La conoscenza di un territorio e dei suoi valori identitari costituisce non solo il fondamento di un sentimento di appartenenza per le comunità che vi risiedono, ma anche il presupposto per un reale apprezzamento e per una consapevolezza del valore, collettivo e individuale al tempo stesso, del patrimonio culturale locale, oltre che una condizione essenziale per la sua tutela e per la sua rinascita economica e sociale.

Knowing a country and its identity values is both the basis for a sense of belonging for local communities and the prerequisite for an appreciation and a true understanding of the single and collective importance of the cultural and territorial heritage. It is, moreover, the necessary condition to promote its protection and economic and social revival.

venerdì 13 dicembre 2013

Sessa Aurunca: la Cattedrale.

Sessa Aurunca: la Cattedrale

Nel X secolo a Sessa è documentata una prepositura cassinese, ma, il vero gioiello di arte cassinese è la sua cattedrale. Al 1103, come testimonia il Chronicon Suessanum, si fa risalire l’inizio dei lavori per la sua costruzione, dedicata a s. Maria e s. Pietro. Nel 1103 era vescovo di Sessa un benedettino (Giacomo, 1100- 1113), così come era a capo della diocesi un monaco cassinese l’anno della sua consacrazione (Giovanni II, 1113-1126). La presenza di vescovi benedettini spiega di per sé come mai la cattedrale di Sessa, al pari di quella di Sant’Angelo in Formis e di Caserta Vecchia, rifletta l’impianto della basilica desideriana. 


Sessa Aurunca: la Catttedrale, il finestrone di facciata.

La costruzione è stata eseguita con grossi blocchi di marmo squadrati, provenienti da costruzioni romane del territorio. Il duomo è articolato in un corpo longitudinale tripartito da colonne e transetto, concluso da tre absidi. Il transetto è posto ad un livello superiore rispetto alle tre navate, per dare spazio alla cripta sostenuta da una serie di 22 colonnine di età romana. Secondo alcuni studiosi la cattedrale è stata costruita sul luogo di un antico tempio pagano, ma l’ipotesi, seppure affascinante, non è confortata da alcuna emergenza archeologica. 
La facies originaria del duomo è stata stravolta da un intervento di rammodernamento operato durante l’episcopato di monsignor Caraccioli, quando fu aggiunta una decorazione barocca che si rifaceva ai canoni dettati dallo scultore Domenico Antonio Vaccaro. 
Il pulpito, commissionato dal vescovo Pandolfo (1224-1259), è un autentico capolavoro dell’arte meridionale. Finemente decorato, fu portato a termine dal vescovo Giovanni (1259-1283), che, a sua volta, commissionò al maestro Peregrino il candelabro e una scala con parapetto. Lungo la navata maggiore è ancora intatta l’antica pavimentazione a mosaico della prima metà del XIII secolo. Sull’altare maggiore spicca la Madonna in trono con Bambino, dipinta su tavola e ricoperta con una lamina d’argento, di Marco Cardisco, allievo di Polidoro da Caravaggio, della prima metà del XVI. 
Nella cappella del Sacramento, si trova la Comunione degli Apostoli di Luca Giordano del 1659.


Sessa Aurunca: la Cattedrale (particolarte della facciata).
Sessa Aurunca: la Cattedrale, il leone di destra dell'ingresso principale.

Il testo è di MARIA ELISABETTA VENDEMIA
Foto di SALVATORE BERTOLINO




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