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La facciata della chiesa |
La
fondazione del convento di Teano risale alla prima metà del secolo XIV, quando i francescani Fra Martino da Campagna e
Fra Nicola da Castellammare ne iniziarono l'edificazione autorizzata con la
Bolla "Sincerae devotionis affectus" di papa Martino V del
primo ottobre 1427.
Secondo
un'antica tradizione, ripresa anche dal Gonzaga e altri cronisti dell'Ordine e
della Provincia, il convento sorse per impulso di S. Bernardino da Siena che vi
dimorò alcuni anni; infatti al primo piano del convento c'è una piccola cella
nella quale pare abbia dimorato il santo predicatore; oggi trasformata in
cappella. Anche il pozzo nel chiostro è chiamato "Pozzo di san
Bernardino" perché scavato nel luogo indicato dal santo.
Nel
1508 il convento e la chiesa subirono sostanziali trasformazioni grazie alle
generose donazioni della nobiltà e dei fedeli di Teano, il convento fu ampliato
e furono edificati i tre piani superiori, solo il chiostro rimase intatto e le
antiche celle, restarono adibite per depositi ed officine.
La totale
trasformazione del convento ha rovinato il primitivo impianto, solo il chiostro quattrocentesco
è rimasto intatto, tanto che lo storico dell'Ordine francescano P. Cirillo
Caterino definì “gioiello fra i più belli
dell’epoca del Mezzogiorno d’Italia”, interamente scolpito in tufo grigio
locale, con i fasci di colonne separati dalle eleganti arcate ogivali mediante
capitelli con ricca decorazione di figure zoomorfe e motivi vegetali è dello stemma della famiglia teanese
Martino de Carles, grande benefattrice del convento.
La
sorte di questo bellissimo chiostro non fu sempre lieta, durante il Seicento, tutte le
forme di architettura medievale furono rivestite di stucchi.
La
chiesa, dedicata a S. Antonio di Padova, divenne ben presto meta di ferventi
pellegrini mentre il convento ospitò frati in numero sempre crescente; la festa
di S. Antonio richiamò tanti pellegrini da dare origine alla famosa fiera tra
le più importanti d'Italia per il commercio degli equini.
In
pochi secoli al santuario furono aggiunte nuove fabbriche, come quella sulla
sommità della collina, costruita nel 1742 da P. Benedetto Molinari da Teano ad
uso dei pellegrini antoniani, mutato in seguito come studentato per giovani
francescani e, in epoca di fusione, come collegio serafico.
Quest'ultimo
ebbe un ruolo ben determinato nella storia della Provincia. Doveva servire di
richiamo per i bambini della provincia che avessero la vocazione religiosa,
avrebbero seguito lì il
corso preparatorio (quinta elementare e prima media) per poi frequentare gli
anni successivi ad Afragola.
Nel
1718 Gaetano Zarone, alla cui famiglia fu concessa la sepoltura al centro della
navata che custodisce le spoglie del Vescovo Tommaso Zarone, fece erigere a sue
spese il possente campanile.
Nel
1799 le truppe francesi del gen. Championnet saccheggiarono e incendiarono
chiesa e convento, dando alle fiamme la splendida e importantissima biblioteca
e la statua del Santo.
Il convento e la chiesa, dopo la fuga dei francesi da Napoli
e la caduta della Repubblica Partenopea, furono ricostruiti a spese della
nobiltà e dei fedeli di Teano e dei villaggi vicini. Nel 1856 M. R. P. Raffaele
di Pozzuoli, allora Ministro Provinciale, scriveva che vi si era ricostruita
un'importante biblioteca per la magnificenza del duca Caianiello.
Con la
legge eversiva sulle congregazioni religiose del 1866 il convento di
Sant'Antonio al demanio dello Stato, dal quale fu ceduto al Comune di Teano. I
frati furono espulsi, solo riuscirono a permanervi con il compito di
custodirlo, ma la politica anticlericale non consentì altro.
Nel
1897 i frati poterono riacquistare il convento e dare inizio al restauro,
compiuto nel 1903 con la riconsacrazione della chiesa, per opera del Guardiano
P. Valentino Barile, furono infine rifatti gli stucchi esterni della chiesa e del campanile.
Poco
noto, ma di eccezionale importanza fu il ruolo del convento durante l'ultimo conflitto mondiale.
In previsione dei bombardamenti su Napoli nel convento furono segretamente trasferiti
ingenti fondi librari della Biblioteca Nazionale. Nel triennio 1962-65
iniziarono i lavori di riparazione
dei danni di guerra, il convento fu rifatto in tutte le sue parti: arricchito
di pavimenti e rivestimenti in marmo nei corridoi dei piani superiori; il piano
terra livellato e pavimentato, il chiostro fu reso più armonioso e arioso.
Particolare attenzione fu dedicata
anche alla chiesa, troppo piccola per contenere le masse di pellegrini. Essa non
potendo si estendere verso sinistra per la presenza del chiostro, fu ampliata
nel 1963 eliminando le cappelle sulla destra, che furono trasformate in navata con due vani
di apertura sul presbiterio.
Attiguo alla chiesa, un campanile a pianta quadrata che si sviluppa su quattro livelli e termina con una cupola.
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Il campanile |
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Il portale
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