La conoscenza di un territorio e dei suoi valori identitari costituisce non solo il fondamento di un sentimento di appartenenza per le comunità che vi risiedono, ma anche il presupposto per un reale apprezzamento e per una consapevolezza del valore, collettivo e individuale al tempo stesso, del patrimonio culturale locale, oltre che una condizione essenziale per la sua tutela e per la sua rinascita economica e sociale.

Knowing a country and its identity values is both the basis for a sense of belonging for local communities and the prerequisite for an appreciation and a true understanding of the single and collective importance of the cultural and territorial heritage. It is, moreover, the necessary condition to promote its protection and economic and social revival.

domenica 16 agosto 2015

Alcuni esempi iconografici della Madonna del Latte o "Virgo lactans" nel territorio massicano

Mondragone  
Affresaco dalla chiesa di san Michele e.m.  - Casale di Sant'Angelo



Nella storia dell’arte la Madonna del Latte, detta anche Virgo Lactans, è una iconografia cristiana spesso ricorrente: la Vergine, che mostra il seno, spesso è accompagnata dalla espressione “mostra te esse matrem”, frase estrapolata dalla preghiera “Ave Maris Stella”. La Madonna, in questa precisa situazione, era rappresentata a seno scoperto, colta nell’atto di allattare il figlio oppure in procinto di farlo.
All'immagine di Maria "Regina dei Cieli" o "Basilissa" derivata direttamente dal cerimoniale dell'Impero romano d'oriente, si affianca quella della Madonna del Latte.
Questa iconografia si diffonde a partire dal XII secolo e molti artisti ne hanno dato varie versioni. Con l'immagine della Madonna del Latte il mondo cristiano si arricchisce di una connotazione più popolare, meno aulica che, rappresentando Maria nel rapporto più intimo del rapporto con suo Figlio, la rende più confidenziale, più terrena e quindi più vicina ai fedeli.


Cascano di Sessa Aurunca


Sant'Andrea del Pizzone (Francolise)
Affresco dalla chiesa medievale della Madonna delle Grazie


Sant'Andrea del Pizzone (Francolise)
Affresco dalla chiesa medievale della Madonna delle Grazie


Lauro di Sessa Aurunca
Affresco dal Santuario della Madonna dei Pozzi



Maranola di Formia (Latina)
Particolare dell'affresco nella chiesa medievale di Santa Maria ad Marthyres




Ventaroli di Carinola
Affresco dalla Basilica di Santa Maria in Foro Claudio



Marzuli di Sessa Aurunca
Affresco dal Convento dello Spirito Santo

(Foto gentilmente concessa da Salvatore Donatiello)


Rongolise di Sessa Aurunca  
Affresco dalla Chiesa rupestre di Santa Maria in Grotta



Rongolise di Sessa Aurunca
Affresco dalla Chiesa rupestre di Santa Maria in Grotta


Rongolise di Sessa Aurunca
Affresco dalla Chiesa rupestre di Santa Maria in Grotta



L’iconografia di una “donna che allatta”, o in procinto di farlo, risale all’antico Egitto dove vi era una notevole presenza di immagini della Dea Iside che allattava il figlio Horus. Il culto di Iside durerà molto a lungo, tanto da intrecciarsi con il primo Cristianesimo e, addirittura, alcune statue di Iside furono venerate come fossero Madonne cristiane.  Uscendo dalla simbiosi tra Iside e la Madonna, ritroviamo le rappresentazioni Cristiane della donna che allatta, sempre in Egitto, ma ora in parte convertito alla nuova religione, nel VII secolo. Tale iconografia ebbe in seguito molto successo nell’arte bizantina, dove prese il nome di Galaktrophousa. Dall’Oriente si trasferì in Occidente nei secoli seguenti, trovando ampia diffusione in Italia partendo dalla Toscana (XII secolo).
Dalla Toscana la rappresentazione salì rapidamente le terre italiche sino a giungere il  Piemonte dove, ebbe grandissima diffusione, tanto che sono attestate molte immagini della Madonna del Latte a ricordo di quel periodo splendido, e tendenzialmente dimenticato, che attraversa il tempo dal XII sino al XVI secolo.

Rongolise di Sessa Aurunca
Affresco dalla Chiesa rupestre di Santa Maria in Grotta


Rongolise di Sessa Aurunca
Affresco dalla Chiesa rupestre di Santa Maria in Grotta


Correva l'anno 1563 quando il Concilio di Trento, con il decreto De invocatione, veneratione et reliquiis sanctorum et sacris imaginibus, definì la posizione della Chiesa riguardo alle iconografie devozionali. Si decise che:
...Se poi in queste sante e salutari devozioni si fosse insinuato qualche abuso, il sacro concilio vuole ardentemente che questi siano subito eliminati, affinché non venga eseguita alcuna immagine di falsi dogmi o che dia occasione a errori pericolosi per gli incolti. Così, quando capitasse di rappresentare episodi della sacra scrittura a utilità della plebe incolta, si insegni al popolo che la divinità non sta nelle figure, come se potesse esser vista da occhi corporei e fissata in forme e colori. Analogamente, venga eliminata ogni superstizione nell'invocazione dei santi, nella venerazione delle reliquie e nell'uso sacro delle immagini. Si faccia cessare ogni turpe richiesta; si vieti infine ogni lascivia, così che le immagini non siano dipinte od ornate con bellezze provocanti. E la gente non approfitti della celebrazione dei santi o della visita alle reliquie per banchetti e ubriacature, come se le feste in onore dei santi dovessero trascorrere tra eccessi e licenze. In conclusione, i vescovi devono usare in questo campo la massima cura e diligenza perché, se alla casa di Dio spetta la santità, nulla vi si veda di disordinato, di fatto al contrario o alla rinfusa, nulla di profano e nulla di indecente.
L’intento del Concilio era chiaro, si dovevano evitare immagini di natura sensuale, o percepite come tali dalla morale dell’epoca.
Il Concilio annoverò le rappresentazioni della Madonna a seno scoperto tra queste immagini.
La Riforma cattolica tridentina comprese tra queste immagini sconvenienti, che si riteneva potessero fuorviare il fedele, le rappresentazioni di Maria a seno scoperto poiché accusate di distogliere i fedeli dalla preghiera. Fu demandato ai vescovi il compito di valutare le varie rappresentazioni e di decidere se queste dovessero essere ritoccate, oppure rimosse.


Rongolise di Sessa Aurunca
Affresco dalla Chiesa rupestre di Santa Maria in Grotta




Mondragone
 Santa Maria Incaldana


Santa Croce di Carinola
Virgo lactans

(foto da internet)

Formella dipinta dell'inizio 1900
(collezione privata)

Testo tratto da internet liberamente interpretato.

Le immagini, ove non diversamente indicato, 
sono di Salvatore Bertolino

domenica 9 agosto 2015

Mondragone. Processione di barche per un rito antichissimo: "la Madonna che viene dal mare"

In programma domenica 7 agosto la processione per mare della Madonna Assunta. 

La processione per via mare partirà, come avviene ormai da anni, dalla località "Baia Azzurra" di Sessa Aurunca, 4 Km a nord di Mondragone e si snoderà fino a Mondragone Lido con la partecipazione di autorità religiose, civili e militari scortata dai mezzi della locale Capitaneria di Porto; una manifestazione che attira devoti e curiosi da tutta la regione e che negli anni è divenuta un evento attesissimo oltre che dalla popolazione residente, anche da quella dei paesi vicini e dai numerosi turisti che, assiepati lungo tutto il litorale domiziano, possono assistere ad uno spettacolo straordinario di oltre due ore di fuochi d'artificio che rendono onore alla Vergine al passaggio davanti ai lidi della nostra costa.






E’ un’antica e sana tradizione di fede popolare: "'a festa a mare" la chiamavano i nostri vecchi e per alcuni di loro rappresentava l'evento annuale per vedere il mare. 

Oggi sono soprattutto gli uomini di mare, i pescatori in primo piano, che sentono particolarmente e curano nei minimi particolari questa manifestazione che rappresenta l'evento centrale dell'Estate mondragonese.

E’ un tempo di preghiera e di riflessione sulla figura di Maria ed è un segno di benedizione per quanti operano nel settore turistico sia Mondragone che sull'intera fascia domiziana. 



Appuntamento a Baia Azzurra alle ore 20,30  di domenica 7 agosto con la partenza della statua della Madonna Assunta che attraverserà la costa domiziana. L'arrivo è previsto per le ore 22.00 circa a Mondragone con il doppio passaggio davanti ai Lidi della zona centrale del lungomare Camillo Federico. 







lunedì 8 giugno 2015

Carinola. Presentazione del volume "Carinola sacra" di Corrado Valente

Sabato 20 giugno 2015 alle ore 18.30 presso il Convento di san Francesco a Casanova di Carinola (Caserta) avrà luogo la presentazione del volume di Corrado Valente "Carinola sacra”, Armando Caramanica Editore.


Interverranno: 
dott. Roberto Carmine Leardi  (Storico dell’arte, cultore della materia Università degli Studi di Salerno, DISPAC); 
Ph. D. avv. Rosa Di Maio (Consigliere con delega alla Cultura del Comune di Carinola);
Ph. D. arch. Cesare Crova (Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro. Coordinatore comitato scientifico Officium – Collana di studi e ricerche); 
Ph. D. arch. Francesco Miraglia (Cultore della materia in Restauro II Università di Napoli); 
Prof. arch. Luigi Guerriero (Professore associato di Restauro Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale “L. Vanvitelli” II Università di Napoli).  

Sarà presente l'autore.



È un viaggio attraverso la storia, l’arte e la conservazione del patrimonio culturale di un’antica sede diocesana: Carinola sacra… Non sono semplici rimandi della memoria o accurate analisi storico-artistiche dei luoghi dello spirito, quanto la simbolica riapertura di un “rotolo” che racconta quanto è stato scritto e fissato per la futura e vitale riappropriazione di quei “luoghi”.
+ Orazio F. Piazza

Vescovo della Diocesi di Sessa Aurunca

domenica 7 giugno 2015

Mondragone. Sant'Angelo in fiore 2015



Petali e foglie recuperate nei giardini, nei campi o lungo i sentieri che portano al vicino monte Petrino, il verde intenso del mirto, il viola ed il rosso delle bouganvillea ed il giallo delle ginestre, unite a materiali poveri ed a quello che fiorai e semplici cittadini mettono a disposizione, per realizzare un tappeto che si snoda per circa 250 metri dalla chiesa di san Michele extra Moenia fino alla piazzetta di sant’Angelo per poi proseguire in via filosofo Taglialatela.
Tutto questo, con un lavoro preparatorio lungo e meticoloso, nel medievale Casale di sant’Angelo a Mondragone per onorare la processione del Corpus Domini.

Mondragone. Casale di Sant'Angelo
Il casale di Sant'Angelo costituisce insieme al casale di San Nicola ed a quello della Terra Murata (oggi rione Piazza) il nucleo originario del centro storico di Mondragone. Edificato lontano dal mare ed in prossimità della strada che conduce alla Rocca, era privo di cinta muraria.


Mondragone. Casale di Sant'Angelo

La manifestazione, giunta quest'anno alla III edizione, quindi piuttosto giovane rispetto ad altre Infiorate, si appresta a diventare un punto di riferimento nel territorio casertano, al pari di altri eventi che pure si svolgono nel Casale: la Fagiolata, che vedrà quest'anno la XXXVII edizione, (settembre 2015 in occasione della festività di san Michele arcangelo) ed il Presepe vivente che trasforma tutto il Casale in un angolo di Palestina.


Mondragone. Sant'Angelo in Fiore

Mondragone. Sant'Angelo in Fiore


Le origini delle Infiorate si fanno risalire al periodo Barocco nella Roma dei Papa, esattamente al 29 giugno del 1625, quando uno splendido tappeto di fiori con la riproduzione di immagini sacre fu realizzato in Vaticano nell’occasione della festa dei santi Pietro e Paolo. Si racconta che, negli anni che seguirono, addirittura il grande Bernini si sia cimentato in questa particolare arte.
Con gli anni la tradizione si è lentamente diffusa ed attestata in parecchi centri dell’Umbria e del Lazio ed in seguito Campania, Puglie e Sicilia.


Quest’anno a Mondragone sono stati all’opera 20 gruppi di infioratori che hanno realizzato quadri floreali con soggetti riferiti al tema “L’Eucarestia, fonte di accoglienza.


Mondragone. Sant'Angelo in Fiore



Mondragone. Sant'Angelo in Fiore


Mondragone. Sant'Angelo in Fiore