La conoscenza di un territorio e dei suoi valori identitari costituisce non solo il fondamento di un sentimento di appartenenza per le comunità che vi risiedono, ma anche il presupposto per un reale apprezzamento e per una consapevolezza del valore, collettivo e individuale al tempo stesso, del patrimonio culturale locale, oltre che una condizione essenziale per la sua tutela e per la sua rinascita economica e sociale.

Knowing a country and its identity values is both the basis for a sense of belonging for local communities and the prerequisite for an appreciation and a true understanding of the single and collective importance of the cultural and territorial heritage. It is, moreover, the necessary condition to promote its protection and economic and social revival.

sabato 3 marzo 2012

mons. Adelchi Fantini, parroco di San Nicola in Mondragone

Mons. Adelchi Fantini (1923 - 1992)
Adelchi Fantini, figlio di Carlo e di Marianna Fargnoli, nacque a Castelforte (Lt) il 10 gennaio 1923. Ricevette il Battesimo nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista il 10 marzo dello stesso anno.
Frequentò, con brillanti risultati, le scuole elementari del paese natìo; gli studi secondari nel Seminario Arcivescovile di Gaeta; quelli filosofici e teologici nel Seminario Regionale di Salerno, ove si distinse sempre per quella intelligenza viva e combattiva, che poi rivelerà in ogni tratto del suo ministero e della sua azione pastorale.
L’incontro di Fantini con la terra sessana avvenne durante l’estate del 1945, erano i mesi della grande battaglia di Montecassino tra tedeschi ed anglo-americani.
Tra gli sfollati che si dirigevano al di qua del Garigliano, c’era anche un giovane seminarista, Giovanni Adelchi Fantini che, insieme ai suoi parenti, venne accolto da una famiglia di Fasani. 
Lasciamo che siano Ie sue parole a descrivere l'avvenimento: 
“ ... feci l’animatore nella parrocchia di Fasani, priva del reggente, don Luca Lecce, da poco deceduto. In occasione della festa di San Martino, patrono della parrocchia, sollecitai la presenza del Vescovo, che entrò nel piccolo borgo a dorso di un asino, per poter guadare il Rivo Grande, dal momento che I’unico ponte d’accesso era interrotto, minato dalle truppe tedesche in ritirata. In risposta alle parole di ben venuto rivolte al presule da una bambina nella piazzetta del paese, nel complimentarsi con il giovane seminarista, Mons. De Cicco esclamò: «Desidererei tanto che questo giovane restasse nella mia diocesi!».
Questo desiderio, mediato dalla divina provvidenza, si e poi verificato”.
Il 6 giugno 1947, per imposizione delle mani del vescovo Mons. Gaetano De Cicco, nella Cattedrale di Sessa Aurunca, veniva ordinato sacerdote.
A distanza di appena un anno dall'ordinazione, veniva mandato, precisamente il 16 luglio 1948, festa della Madonna del Carmine, come parroco della popolosa comunità di San Nicola in Mondragone.
All’epoca la parrocchia era sita in locali angusti o addirittura fatiscenti in via magg. Boccucci, la parte più antica del rione di San Nicola.
Suo primo compito fu quello di costruire la nuova chiesa parrocchiale, i cui lavori iniziarono il 18 ottobre 1954, utilizzando la legge Aldisio del 1952. Per la sua progettazione ricorse al famoso architetto Gaetano Rapisardi.



La vecchia chiesa di San Nicola in Mondragone

1959, don Adelchi Fantini sul cantiere della erigenda chiesa di San Nicola in Mondragone


Il complesso parrocchiale San Nicola in Mondragone
E quando parlava di Rapisardi i suoi occhi si riempivano di gioia e si esaltava ancora di più quella sua parlata dialettale della terra di nascita.
II tempio, solenne e maestoso, s’impone oggi in tutta la sua splendida bellezza e celebra lo spirito di pietà e l’intelligenza, geniale e volitiva, di questo intrepido apostolo del Signore.



Chiesa di San Giovanni Bosco, Roma, quartiere Tuscolano. 
Costruita dall'arch. Gaetano Rapisardi,  tra il 1953 e il 1958, è coperta dalla cupola più grande di Roma,
dopo San Pietro e il Pantheon, per un diametro di 31 metri.
La struttura della cupola è simile a quella della chiesa di San Nicola in Mondragone.
Foto tratta da:www.flickr.com/photos/hyotsuk/1340883955/in/photostream. 
Ringrazio l'autore sig. Corrado dell'Olio per la gentile concessione alla pubblicazione.

Nel tempo la sua opera, illuminata e illuminante, varca i confini della sua parrocchia e abbraccia i vasti campi della pastorale diocesana, cui diede un forte impulso come Direttore dell'Ufficio Catechistico, come Delegato Vescovile per Ie Confraternite, insieme a numerosi altri incarichi. Fu Vicario Foraneo di Mondragone e Presidente del Capitolo Collegiale di San Giovanni Battista, zelando la purezza del culto in onore di S. Maria Incaldana, di cui era filialmente devoto.
Il 2 luglio 1982 veniva nominato Cappellano di S. S. Giovanni Paolo II.

Ha scritto di lui, don Franco Alfieri in un articolo pubblicato sulla Rivista Diocesana di Sessa Aurunca n. 1-2, anno IV, gennaio-giugno 1992:
Libero e schietto, estroso, imprevedibile, audace, profeta, integro ed intero, incontenibile e vulcanico nei progetti e nelle realizzazioni, visceralmente attaccato e votato alla causa della sua gente e della sua città. Ecco il ritratto di un uomo, di un prete, Mons. Adelchi Fantini, che fece della sua vita un dono, del suo cuore un tempio, della sua geniale forza intellettiva una leva per rompere ogni forma di accerchiamento che potesse compromettere il futuro dell'uomo. La sua azione poderosa fu sapientemente promozionale. Si espose sempre in prima persona, coinvolgendo tutto se stesso nella lotta di liberazione del suo popolo. Non ti lasciava mai indifferente la sua persona e le sue idee e rompevano in forme multicolori dalla sua esuberanza mentale. Mai si restò privi d’un dono.  
Qualche volta destava impressione quel suo apparire sciatto e trasandato. A ben pensarci, in quel suo porsi, senza etichette, nella spontaneità dei gesti, delle parole e di tutto se stesso c’era una venatura di acqua zampillante. Infatti il suo bagno tra la gente fu fervoroso e quotidiano, perché con immediatezza e senza mediazioni si immergeva nelle problematiche e nel tessuto vivo del popolo quasi di impulso. E così naturalmente riusciva simpatico e originale.
Corredato di una intelligenza acuta e concreta, sapeva intuire il corso delle cose e disporre già nel loro accadere le risposte più pertinenti e incisive. Egli era sincero: nemico acerrimo della doppiezza. Su questo terreno gettava impetuosamente tutto se stesso per aiutarci a vivere da uomini liberi.

Morì, parroco di San Nicola in Mondragone, il 7 febbraio 1992, senza aver mai lasciata la comunità parrocchiale che gli era stata affidata.