La conoscenza di un territorio e dei suoi valori identitari costituisce non solo il fondamento di un sentimento di appartenenza per le comunità che vi risiedono, ma anche il presupposto per un reale apprezzamento e per una consapevolezza del valore, collettivo e individuale al tempo stesso, del patrimonio culturale locale, oltre che una condizione essenziale per la sua tutela e per la sua rinascita economica e sociale.

Knowing a country and its identity values is both the basis for a sense of belonging for local communities and the prerequisite for an appreciation and a true understanding of the single and collective importance of the cultural and territorial heritage. It is, moreover, the necessary condition to promote its protection and economic and social revival.

domenica 15 dicembre 2013

Il convento di San Francesco a Casanova di Carinola



La chiesa ed il convento di San Francesco

Il chiostro

Luca Wadding, frate, teologo e storico francescano, nell’opera Annales Ordinis Minorum ci informa che il Convento di Casanova di Carinola era già attivo nel 1300. Non lo dice solo lui; lo dicono anche Bartolomeo da Pisa nella sua Lista sui Conventi Francescani, nonché Mariano da Firenze e Francesco Gonzaga, quest’ultimo nella sua opera De conventu S. Francisci Carinolae sive Caleni, 1587, afferma:
Quatuor millibus passuum ad oppido Mondragonio subsistit civitas Carinola sive Calenum: in qua B.P. Franciscus diu habitavit, pluraque miracula edidit: ac presentem conventum, B. Iohanni Baptistae sacrum erexit.
Iscrizione maiolicata plurilingue all'entrata del chiostro

La fondazione del Convento si fa risalire al 1222, anno in cui il frate Francesco intraprese un viaggio nell’Italia meridionale per visitare i suoi frati che in queste zone operavano fin dal 1216 e per recarsi probabilmente al Santuario di San Michele Arcangelo, sul Gargano, di cui era devotissimo.
A Carinola ricevette in dono un luogo per i suoi frati e, secondo la tradizione, lui stesso ne edificò le mura perimetrali per un cimitero. Il luogo fu originariamente dedicato a San Giovanni Battista; solo alla morte del Santo fu intitolato a lui.
Le notizie tramandateci da uno storico di Carinola, il notaio Luca Menna, secondo cui San Francesco rimase a Casanova sette anni, non possono assolutamente essere veritiere poiché, dai documenti sulla vita del Santo, egli risulta presente in altri luoghi nel periodo in cui si presume fosse a Casanova. Tuttavia non è da escludere una sua permanenza abbastanza lunga nella nostra zona, e questo spiegherebbe non solo la presenza della grotta, interamente scolpita in un blocco di pietra, in cui il Santo pregava, ma anche il forte affermarsi dello spirito francescano a Casanova. Tenendo anche conto che, in quegli ultimi anni della sua vita – morirà due anni dopo, il 4 ottobre 1226 - le condizioni di salute del Santo non erano affatto buone, è probabile che sia stato costretto a fermarsi qualche mese.
Approfonditi studi dicono che nel 1347 nel Convento fu confinato Guglielmo da Occam (o Ockham), il frate filosofo e dissidente dell’Ordine, inviso al Papa Giovanni XXII a causa delle sue posizioni dottrinarie, e che ebbe una parte di primo piano nelle controversie dell’Ordine con gli Spirituali e gli Zelanti. Riabilitato dal Papa Clemente VI, Guglielmo fu spedito dal Generale dell’Ordine, anche lui Guglielmo Farinier, a fare aspra penitenza in questo nostro sperduto Convento dove morì tra il 1349-50 e dove fu sepolto. Il suo corpo fu solo in seguito portato a Capua, nella Chiesa dei Conventuali. Sempre il frate Francesco Gonzaga, infatti, afferma:
Hoc denique in conventu, quem, ab aeris insalubritatem, 12 tantum fratres inhabitare soliti sunt, doctissimus P. Occham, subtilissimi Doctoris Scoti olim discipulus, mortem obiit, sepultus est.
L'affresco nel refettorio

Nel 1459 il nostro Convento fu visitato da San Bernardino da Siena di ritorno da Roccamonfina, dove si era recato in visita alla Madonna dei Lattani, e nel 1475 da S. Giacomo della Marca, il quale venne a Carinola per guarire il re Ferdinando I d’Aragona, venuto a caccia e ammalatosi gravemente.
Nel corso dei secoli, il Convento ha subìto diversi interventi di ampliamento e ristrutturazione, a cominciare dal chiostro (1400), per finire a parti più recenti ad opera del Principe di Stigliano (1500), nonché alle ristrutturazioni intraprese da p. Cristofaro Bovenzi negli anni 60-70 e che l’hanno proiettato verso la definitiva salvezza dopo decenni di incuria.
Da documenti d’archivio risulta che il Duca di Casanova, Bernardo di Lorenzo, nobile sessano investito a tal ruolo dai Marzano (presumibilmente prima del 1469), fece costruire la Cappella in tufo grigio, dedicata a S. Maria delle Grazie, tuttora visibile alla sinistra della navata centrale, e corrispondeva ai frati 20 ducati annui.
Altre rendite, probabilmente in natura, provenivano dall’affitto di numerose moggia di terreno di cui il Convento era in possesso.
Il Convento fu abitato costantemente da una notevole comunità di Frati Minori Osservanti fino al 1813, anno in cui Gioacchino Murat rese esecutiva la legge sulla soppressione degli ordini mendicanti francescani.
Riaperto da Re Ferdinando II su pressione del popolo, fu nuovamente chiuso da una legge del Regno d’Italia nel 1861 e di nuovo riaperto nel 1948 da una comunità di Frati minori i quali tuttora ne detengono l’esercizio del culto.


Convento di San Francesco: antico portale in pietra

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