri. Potrebbe però
allargarsi di altri 100 metri, e approfondirsi di altri 50. La pietra per
marmo, è ricoperta fino a metà del suo ammasso, dai depositi di arenarie, da
calcari e argille mioceniche. I marmi sono brecciati, e la diversità nella
natura e stato dell'elemento brecciante, costituisce le specialità nella
varietà dei marmi.
Il tipo numero sei che descriviamo per primo; è costituito da una
breccia fornita da frammenti calcarei, bruni, cenerini e bigio chiare
intimamente cementati, da due elementi successivi, primo da carbonato spatico,
il quale assume, col taglio una tinta bianco perlacea trasparente; il secondo
da materia argillo-ferruginosa, di color giallo sporco, formante macchie
opache. Il marmo lavorato è di un bell'effetto, facile al lavoro, conserva ciò
nullameno la pulitura e la lucentezza.
2. Marmo brecciato giallo
La cava dell’esemplare che descriviamo, è sottoposta alla
precedente, vale a dire la prima forma cappello alla seconda, più la cava
s'innalza e più è cenerina, più si abbassa, e più è gialla. Gli elementi della
breccia in questo secondo tipo sono assai più confusi, la materia brecciante è
così compenetrata negli elementi brecciati, che il bigio primitivo, il cenerino
sfumano, sotto un'onda bianco perlacea opalina, come una pittura ad olio
sovrapposta; vi è, per così dire, applicato il 2° elemento brecciante in
giallo, costituito da elementi argillo-ferruginosi. Anche questo tipo, fu uno
dei più accetti, pare un bardiglio, macchiato ad arte di giallo. Il marmo è
bello, assume lucidatura e pulitura perfettissima, offre massi enormi, sani. Le
cave di marmo di Mondragone, non offrono parti, rappresentano un ammasso di
materia utile, per qualsiasi colossale lavoro.
3. Marmo cenerino bianco venato
Come interessa saper ben dirigere lo scavo, l'orientamento, la
segatura dei blocchi di marmo, secondo determinate norme, così è utile saper
ben distinguere le varianti che succedono in un deposito. Una stessa cava si
può in tal maniera arricchire di più esemplari, può creare delle varietà, dei
tipi. Nella stessa cava di Mondragone, ci riuscì facile dividere nettamente in
tre o quattro gruppi distinti i marmi. che si possono estrarre.
La cava di San Sebastiano è a poco più di 30 metri sul livello del
mare, ha ai suoi piedi i ruderi dell'antica via Appia. In prossimità le famose
acque minerali storiche di Mondragone. Nessuna cava di marmo si potrebbe trovare
in migliori condizioni per lo scavo. Ha un estensione di circa mezzo
chilometro, e oltre 200 metri di potenza.
4. Marmo bruniccio bianco venato
Salendo sopra i monti di Mondragone al luogo detto Cresta del
Gallo, presso la cava dell'acqua, a circa 300 metri sul livello del mare, la
roccia compare diversa assai dalla precedente; dopo alcuni strati di calcari
argillose e arenarie neucomiane, compare, il calcare maiolica, jurese, in
strati sottili, ma più potente, si presenta uno strato di calcarea bruna venata
di bianco. Abbiamo raccolto un primo esemplare che è appunto quello che
descriviamo e un altro che descriveremo dopo. Il calcare non è fossilifero, ha
colore uniforme, è venato in due sensi, le vene formano quasi losanghe. E una
specie nuova per il luogo, ha maggiore profondità e può somministrare un buon
marmo.
5. Marmo bruno venato
Poco sopra al luogo dell'acqua, nelle montagne di Mondragone le stratificazioni calcaree si presentano più determinate e omogenee.
Il bruno venato, si caratterizza fra gli strati sottili del
calcare argilloso e del maiolica. Abbiamo levato l'esemplare che descriviamo,
per far conoscere quest'altra specie di pietra per marmo ornamentale.
Il marmo è bruno, cenerino oscuro con qualche macchia giallastra
ed è venato a zig zag da vene bianchissime spatiche. Come marmo da fondi o
cornici, per zoccoli, gradini, ecc. sarebbe un ottimo acquisto per l'industria.
Lo strato è esteso e crediamo attraversi lungh'esso tutto il monte Massico.
6. Marmo fiorito bigio
A monte Sant'Anna di Mondragone, a circa 390 metri sul livello del
mare, la calcarea assume un'altra caratteristica assai diversa dai precedenti;
si presenta di un bel colore cenere chiara.
L’esemplare che abbiamo
fatto levare e lavorare ci presenta i seguenti caratteri: è di color bigio con
macchie chiare formate da fossili minutissimi. Il fossile è di colore più
chiaro, mentre l'incluso ossia la pasta contenuta nel guscio della conchiglia è
più oscura, ciò che costituisce un elegante macchiettamento: sottili vene
seghettate, parimenti chiare, attraversano la massa. L’assieme dei delicati
contrasti, delle gradazioni dal bigio danno bell'aspetto al marmo.