La conoscenza di un territorio e dei suoi valori identitari costituisce non solo il fondamento di un sentimento di appartenenza per le comunità che vi risiedono, ma anche il presupposto per un reale apprezzamento e per una consapevolezza del valore, collettivo e individuale al tempo stesso, del patrimonio culturale locale, oltre che una condizione essenziale per la sua tutela e per la sua rinascita economica e sociale.

Knowing a country and its identity values is both the basis for a sense of belonging for local communities and the prerequisite for an appreciation and a true understanding of the single and collective importance of the cultural and territorial heritage. It is, moreover, the necessary condition to promote its protection and economic and social revival.

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sabato 13 dicembre 2014

Il Museo Archeologico di Teanum Sidicinum



Il Museo fu inaugurato nel 2001 ed  è ospitato nel complesso monumentale del cosiddetto “Loggione e Cavallerizza”. L’edificio, costruito nel XIV secolo per volere della famiglia Marzano, è uno splendido esempio di architettura tardo-gotica con funzioni civili (fu tribunale, sala d’arma e sede del seggio dei nobili). In parte trasformato nei secoli successivi, esso conserva due navate coperte da volte a crociera, sorrette da archi ad ogiva risalenti all’impianto originario.



A differenza di altri Musei campani di antica fondazione, il Museo di Teano non ha tra le sue collezioni, raccolte private o fondi accumulatesi con il tempo, ma è strettamente legato al territorio, agli scavi sistematici ed alle scoperte archeologiche, talune straordinarie, avvenute nel corso degli ultimi decenni del XX secolo. In effetti le origini del Museo si possono far risalire  al 1999, quando la Soprintendenza Archeologica per le Province di Napoli e Caserta, con la partecipazione dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, allestì proprio nei locali che ospitano il Museo, una Mostra di materiali archeologici “Da Sidicini a Romani. La necropoli di Orto Ceraso a Teano”. I materiali archeologici provenienti dalla necropoli di Orto Ceraso, tempestivamente restaurati e studiati, rappresentarono il primo fulcro di un’esposizione che avrebbe poi visto l’apertura del Museo Archeologico, al fine di soddisfare esigenze scientifiche e didattiche e di proporre i contesti di rinvenimento di materiali di un intero territorio.

Copertina dell'opuscolo divulgativo della Mostra:
Da Sidicini a Romani. La necropoli di Orto Ceraso a Teano


Il Museo, oggi, ci racconta così, grazie all’esposizione di oltre mille reperti, la storia di una città e del suo territorio, dalla preistoria alla tarda antichità.
I nuclei principali delle sale sono essenzialmente costituiti dai resti votivi provenienti dai santuari dei Sidicini, in particolare dall’area sacra individuata in località Loreto e dall’edificio di culto pertinente all’area scavata presso fondo Ruozzo, che ha restituito una notevole quantità di ex-voto, statuette, vasellame e ceramica miniaturistica.
Notevole la raccolta di steli funerarie, provenienti proprio da Orto Ceraso, che rappresentano una classe di reperti di straordinaria importanza, in quanto forniscono significative testimonianze per le ricerche sulle civiltà che abitarono il territorio sidicino-teanese.

Stele funeraria di Manlius Statuleius




Il testo è liberamente tratto dalla Guida al Parco Regionale Roccamonfina-Foce Garigliano.

Foto di: ©2014.Salvatore Bertolino 

domenica 16 novembre 2014

Civiltà Aurunca: trent'anni di attività editoriali della Rivista




Civiltà Aurunca, la rivista trimestrale fondata nel 1985 dal compianto on. Avv. Franco Compasso, compie gli anni, esattamente 30, e li festeggia alla grande con un evento 

il trentennio di attività editoriali della 
Rivista trimestrale Civiltà Aurunca 

organizzato dall’Associazione culturale “Matilde Serao” di Carinola.

L’appuntamento è fissato per domenica 23 Novembre 2014, ore 17,30 presso il Convento Monumentale di San Francesco in Casanova di Carinola.

Casanova di Carinola, Convento di San Francesco


Saranno presenti tutti i Sindaci del comprensorio del Massico che porteranno i loro saluti, a cominciare dal Sindaco di Carinola dott. Luigi De Risi, a seguire il Sindaco di Sessa Aurunca dott. Luigi Tommasino, il Sindaco di Falciano del Massico dott. Giosuè Santoro e quello di Francolise dot. Gaetano Tessitore.
Per l’Associazione culturale “Matilde Serao” –organizzatrice dell’evento- porterà i saluti la Presidente dott.ssa Silvana Sciaudone; presenzierà, inoltre, l'editore della rivista Armando Caramanica. 


A seguire gli interventi del dott. Ugo Zannini, direttore del Museo Civico di Falciano del Massico e del prof. Silvano Franco, ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Cassino, nonché direttore di Civiltà Aurunca.
Coordinatore dei lavori Antonio Corribolo, socio fondatore dell’Associazione culturale “Matilde Serao” ed ideatore del Premio di Giornalismo dedicato a Matilde Serao, fondatrice del quotidiano IL MATTINO di Napoli.
Il tutto con la collaborazione artistica e l’intervento degli studenti del Liceo Musicale “Agostino Nifo” di Sessa Aurunca.


Civiltà Aurunca aspira a sviluppare, nel libero e fecondo dibattito delle idee – autonomo da interessi di gruppi definiti e da condizionamenti esterni – le forme più alte della vita delle nostre comunità, che oggi sono riconducibili essenzialmente all’esigenza di una migliore qualità della vita in tutti i settori della società civile. Civiltà Aurunca risponde, perciò, pienamente alla duplice esigenza di approfondire, con accurati e rigorosi studi, i contenuti culturali di una «civiltà» che ha lasciato sul nostro territorio e nella nostra società tracce inconfondibili della sua presenza. 
Intendiamo sviluppare un nuovo discorso, più rigoroso e coerente, sui problemi del «governo» del territorio: dalla tutela e valorizzazione dei beni culturali alla difesa dell’ambiente, dall’utilizzazione più ragionevole delle risorse agli insediamenti umani e produttivi.

In trent’anni di attività editoriale Civiltà Aurunca ha pubblicato 92 numeri trimestrali, alcuni di essi dedicati a tematiche o aspetti specifici:

n. 4 -1986-, Giuseppe Tommasino: l’uomo e l’opera;
n. 6/7 -1988-, L’anno europeo dell’ambiente. Progetto pilota area aurunca;
n. 12/13 -1990-, Anno Europeo del Turismo. Iniziative promozionali nell’Area Aurunca;
n. 26 -1994-, La Chiesa rupestre di S. Maria in Grotta ed i suoi affreschi;
n. 37 -1997-, A Franco Compasso: l’uomo, il politico, il meridionalista;
n. 48 .2002., Analisi dei flussi elettorali nell’antica area aurunca (1992/2001);
n- 85/88 -2012-, Unità d’Italia. Regno delle Due Sicilie – Regno d’Italia a confronto,

ed i seguenti quaderni di Civiltà Aurunca:

1.   F. Leoni, Gli Ospedali militari del Regno delle Due Sicilie nel triennio 1831-33;
2.   F. Leoni, Il colera nell’Italia meridionale (1836-37);
3.   P. Stanziale, La sera del 18 marzo a Cascano;
4.   F. Leoni, La situazione sanitaria nel Basso Lazio nel teatro di guerra durante gli avvenimenti del 1944;
5.   G. Ciriello, S. Erasmo a Piedimonte tra fede e folklore;
6.   F. Bevellino, Salvatore Morelli. Deputato del collegio di Sessa Aurunca (1867-1880);
7.   F. Bevellino – G. Di Marco, Le Elezioni generali politiche del 1913 nel Collegio elettorale di Sessa Aurunca;
8.   M. Novelli, Una meravigliosa avventura;
9.   G. Verdolotti, Il linguaggio nella poesia. Secondo Martin Heidegger;
10.                G. Verdolotti, Teatro e dialetto “in Terra di Lavoro”;
11.                G. Verdolotti, Cenni sulla letteratura della Resistenza:
12.                A. Compasso, Baia Domizia. Problemi e prospettive di sviluppo.

Nella Collana Aurunca sono state pubblicati i seguenti volumi:
1.   AA.VV., Agostino Nifo, il “Suessano”;
2.   L. Salvi, La Ferriera delle Gomite di Teano;
3.   L. Canonici, Presenza Francescana in Terra Aurunca;
4.   S. Franco, Il colera del 1910-1911 nel Circondario di Gaeta;
5.   AA.VV., Lungo le tracce dell’Appia. Sessa Aurunca e Capua due città di cultura;
6.   S. Franco, L’epidemia di carbonchio del 1809-1810 a S. Andrea del Pizzone;
7.   S. Cascella, Il teatro romano di Sessa Aurunca;
8.   F e W. Tommasino, Grammatica del dialetto della zona aurunca;
9.   C. Valente, L’Università Baronale di Carinola nell’appprezzo dei Beni anno 1690;
10.                C. Di Iorio – G. Loffredo, Il buco-buco. Un canto della tradizione popolare aurunca tra storia e leggenda.





Civiltà Aurunca ha inoltre pubblicato gli atti del Convegno tenuto a Sessa Aurunca nel 2009, Isti (Aurunci) graece Ausones nominantur, a cura di Ugo Zannini.

domenica 15 giugno 2014

Carinola. Il Premio Giornalistico Nazionale "Matilde Serao" 2014 a Bianca Berlinguer. Attribuito a Maria Pirro la prima edizione del Premio Giovanile



Si alza il sipario sull’edizione 2014 del Premio Giornalistico Nazionale “Matilde Serao” attribuito, quest'anno, alla direttrice del TG 3 Bianca Berlinguer.
Per la sezione giovanile, istituita da quest’anno, saranno invece premiate, Maria Pirro e Chiara Coppola, che si sono classificate, rispettivamente, al primo e secondo posto. Come quello tradizionale, il Premio Giovanile, riservato alle giornaliste professioniste e non, under 35, è  tutto al femminile ed è finalizzato a premiare il talento, la professionalità, l’originalità, il coraggio e la passione di operatrici dell’informazione alle loro prime esperienze. Il Premio Giovanile, ogni anno, sarà caratterizzato da un ambito o tema di riferimento individuato preliminarmente dal Comitato Promotore.
L’ambito prescelto per l’edizione 2014 è stato Raccontare il Sud, un tema intorno al quale si sono articolati i lavori presentati dalle concorrenti che hanno saputo far emergere le problematiche, i valori, le potenzialità, le contraddizioni del Sud.
Il  Premio Giornalistico Nazionale  costituisce un omaggio alla memoria di Matilde Serao, alla sua vita, alle sue opere, ma soprattutto al suo impegno di giornalista      imprenditrice, fondatrice di ben quattro giornali tra i quali, appunto, Il Mattino di Napoli.
Con l’iniziativa, che si avvale della collaborazione e del patrocinio de «Il Mattino e dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, l’Amministrazione comunale di Carinola, promotrice dell’iniziativa, vuole, ricordare uno dei suoi più illustri concittadini: Matilde Serao nacque, infatti, dall'avvocato Francesco, profugo in Grecia, originario di Ventaroli, frazione di Carinola, dove la giornalista trascorse i primi anni della sua giovinezza.
Anche quest’anno tutto il lavoro preparatorio ed organizzativo è stato curato dall’Associazione Culturale “Matilde Serao”, infatti, “è proprio grazie al lavoro e alla passione dell’Associazione, che con l’edizione di quest’anno, - ha dichiarato Antonio Corribolo, ideatore della manifestazione -  il Premio farà un ulteriore salto di qualità. Dobbiamo, pertanto, essere grati soprattutto a quanti all’interno dell’Associazione “Matilde Serao” si sono occupati sia del Premio tradizionale sia di quello giovanile e, sotto quest’aspetto, un plauso particolare va a Caterina di Iorio, Amalia Vingione, Lucia Ruosi, Lidia Luberto, Salvatore Bertolino, la Presidente Silvana Sciaudone e il vice Presidente Enrico Tuozzi e soprattutto a tutti gli iscritti all’Associazione Culturale “Matilde Serao” residenti in varie parti d’ Italia e qualcuno anche all’estero»
Nelle edizioni precedenti, il Premio “Serao” è andato a Natalia Aspesi (La Repubblica), Carmen Lasorella (Rai 2), Giovanna Botteri (Rai 3), Donatella Trotta (Il Mattino), Daniela Vergara (Rai 2), Rosaria Capacchione (Il Mattino), Lucia Annunziata (Rai 3), Titta Fiore (Il Mattino) e Barbara Stefanelli (Corriere della Sera).


Carinola. Palazzo Petrucci

La cerimonia di consegna dei premi si svolgerà come di consueto a Carinola, il prossimo 25 giugno, alle ore 17,30, nello storico Palazzo Petrucci, dimora storica di Antonello Petrucci, segretario di Re Ferrante d’Aragona.

martedì 13 maggio 2014

Il Premio di Giornalismo "Matilde Serao" si apre alle giornaliste under 35.

Carinola, Il cortile di Palazzo Marzano o Novelli,
sede del Premio di Giornalismo "Matilde Serao"


1° PREMIO GIORNALISTICO GIOVANILE 
"MATILDE SERAO"
CARINOLA (CE)
E’ indetta la Prima Edizione del Premio Giornalistico Giovanile Matilde Serao promosso dal Comune di Carinola (CE), dall’Associazione Culturale "Matilde Serao" di Carinola (CE) in collaborazione con IL MATTINO e con il patrocinio del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. 
La manifestazione, a decorrere dal 2014 va ad aggiungersi al Premio Giornalistico tradizionale Matilde Serao che viene annualmente assegnato a giornaliste professioniste della carta stampata e/o della televisione.
Come il tradizionale anche quello giovanile sarà un Premio “al femminile” finalizzato a valorizzare il talento, la professionalità, l’originalità, il coraggio e la passione di giovani giornaliste e, come quello tradizionale avrà una periodicità annuale. Il Premio è nato per rendere omaggio alla memoria di Matilde Serao, alla sua vita, alle sue opere ma soprattutto al suo impegno di giornalista imprenditrice fondatrice di ben 4 giornali tra i quali IL MATTINO.

Matilde Serao
Il Premio Giovanile ogni anno sarà caratterizzato da un ambìto o tema di riferimento individuato preliminarmente dal Comitato Promotore. 
L’ambìto o tema di riferimento prescelto dal Comitato Promotore del Premio per l’edizione 2014 è ”Raccontare il Sud”. Saranno presi in considerazione i lavori che più e meglio, anche attraverso la denuncia, avranno saputo far emergere, le problematiche, i valori, le potenzialità, le contraddizioni del Sud.
Il Premio Giovanile, come quello tradizionale alla carriera, sarà consegnato nel corso di una cerimonia che si svolgerà il 25 giugno 2014 in Carinola (Caserta), comune di origine paterna di Matilde Serao. 
La Giuria del Premio è presieduta dal Direttore de IL MATTINO Alessandro Barbano ed è composta dai seguenti giornalisti: Ottavio Lucarelli, Mario Aiello, Marco De Marco, Titta Fiore, Aldo Balestra, Lidia Luberto.
Componenti ulteriori della Giuria sono: Luigi De Risi, Sindaco di Carinola, Rosa Di Maio, Assessore alla Cultura del Comune di Carinola, Antonio Corribolo, Fondatore del Premio, Silvana Sciaudone, Presidente dell’Associazione e i componenti dell’ Associazione, all’uopo designati, Caterina Di Iorio, Amalia Vingione e Lucia Ruosi.


REGOLAMENTO

Art. 1- Il Premio Giornalistico Giovanile Matilde Serao è riservato a giovani giornaliste, professioniste, pubbliciste, praticanti, freelance ed allieve delle scuole di giornalismo con un’età non superiore ai 35 anni calcolata alla data di scadenza del presente bando. La partecipazione è gratuita e a titolo individuale. 
Art.2- Esso consiste in un premio di € 1.000 per la prima classificata e in un premio di € 500,00 per la seconda classificata oltre ad una targa ricordo. 
Art. 3- L’ ambito o tema di riferimento prescelto dal Comitato Promotore del Premio per l’edizione 2014 è:”Raccontare il Sud”.
Art.4- Ogni partecipante potrà concorrere con un solo articolo attinente il tema indicato, che sia stato pubblicato, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2013, su quotidiani, periodici, testate giornalistiche anche on-line. Non saranno presi in considerazione articoli senza firma né articoli scritti da più giornaliste. Gli articoli inviati e non premiati, non saranno restituiti e saranno distrutti a cura del Comitato Promotore.
Art-5- Ogni concorrente oltre all’articolo dovrà produrre la domanda di partecipazione utilizzando il modulo allegato al bando (compilata in ogni sua parte in maniera chiara e leggibile compresa la liberatoria privacy pena l’esclusione dal Premio). L’ articolo, la domanda di partecipazione e la documentazione a corredo della domanda dovranno pervenire entro e non oltre il 31 maggio 2014 in formato digitale compatibile (pdf; jpg, ) a premio.serao.carinola@gmail.com
Tutta la documentazione inviata a mezzo mail, dovrà essere proseguita a mezzo Raccomandata1 di Poste Italiane Spa indirizzata ad Associazione Culturale Matilde Serao- Via Roma nr. 20- 81030 Carinola (CE) con data di accettazione non oltre il 31 maggio 2014. 
Art.6- Ogni partecipante, è personalmente responsabile del contenuto degli articoli inviati e la partecipazione al Premio implica la completa accettazione del presente regolamento significando che le concorrenti sollevano gli organizzatori del Premio da ogni responsabilità in merito al contenuto degli articoli.
Art.7- Le decisioni della giuria sono insindacabili e non potranno essere impugnate in alcuna sede. I componenti la Giuria incaricati di valutare gli articoli invieranno entro e non oltre il 5 giugno 2014 ai riferimenti mail del Comitato Promotore la graduatoria dagli stessi elaborata e le motivazioni a sostegno. Sulla base di tutte le graduatorie pervenute, il Comitato Promotore entro e non oltre il 10 giugno 2014, provvederà a stilare la graduatoria finale. Le motivazioni a sostegno della individuazione delle vincitrici, saranno lette nel corso della cerimonia di consegna del Premio. Gli articoli premiati potranno essere pubblicati su organi di informazione nell’ ambito del Premio. Le vincitrici contattate dovranno assicurare tempestivamente a mezzo mail la loro presenza alla cerimonia di consegna atteso che la mancata presentazione comporterà la decadenza dalla condizione di vincitrice. 
Art.8- Nella domanda di partecipazione, le concorrenti dovranno indicare:
a) generalità complete : nome, cognome, data e luogo di nascita, luogo di residenza, codice fiscale recapiti telefonici fissi e mobili, indirizzi di posta elettronica;
b) sintetico curriculum vitae; 
c) nome del giornale anche on-line con indicazione della data in cui è stato pubblicato l’articolo; 
d) dichiarazione con la quale sollevano il Comitato Promotore e la Giuria da qualsiasi responsabilità derivante dall’ articolo, in ordine al suo contenuto, alla originalità, alla violazione dei diritti d’autore e riproduzioni. 
e) autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi del D.lgs. 196/2003 che saranno utilizzati ai soli fini del Premio e potranno essere resi noti nell’ambito dell’attività di promozione del Premio stesso. Alla domanda di partecipazione, oltre all’articolo, dovrà anche essere allegato copia di un documento di riconoscimento valido e prova documentale della avvenuta pubblicazione dell’ articolo con indicazione della data di avvenuta pubblicazione o in subordine dichiarazione resa dal direttore della testata.



venerdì 4 aprile 2014

Mondragone: il Monastero di Sant'Anna de aquis vivis


Mondragone. Monastero di Sant'Anna de aquis vivis.

Sito sul versante mondragonese del monte Crestagallo (a circa 280 m s.l.m.), il Monastero di Sant'Anna de aquis vivis domina la fascia pedemontana da quel lato, da un ampio terrazzamento. Il toponimo si deve alla presenza di una sorgente nei suoi immediati pressi.

Abbandonata all'incuria per un'ingiustificabile quantità di anni, la struttura è un interessante complesso monastico medioevale che ha avuto discreta importanza nel corso dei secoli, giovando di una serie di interventi da parte di fedeli e governanti. Il monastero ha forma quadrangolare ed è scandito da vari corpi di fabbrica, in origine con funzioni diverse. Sebbene gran parte delle strutture siano crollate e ci si trovi dinanzi ad un rudere imponente, risulta ancora agevole analizzarlo. Realizzato nella prima metà del XIV secolo, il manufatto divenne così importante da indurre Papa Urbano V, tra il 1362 e il 1370, a concedere indulgenza plenaria a quanti prestassero manodopera per la sua realizzazione e ad occuparsi di regolarne i rapporti col monastero sublacense.
In questo periodo giunsero, chiamati dall'abate Bartolomeo da Siena, monaci dalla Germania in sostituzione di alcuni confratelli allontanati perché indegni. La loro presenza potrebbe aver influenzato la composizione architettonica della chiesa annessa al monastero. 
Nel corso del XV secolo sia Giovanna II, sia Alfonso il Magnanimo, estesero le donazioni alla struttura religiosa come i loro predecessori. 
Nei secoli successivi, la fortuna del monastero cominciò a mutare; fu ceduto dal cardinale Giovanni de Torquemada, commendatario del convento sublacense, alla comunità benedettina di Montecassino nel 1467 e infine abbandonato nel 1589, come informa la relazione del Vescovo di Carinola, mons. Vitelli, per la presenza di ladri. 
Iniziò così una lenta ma inesorabile fase di decadenza, che vide i possedimenti del monastero venduti o ceduti a privati. 
Nel XVII secolo, probabilmente in occasione della stesura di un inventario di beni, fu redatto un rilievo della chiesa, all'attualità conservato presso l'Archivio di Montecassino, utile traccia per lo studio della struttura. 


Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis.
Pianta della chiesa rilevata nel XVII secolo
(Archivio di Montecassino) 

Nel 1848 collina e cenobio risultavano proprietà di tale Alfonso Gambati, che possedeva anche un casino di caccia circondato da vigneti. Nel XX secolo, infine, la struttura, ancora di proprietà privata, continuava a subire un costante degrado, soprattutto a causa dell'incuria dei proprietari e dell'indifferenza degli organi preposti alla sua tutela. 
Oggi il complesso è di proprietà ecclesiastica, grazie alla donazione da parte degli ultimi proprietari.


Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis.
La colombaia sotto la quale sgorga la fonte da cui ha origine il toponimo "de aquis vivis".
La struttura è interamente realizzata in pietrame calcareo, eccezion fatta per la colombaia posta nei suoi immediati pressi che, pur avendo basamento in pietrame, è realizzata in mattoni. I paramenti murari sono allestiti per lo più in ricorsi orizzontali periodici (cosiddetti "cantieri") con pezzame rustico in genere disposto su tre allineamenti, pareggiati con l'utilizzo di materiale minuto.

Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis.
In cima ad una montagna molto amena presso la rocca di Mondragone nel luogo detto S. Anna de aquis vivis (S. Anna dalle acque vive) per le perenni acque che vi scorrono, per la concessione della regina Sancia (figlia del re di Maiorca e seconda moglie di Roberto d’Angiò, re di Napoli)  un eremita di Sarzana (Liguria) di nome (Benedetto) aveva costruito una chiesa dedicata a S. Anna e alcune celle per i compagni, come risulta più diffusamente dalla seguente donazione della medesima regina fatta nel 1325, che ratificò Agnese (moglie di Giovanni, figlio di Carlo II, re di Napoli) Duchessa di Durazzo e Contessa di Gravina nell’anno 1343, il cui autografo si trova nel nostro archivio:

Agnese Duchessa di Durazzo e Contessa di Gravina, a tutti quelli che hanno il compito, sia al presente sia nel futuro, di attendere a questi atti". "In onore e venerazione della Madre di Dio e della beatissima S. Anna pur essa madre della stessa Vergine gloriosa, non solo per favorire le opere di carità delle persone che attendono al culto e alla venerazione di questa Santa in quanto appartenenti ad ordini religiosi, ma ad ogni altra persona e molto volentieri... ".

Poiché da parte del Priore dei Monaci del monastero di S. Anna de Aquaviva sito nel nostro territorio di Rocca Monte Dragone Eremo soggetto al monastero dell'ordine di S. Benedetto è stato presentato nella nostra curia un privilegio originale della serenissima principessa donna Sancia per grazia di Dio regina di Gerusalemme e di Sicilia, ora lo facciamo pubblicare, dal seguente contenuto:

Sancia per grazia di Dio regina di Gerusalemme e di Sicilia:
notifichiamo a tutti quelli che hanno il compito di controllare gli atti presenti, che essendosi da tempo l’eremita Benvenuto di Sarzana rivolto alla nostra altezza, dopo aver rinunciato ai piaceri del mondo ritirandosi in un luogo deserto e incolto in cima al Monte della nostra Terra di Rocca del monte di Dragone nostro Feudo nel demanio di detta terra, a lode di Dio ha costruito una piccola chiesa in onroe di S. Anna e ultimamente alcune altre celle intorno alla piccola chiesa, con il permesso della nostra autorità. Pertanto vivendo molto lontano dagli uomini ed essendo dedito assiduamente alla contemplazione non può provvedere a sé e ai suoi compagni neppure con l’elemosina.
Per tale ragione si è rivolto umilmente alla nostra serenità con spirito di devozione, chiedendo per il suo sostentamento e per quello dei compagni con lui dimoranti un po’ di terra dl predetto luogo, come si è detto sterile ed incolto al fine di coltivarlo sia per la piccola chiesa sia per il suddetto Eremita. D’altra parte noi abbiamo preso informazioni intorno a tale problema per mezzo di Roberto de Matricio di Sessa nostro vicario per i possedimenti di Terra di lavoro e nel Principato e ricevuta per iscritto la debita relazione comprovante la verità dei fatti e delle richieste dell’Eremita, assegniamo dodici moggia di detta terra sterile, come si dice, e incolta per uso della piccola chiesa, dell’Eremita e dei suoi compagni che sono ivi o vi saranno, fino a quando durerà il nostro beneplacito, riservati e salvi sempre i diritti della regia Curia e di ogni altro.
Napoli, primo di ottobre 1325
La regina Agnese, Napoli 27 luglio 1343, conferma la donazione di dodici moggia di terreno, anche se questo è ormai coltivato ed è stato costruito il nuovo Monastero.


Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis.
Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis.



BIBLIOGRAFIA:
Brodella don Amato, Il Monastero di S. Anna, Corrado Zano editore, 
Alfredo Di Landa, Fanti e Santi in Terra Rocce Montis Dragonis, Caramanica Editore;
Francesco Miraglia, Note sulle caratterizzazioni costruttive tardomedioevali del Monastero di Sant'Anna de aquis vivis in Mondragone.

Foto:
Salvatore Bertolino