La conoscenza di un territorio e dei suoi valori identitari costituisce non solo il fondamento di un sentimento di appartenenza per le comunità che vi risiedono, ma anche il presupposto per un reale apprezzamento e per una consapevolezza del valore, collettivo e individuale al tempo stesso, del patrimonio culturale locale, oltre che una condizione essenziale per la sua tutela e per la sua rinascita economica e sociale.

Knowing a country and its identity values is both the basis for a sense of belonging for local communities and the prerequisite for an appreciation and a true understanding of the single and collective importance of the cultural and territorial heritage. It is, moreover, the necessary condition to promote its protection and economic and social revival.

venerdì 19 aprile 2024

Il Cristo Crocifisso di Scuola giottesca (dipinto, 1330 - 1331) nella Cattedrale di Teano

 


Il Cristo Crocifisso di Teano


Il Crocifisso su tavola, esemplato su un prototipo giottesco, si distingue per una fisionomia ablunga, una "nuova inclinazione della testa che rende particolarmente ombroso e morbido il trapasso tra mento e collo, nella particolare forma e trasparenza del perizoma", mosso dal vento lateralmente "e nel peculiare restringimento della fronte realizzato grazie ad una corona di spine e ad una frangia della stessa capigliatura". Una decorazione a tralci fogliacei orna i laterali della traversa.

Così lo descrive la scheda del Catalogo Generale Beni Culturali.

Il magnifico crocifisso, un dipinto ad olio su tavola (1330-1331), venne rinvenuto fra le rovine della chiesa Cattedrale di Teano, semidistrutta dalle incursioni aeree del 1943, e venne restaurato dalla Soprintendenza di Napoli.

Attualmente è esposto nell'abside centrale della Cattedrale di Teano.


Il crocifisso di Teano, attribuito nel 1960 da R. Causa, a Roberto Oderisi, è stato successivamente dal Bologna ascritto all'attività del Maestro di Giovanni Barrile, (in via ipotetica identificato con Antonio Cavarretto), maestro la cui formazione sarebbe stata legata alla presenza di Giotto e della sua équipe a Napoli (il Bologna attribuiva infatti al nostro anche alcuni frammenti di affresco di un finestrone della Cappella Palatina in Castelnuovo, ove in contemporanea aveva lavorato Giotto, un affresco pauperistico-angioino nella Chiesa di S. Chiara, ecc.) e del quale evidenziava forti paralleli con il "Maestro delle vele". "Tutto il dipinto è infatti tessuto con la stessa intelligenza acutamente pittorica [---] dimostrando attitudini veramente notevoli a costruire la forma per mezzo di un'analisi puramente luministica della sua consistenza esistenziale nell'atmosfera e mediante un processo di unione del colore affatto giottesco, che produce un risultato altamente veridico". Il Bologna avanzava inoltre, per il crocifisso in questione, la datazione 1331, in corrispondenza della nomina di Bertrando del Balzo, feudatario di Teano, giustiziere e maresciallo del Regno da parte di Roberto d'Angiò del comando delle truppe guelfe in Toscana al tempo della discesa di Giovanni di Boemia. Il Leone de Castris riprende la ricostruzione dell'attività del Maestro di Giovanni Barrese, operata del Bologna ha evidenziato la stretta affinità tra un gruppo di crocifissi, (quello di Teano; di Ognissanti).

Dalla scheda del Catalogo Generale dei Beni Culturali.





Il Cristo Crocifisso di Teano






Il Cristo Crocifisso di Teano





Il Cristo Crocifisso di Teano
Catalogo Generale dei Beni Culturali



Nell'anno 2015 il Cristo Crocifisso e la Città di Teano furono parte del circuito “Giotto – L’Italia ed i luoghi”, un progetto del Ministero dei Beni Culturali realizzato nell’ambito di Expo 2015.
Dieci città in 35 meravigliose tappe con un unico filo conduttore "Giotto e la scuola giottesca", da Firenze a Milano, Padova, Rimini, Roma, Assisi, Perugia ed infine Teano per giungere fino a Napoli.

Giotto, infatti, lavorò a Napoli dal 1328 al 1333, su incarico di Roberto D'Angiò.

Sono pure in questa città alcune pitture di man propria di Iocto, come è nella ecclesia delle monache di Santa Clara: quale ecclesia è tutta pinctata di sua mano”.

Pietro Summonte 

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Foto: Salvatore Bertolino

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