I
primi scavi archeologici al Teatro romano di Sessa Aurunca furono diretti da
Amedeo Maiuri negli anni ’20 del XX secolo. Precedentemente, gli storici
municipali ne avevano testimoniato la presenza riconoscendone, come il De Masi,
finanche l’originaria destinazione.
L’edificio
monumentale, sorto a ridosso del foro, fu edificato nell’età augustea per poi
essere ampliato nel II secolo d. C. ad opera di Matidia Minore. Con la fine
dell’impero romano subisce, come gran parte degli edifici antichi, la quasi totale
“spoliazione” e il riutilizzo del materiale per la costruzione di altri
edifici, tra cui la Cattedrale.
|
SESSA AURUNCA (Caserta). Teatro romano dell'antica Suessa |
|
SESSA AURUNCA (Caserta). Teatro romano dell'antica Suessa |
A differenza di altri teatri antichi, quello di
Sessa ha un impianto più vicino al greco che non all’italico, avendo gran parte
della cavea “appoggiata” al banco tufaceo. Durante l’ultima campagna di scavi,
ultimata solo recentemente, sono venuti alla luce diverse emergenze
architettoniche ritenute oramai scomparse. Tra queste, occorre ricordare parte
della media e ima cavea, con diversi gradoni ancora in buone condizioni
conservative. Secondo in Campania, dopo il teatro romano di Napoli, la cavea
poteva contenere dai sette agli ottomila spettatori. Dalle fondazioni ancora
presenti, è stato possibile comprendere l’imponenza della scena che raggiungeva
un’altezza di circa venti metri. L’ingresso avveniva da almeno due zone. A sud
si accedeva tramite uno scalone monumentale, che si collegava ad un edificio
basilicale decorato con marmi, l’ingresso nord era costituito da una galleria
scavata nel tufo, all’interno della quale si è rinvenuto un affresco
raffigurante, probabilmente, il nume tutelare del teatro. Completamente
inaspettato è stato il ritrovamento di numerose statue, alcune quasi integre,
ed iscrizioni che arricchivano, insieme con i marmi di diversa qualità,
l’apparato decorativo dell’edificio. Tra le statue, quattro visibili presso il
Castello ducale, particolare interesse desta Matidia / Aurea, composta da due
differenti marmi di colore nero e bianco, Traiano, Adriano e Vibia Sabina,
databili al II secolo d. C. .
Per la grandiosità di resti e la preziosità
dei reperti rinvenuti, il teatro rappresenta la testimonianza tangibile della
potenza e dell’interesse di Roma per la Campania e per Suessa in particolare.
L’edificio con murature conservate fino a m 20,00 di altezza, comprende una
cavea di m 110 di diametro, scavata nella collina e superiormente impostata su
gallerie, con tre ordini di gradinate in calcare di che potevano ospitare da
7000 a 10000 spettatori. Consistenti sono anche i resti della struttura che
sosteneva il velarium, usato per
proteggere gli spettatori dal sole, e del grande edificio scenico, lungo m
40,00 ed alto in origine m 24,00, dotato di tre ordini sovrapposti di 84
colonne.
La
scena costituiva un vero e proprio museo a cielo aperto dove gli artisti e gli
scalpellini romani usarono molte qualità di marmi per realizzare le decorazioni
architettoniche, costituite da fregi, architravi e capitelli. Le colonne furono
realizzate con cinque diverse qualità di marmi colorati, provenienti dalle
isole greche, dalla Numidia e dall’Egitto, mentre gli architravi ed i capitelli
vennero scolpiti in marmo bianco proveniente da Carrara e da Atene.
|
SESSA AURUNCA (Caserta). Teatro romano dell'antica Suessa |
|
SESSA AURUNCA (Caserta). Teatro romano dell'antica Suessa |
I testi sono tratti da internet
Le foto sono di Salvatore Bertolino