La conoscenza di un territorio e dei suoi valori identitari costituisce non solo il fondamento di un sentimento di appartenenza per le comunità che vi risiedono, ma anche il presupposto per un reale apprezzamento e per una consapevolezza del valore, collettivo e individuale al tempo stesso, del patrimonio culturale locale, oltre che una condizione essenziale per la sua tutela e per la sua rinascita economica e sociale.

Knowing a country and its identity values is both the basis for a sense of belonging for local communities and the prerequisite for an appreciation and a true understanding of the single and collective importance of the cultural and territorial heritage. It is, moreover, the necessary condition to promote its protection and economic and social revival.

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martedì 14 febbraio 2012

Il filosofo Pietro Taglialatela: un uomo della nostra terra

Pietro Taglialatela, filosofo (1829 - 1913)
Il filosofo Pietro Taglialatela, se non fosse per una via dell’antico casale di Sant’Angelo a lui intitolata, sarebbe pressoché sconosciuto ai Mondragonesi.
Eppure è stato definito:
Tipica personalità dell’Ottocento, ebbe, in comune con gli uomini più vivi del suo secolo, profonda fede nell’ideale del progresso e un diffuso senso di sano ottimismo, che non è superficialità, ma attesa di una umanità migliore, fiducia che le idee di libertà, di fratellanza, confortate dalle prime strepitose conquiste della scienza e della tecnica, sarebbero riuscite, vinte le prime grandi battaglie rivoluzionarie, a dare un volto veramente nuovo al mondo contemporaneo.
Giovanni Iurato, Pietro Taglialatela. Dalla filosofia del Gioberti all’evangelismo antipapale, editrice Claudiana, Torino 1972
Mondragone, casale di Sant'Angelo, casa natale del filosofo Pietro Taglialatela 
(foto di Nunzio Fardella)

Pietro Taglialatela nasce a Mondragone, in una casa ancora oggi esistente nell’antico casale di Sant’Angelo, il 7 gennaio 1829 da un’agiata famiglia di agricoltori.
Giovanissimo fu avviato agli studi presso il seminario vescovile di Sessa Aurunca, anche su consiglio del parroco Vincenzo Bencivenga che lo aveva iniziato ai primi rudimentali studi di grammatica latina ed italiana, di storia antica, geografia e mitologia. Nel seminario di Sessa Aurunca si rilevano ben presto l’acutezza della sua mente e le sue doti di studioso, tanto che ancora studente è chiamato a sostituire, nella cattedra di teologia il suo maestro, il dominicano Lo Cicero.
Ricevuti gli ordini sacri, fu chiamato ad insegnare teologia presso il seminario di Cava de’ Tirreni ove rimase per circa quattro anni (1852-1856). Gli fu, successivamente, offerta la cattedra di teologia presso il seminario di Catania.
Nel frattempo era scoppiata la rivoluzione nel Regno delle Due Sicilie. Vengono allora fuori quel profondo patriottismo e quel senso di fierezza civile che caratterizzeranno per sempre la personalità di Pietro Taglialatela: affascinato dall’impresa garibaldina, come altri sacerdoti dell’epoca, si presenta al comitato di Salerno per arruolarsi, ma ciò gli fu negato a causa delle sue malferme condizioni di salute. Fu invitato, però, a predicare la rivoluzione nelle provincie napoletane e lo fece con tale entusiasmo da essere vanamente ricercato dai Borbonici e, per ben due volte, costretto a fuggire via mare per evitare la cattura.
Con l’unità d’Italia si trasferisce a Napoli, ove deposto l’abito talare, insegna Teologia all’Università di Napoli, fino alla soppressione della cattedra nel 1861.
Seguendo una tradizione napoletana dell’epoca, apre una scuola privata in via Nilo e si dedica alla stesura della sua opera principale, l’Istituzione di Filosofia. Nominato membro di commissioni di vigilanza nella scuola popolare, partecipa attivamente nella vita della società napoletana dell’epoca e diviene socio dell’Accademia di Scienze, Lettere ed Arti.
Per non allontanarsi da Napoli e dai suoi allievi, rifiuta una cattedra all’Università di Milano e successivamente a quella di Bologna.
A Napoli insegnò privatamente dal 1863 al 1875, anno in cui si convertì al protestantesimo.
Non vi sono notizie di suoi ritorni a Mondragone, se non nel 1878, in occasione di un suo giro missionario che interessò anche i vicini paesi di Falciano e Casale di Carinola: l'avvenimento ci viene indirettamente confermato  dal canonico Giuseppe Aversario, nel 1904, quando lo attacca duramente con la pubblicazione di un opuscolo Errori di Pietro Taglialatela apostata, dopo la stampa, da parte del Taglialatela, di Il Papa-re nelle profezie e nella storia.
Morì a Roma, all'età di ottantaquattro anni, il 23 settembre 1913 e fu sepolto nel campo del Verano.
Benedetto Croce in Pescasseroli, 1922, scrisse di lui: "uomo degno e colto filosofo, autore tra l'altro di un pregevole volume d'Istituzioni di filosofia".

Tra le sue opere principali:
  • Istituzione di filosofia, Napoli, 1864;
  • Apologia delle dottrine filosofiche di Vincenzo Gioberti, Napoli, 1867;
  • Il Papa-re nelle profezie e nella storia, Roma 1902;
  • In Dio: saggi – discorsi – frammenti di filosofia cristiana, Roma, 1927 (pubblicato postumo);
  • Fede, speranza e carità: meditazioni, Roma, 1927 (pubblicato postumo).
Istituzione di filosofia, edizione all'Insegna del Diogene, Napoli 1864 

Per approfondimenti delle opere e del pensiero di Pietro Taglialatela:

Giovanni Iurato, Pietro Taglialatela. Dalla filosofia del Gioberti all’evangelismo antipapale, editrice Claudiana, Torino 1972