E’
un libro “uscito fuori” dall’oblìo del tempo, quasi per caso.
Ce
lo racconta il nostro conterraneo dott. Ugo Zannini, appassionato archeologo,
nella prefazione alla ristampa anastatica del 1990:
Come
quasi tutte le scoperte anche questa è casuale. Nel leggere la corrispondenza
epistolare, tra l’illustre archeologo napoletano Giulio Minervini ed il
canonico capuano Gabriele Iannelli mi imbattei in una lettera datata 23 marzo
1859 che alla fine così recitava: “Opportunamente vi prego a favorirmi ancora in
procurarmi, se vi è possibile, l’opera del Weber De agro et vino Falerno, che
avete accennato nel vostro Bullettino….”.
Dopo
laboriosi controlli bibliografici e lunghissime ricerche l’edizione originale fu rinvenuta presso la biblioteca dell’Istituto Archeologico Germanico di
Roma.
Riprodotta
anastaticamente, insieme alla cartina della Regio Falerna rinvenuta allegata
all’edizione originale, con traduzione in italiano del prof. Fernando Tommasino
e con nota storica del prof. Giuseppe Guadagno, è stata edita dall'Istituto Grafico
Editoriale Italiano, 1990, a cura dell’ArcheoClub di Falciano del Massico.
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La cartina della Regio Falerna |
Karl
Friederik WEBER, professore nell’Università di Marburgo (Germania), venuto a
Napoli, conosce il vino Falerno e stimolato dal nome, che per lui filologo è
pieno di fascino, compone nel 1855 questo studio che rappresenta, ancora oggi, l’unico contributo organico e completo sul territorio e sul vino Falerno.
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Copertina del testo nell'edizione originale.
Esemplare conservato nella University of Virginia Library (da Google book)
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L'incipit dell'opera |
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