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Mondragone. Monastero di Sant'Anna de aquis vivis. |
Sito sul versante mondragonese del monte Crestagallo (a circa 280 m s.l.m.), il Monastero di Sant'Anna de aquis vivis domina la fascia pedemontana da quel lato, da un ampio terrazzamento. Il toponimo si deve alla presenza di una sorgente nei suoi immediati pressi.
Abbandonata all'incuria per un'ingiustificabile quantità di anni, la struttura è un interessante complesso monastico medioevale che ha avuto discreta importanza nel corso dei secoli, giovando di una serie di interventi da parte di fedeli e governanti. Il monastero ha forma quadrangolare ed è scandito da vari corpi di fabbrica, in origine con funzioni diverse. Sebbene gran parte delle strutture siano crollate e ci si trovi dinanzi ad un rudere imponente, risulta ancora agevole analizzarlo. Realizzato nella prima metà del XIV secolo, il manufatto divenne così importante da indurre Papa Urbano V, tra il 1362 e il 1370, a concedere indulgenza plenaria a quanti prestassero manodopera per la sua realizzazione e ad occuparsi di regolarne i rapporti col monastero sublacense.
In questo periodo giunsero, chiamati dall'abate Bartolomeo da Siena, monaci dalla Germania in sostituzione di alcuni confratelli allontanati perché indegni. La loro presenza potrebbe aver influenzato la composizione architettonica della chiesa annessa al monastero.
Nel corso del XV secolo sia Giovanna II, sia Alfonso il Magnanimo, estesero le donazioni alla struttura religiosa come i loro predecessori.
Nei secoli successivi, la fortuna del monastero cominciò a mutare; fu ceduto dal cardinale Giovanni de Torquemada, commendatario del convento sublacense, alla comunità benedettina di Montecassino nel 1467 e infine abbandonato nel 1589, come informa la relazione del Vescovo di Carinola, mons. Vitelli, per la presenza di ladri.
Iniziò così una lenta ma inesorabile fase di decadenza, che vide i possedimenti del monastero venduti o ceduti a privati.
Nel XVII secolo, probabilmente in occasione della stesura di un inventario di beni, fu redatto un rilievo della chiesa, all'attualità conservato presso l'Archivio di Montecassino, utile traccia per lo studio della struttura.
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Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis. Pianta della chiesa rilevata nel XVII secolo (Archivio di Montecassino) |
Nel 1848 collina e cenobio risultavano proprietà di tale Alfonso Gambati, che possedeva anche un casino di caccia circondato da vigneti. Nel XX secolo, infine, la struttura, ancora di proprietà privata, continuava a subire un costante degrado, soprattutto a causa dell'incuria dei proprietari e dell'indifferenza degli organi preposti alla sua tutela.
Oggi il complesso è di proprietà ecclesiastica, grazie alla donazione da parte degli ultimi proprietari.
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Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis. La colombaia sotto la quale sgorga la fonte da cui ha origine il toponimo "de aquis vivis". |
La struttura è interamente realizzata in pietrame calcareo, eccezion fatta per la colombaia posta nei suoi immediati pressi che, pur avendo basamento in pietrame, è realizzata in mattoni. I paramenti murari sono allestiti per lo più in ricorsi orizzontali periodici (cosiddetti "cantieri") con pezzame rustico in genere disposto su tre allineamenti, pareggiati con l'utilizzo di materiale minuto.
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Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis. |
In cima ad una
montagna molto amena presso la rocca di Mondragone nel luogo detto S. Anna de aquis vivis (S. Anna dalle
acque vive) per le perenni acque che vi scorrono, per la concessione della
regina Sancia (figlia del re di Maiorca e
seconda moglie di Roberto d’Angiò, re di Napoli) un eremita di Sarzana (Liguria) di nome (Benedetto) aveva
costruito una chiesa dedicata a S. Anna e alcune celle per i compagni, come
risulta più diffusamente dalla seguente donazione della medesima regina fatta
nel 1325, che ratificò Agnese (moglie di
Giovanni, figlio di Carlo II, re di Napoli) Duchessa di Durazzo e Contessa
di Gravina nell’anno 1343, il cui autografo si trova nel nostro archivio:
Agnese Duchessa di
Durazzo e Contessa di Gravina, a tutti quelli che hanno il compito, sia al
presente sia nel futuro, di attendere a questi atti". "In onore e
venerazione della Madre di Dio e della beatissima S. Anna pur essa madre della
stessa Vergine gloriosa, non solo per favorire le opere di carità delle persone
che attendono al culto e alla venerazione di questa Santa in quanto
appartenenti ad ordini religiosi, ma ad ogni altra persona e molto
volentieri... ".
Poiché da parte del
Priore dei Monaci del monastero di S. Anna de Aquaviva sito nel nostro
territorio di Rocca Monte Dragone Eremo soggetto al monastero dell'ordine di S.
Benedetto è stato presentato nella nostra curia un privilegio originale della
serenissima principessa donna Sancia per grazia di Dio regina di Gerusalemme e
di Sicilia, ora lo facciamo pubblicare, dal seguente contenuto:
Sancia per grazia di Dio regina di Gerusalemme e di Sicilia:
notifichiamo a tutti quelli che hanno il compito di controllare gli atti presenti, che essendosi da tempo l’eremita Benvenuto di Sarzana rivolto alla nostra altezza, dopo aver rinunciato ai piaceri del mondo ritirandosi in un luogo deserto e incolto in cima al Monte della nostra Terra di Rocca del monte di Dragone nostro Feudo nel demanio di detta terra, a lode di Dio ha costruito una piccola chiesa in onroe di S. Anna e ultimamente alcune altre celle intorno alla piccola chiesa, con il permesso della nostra autorità. Pertanto vivendo molto lontano dagli uomini ed essendo dedito assiduamente alla contemplazione non può provvedere a sé e ai suoi compagni neppure con l’elemosina.
Per tale ragione si è rivolto umilmente alla nostra serenità con spirito di devozione, chiedendo per il suo sostentamento e per quello dei compagni con lui dimoranti un po’ di terra dl predetto luogo, come si è detto sterile ed incolto al fine di coltivarlo sia per la piccola chiesa sia per il suddetto Eremita. D’altra parte noi abbiamo preso informazioni intorno a tale problema per mezzo di Roberto de Matricio di Sessa nostro vicario per i possedimenti di Terra di lavoro e nel Principato e ricevuta per iscritto la debita relazione comprovante la verità dei fatti e delle richieste dell’Eremita, assegniamo dodici moggia di detta terra sterile, come si dice, e incolta per uso della piccola chiesa, dell’Eremita e dei suoi compagni che sono ivi o vi saranno, fino a quando durerà il nostro beneplacito, riservati e salvi sempre i diritti della regia Curia e di ogni altro.
Napoli, primo di ottobre 1325
La regina Agnese, Napoli 27 luglio 1343, conferma la donazione di dodici moggia di terreno, anche se questo è ormai
coltivato ed è stato costruito il nuovo Monastero.
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Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis. |
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Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis.
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BIBLIOGRAFIA:
Brodella don Amato, Il Monastero di S. Anna, Corrado Zano editore,
Alfredo Di Landa, Fanti e Santi in Terra Rocce Montis Dragonis, Caramanica Editore;
Francesco Miraglia, Note sulle caratterizzazioni costruttive tardomedioevali del Monastero di Sant'Anna de aquis vivis in Mondragone.
Foto:
Salvatore Bertolino
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