La conoscenza di un territorio e dei suoi valori identitari costituisce non solo il fondamento di un sentimento di appartenenza per le comunità che vi risiedono, ma anche il presupposto per un reale apprezzamento e per una consapevolezza del valore, collettivo e individuale al tempo stesso, del patrimonio culturale locale, oltre che una condizione essenziale per la sua tutela e per la sua rinascita economica e sociale.

Knowing a country and its identity values is both the basis for a sense of belonging for local communities and the prerequisite for an appreciation and a true understanding of the single and collective importance of the cultural and territorial heritage. It is, moreover, the necessary condition to promote its protection and economic and social revival.

giovedì 8 maggio 2014

Isti (Aurunci) graece Ausones nominantur. Gli Atti del Convegno



Isti (Aurunci) graece Ausones nominantur
Codesti (gli Aurunci) sono chiamati in Greco Ausoni
Servio Onorato, Commento all’Eneide VII 727

Questa citazione di Servio Onorato, grammatico latino del IV secolo, diede nome alcuni anni fa, esattamente nel 2009, ad un Convegno tenuto nella Città di Sessa Aurunca su Ausoni/Aurunci.
Con questo Convegno si intese tracciare un aggiornato panorama delle conoscenze storico-archeologiche sul popolo degli Ausoni/Aurunci al fine di chiarire: il territorio da loro occupato, i caratteri della cultura materiale, la valenza dell’accezione cultura della Valle del Liri e quale apporto possano dare la toponomastica e le iscrizioni note, nonché una più aggiornata mappatura dei siti archeologici, tra quali in primis i templi, a partire dall’età del ferro fino alla conquista romana.
Il Convegno fu promosso dall’Università degli Studi di Cassino, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale, dal Comune di Minturno, dal Comune di Sessa Aurunca, dal Comune di Francolise, dall'Archeoclub d’Italia, dalla rivista “Civiltà Aurunca”, da Caramanica Editore. 

Lunedì 19 maggio 2014 alle ore 15,00 
presso l’Università di Cassino, aula Francesco Salerno, 
Campus Universitario località Folcara 
è prevista la manifestazione di presentazione al pubblico del volume che raccoglie gli atti del Convegno.

Atti del Convegno
La manifestazione curata dall’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale (UNICLAM) e da Armando Caramanica Editore, dopo i saluti del Rettore dell’UNICLAM prof. Ciro Attaianese, del Direttore del Dipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute della stessa Università, prof.ssa Loriana Castellani e dell’Editore Armando Caramanica, vedrà gli interventi del prof. Silvano Franco, docente di Storia Contemporanea presso l'Università di Cassino, del dott. Ugo Zannini curatore dell’opera, del prof. Eugenio Polito, docente di Archeologia Classica presso l'Università di Cassino e della prof.ssa Stefania Quilici Gigli, docente di Topografia antica presso la Seconda Università degli Studi di Napoli.

La pubblicazione di 256 pagine, in formato 17x24, contiene 194 illustrazioni ed i seguenti contributi:

DOMENICO CAIAZZA - MARIO PAGANO
Trebula Baliniensis alla luce del primo scavo scientifico in un cantiere aperto multidisciplinare ed innovativo

FERNANDO GILOTTA
La necropoli del Migliaro. Qualche addendum

GIOVANNA RITA BELLINI
La “cultura della valle del liri” nel lazio meridionale. Problemi e metodo
  
COLONNA PASSARO
Annotazioni sul distretto caleno e l’insediamento arcaico di Riardo
  
MARIA MADDALENA DE CAPRIO 
Caratteristiche strutturali di alcune sepolture relative alla necropoli di località Piscinola

STANISLAO FEMIANO
La valle del Savone: evidenze archeologiche

LIDIA FALCONE
Ceramica etrusco-arcaica a vernice nera in campania settentrionale

EMILIA PRATA
Orto della Regina: alcune considerazioni

DOMENICO LAVINO - EMILIO RUSSO
Il territorio di Mondragone tra il Bronzo finale e l’età arcaica

GIOVANNA RITA BELLINI - MASSIMO LAURIA
Il santuario arcaico di Aquinum: un caso emblematico nella media valle del Liri

MASSIMO LAURIA 
Strategie insediative preromane nella bassa valle del liri e del garigliano
  
STEFANIA CAPINI
Testimonianze della “cultura della valle del liri” dalla necropoli delle camerelle a Pozzilli

ROSA VITALE
Aspetti e problemi della monetazione di Suessa


RELAZIONI

UGO ZANNINI
Ausones e Aurunci: forme della traslitterazione in lingue differenti (greca e latina) di una stessa realtà onomastica

GIUSEPPE GUADAGNO
Gli Aurunci/Ausones: ultime novità

CLAUDE ALBORE LIVADIE
Treglia (comune di Pontelatone - Caserta): un impianto artigianale di epoca tardo arcaica

GIOVANNA ACAMPORA - MAURA CALANDRELLI - CLELIA CIRILLO - LUIGI SCARPA
Tra gli Aurunci Patres: ricostruzione tridimensionale del paesaggio aurunco

DANIELE F. MARAS
La tradizione grafica delle iscrizioni presannitiche dell’area aurunca

ALBERTO CALDERINI
Aspetti linguistici delle iscrizioni presannitiche dell’area aurunca 

martedì 6 maggio 2014

Al FOOF, il Museo del Cane di Mondragone, il premio Museo innovativo 2014




L'ANMLI, Associazione Nazionale Musei Locali e Istituzionali, l'11 aprile 2014 a Torino, davanti a una platea formata da direttori di musei ed esponenti del mondo universitario italiano, ha assegnato al FOOF il riconoscimento di Museo Innovativo.
Il premio è stato assegnato al museo del cane FOOF per il riconoscimento della creazione di una realtà innovativa capace di trasformare un luogo come un canile in un'esperienza viva. Il progetto si caratterizza, inoltre, per la notevole vocazione partecipativa, per la capacità di creare reti, l'attezione al marketing e la capacità di comunicazione.


Annoverato tra i quattro Musei di nicchia da visitare in Europa, Il FOOF è interamente dedicato al migliore amico dell'uomo ed è il primo del suo genere in Europa. 
E' possibile vedere fossili di 35 milioni di anni, opere d'arte originali di Fernando Botero e Jeff Koons, ed una collezione di collari canini antichi e moderni.

C'è anche un grande parco pieno di arte e siepi scolpite per Fido (e per gli accompagnatori) tutte da godere. 


Una sala del Foof, il Museo del cane

venerdì 4 aprile 2014

Mondragone: il Monastero di Sant'Anna de aquis vivis


Mondragone. Monastero di Sant'Anna de aquis vivis.

Sito sul versante mondragonese del monte Crestagallo (a circa 280 m s.l.m.), il Monastero di Sant'Anna de aquis vivis domina la fascia pedemontana da quel lato, da un ampio terrazzamento. Il toponimo si deve alla presenza di una sorgente nei suoi immediati pressi.

Abbandonata all'incuria per un'ingiustificabile quantità di anni, la struttura è un interessante complesso monastico medioevale che ha avuto discreta importanza nel corso dei secoli, giovando di una serie di interventi da parte di fedeli e governanti. Il monastero ha forma quadrangolare ed è scandito da vari corpi di fabbrica, in origine con funzioni diverse. Sebbene gran parte delle strutture siano crollate e ci si trovi dinanzi ad un rudere imponente, risulta ancora agevole analizzarlo. Realizzato nella prima metà del XIV secolo, il manufatto divenne così importante da indurre Papa Urbano V, tra il 1362 e il 1370, a concedere indulgenza plenaria a quanti prestassero manodopera per la sua realizzazione e ad occuparsi di regolarne i rapporti col monastero sublacense.
In questo periodo giunsero, chiamati dall'abate Bartolomeo da Siena, monaci dalla Germania in sostituzione di alcuni confratelli allontanati perché indegni. La loro presenza potrebbe aver influenzato la composizione architettonica della chiesa annessa al monastero. 
Nel corso del XV secolo sia Giovanna II, sia Alfonso il Magnanimo, estesero le donazioni alla struttura religiosa come i loro predecessori. 
Nei secoli successivi, la fortuna del monastero cominciò a mutare; fu ceduto dal cardinale Giovanni de Torquemada, commendatario del convento sublacense, alla comunità benedettina di Montecassino nel 1467 e infine abbandonato nel 1589, come informa la relazione del Vescovo di Carinola, mons. Vitelli, per la presenza di ladri. 
Iniziò così una lenta ma inesorabile fase di decadenza, che vide i possedimenti del monastero venduti o ceduti a privati. 
Nel XVII secolo, probabilmente in occasione della stesura di un inventario di beni, fu redatto un rilievo della chiesa, all'attualità conservato presso l'Archivio di Montecassino, utile traccia per lo studio della struttura. 


Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis.
Pianta della chiesa rilevata nel XVII secolo
(Archivio di Montecassino) 

Nel 1848 collina e cenobio risultavano proprietà di tale Alfonso Gambati, che possedeva anche un casino di caccia circondato da vigneti. Nel XX secolo, infine, la struttura, ancora di proprietà privata, continuava a subire un costante degrado, soprattutto a causa dell'incuria dei proprietari e dell'indifferenza degli organi preposti alla sua tutela. 
Oggi il complesso è di proprietà ecclesiastica, grazie alla donazione da parte degli ultimi proprietari.


Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis.
La colombaia sotto la quale sgorga la fonte da cui ha origine il toponimo "de aquis vivis".
La struttura è interamente realizzata in pietrame calcareo, eccezion fatta per la colombaia posta nei suoi immediati pressi che, pur avendo basamento in pietrame, è realizzata in mattoni. I paramenti murari sono allestiti per lo più in ricorsi orizzontali periodici (cosiddetti "cantieri") con pezzame rustico in genere disposto su tre allineamenti, pareggiati con l'utilizzo di materiale minuto.

Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis.
In cima ad una montagna molto amena presso la rocca di Mondragone nel luogo detto S. Anna de aquis vivis (S. Anna dalle acque vive) per le perenni acque che vi scorrono, per la concessione della regina Sancia (figlia del re di Maiorca e seconda moglie di Roberto d’Angiò, re di Napoli)  un eremita di Sarzana (Liguria) di nome (Benedetto) aveva costruito una chiesa dedicata a S. Anna e alcune celle per i compagni, come risulta più diffusamente dalla seguente donazione della medesima regina fatta nel 1325, che ratificò Agnese (moglie di Giovanni, figlio di Carlo II, re di Napoli) Duchessa di Durazzo e Contessa di Gravina nell’anno 1343, il cui autografo si trova nel nostro archivio:

Agnese Duchessa di Durazzo e Contessa di Gravina, a tutti quelli che hanno il compito, sia al presente sia nel futuro, di attendere a questi atti". "In onore e venerazione della Madre di Dio e della beatissima S. Anna pur essa madre della stessa Vergine gloriosa, non solo per favorire le opere di carità delle persone che attendono al culto e alla venerazione di questa Santa in quanto appartenenti ad ordini religiosi, ma ad ogni altra persona e molto volentieri... ".

Poiché da parte del Priore dei Monaci del monastero di S. Anna de Aquaviva sito nel nostro territorio di Rocca Monte Dragone Eremo soggetto al monastero dell'ordine di S. Benedetto è stato presentato nella nostra curia un privilegio originale della serenissima principessa donna Sancia per grazia di Dio regina di Gerusalemme e di Sicilia, ora lo facciamo pubblicare, dal seguente contenuto:

Sancia per grazia di Dio regina di Gerusalemme e di Sicilia:
notifichiamo a tutti quelli che hanno il compito di controllare gli atti presenti, che essendosi da tempo l’eremita Benvenuto di Sarzana rivolto alla nostra altezza, dopo aver rinunciato ai piaceri del mondo ritirandosi in un luogo deserto e incolto in cima al Monte della nostra Terra di Rocca del monte di Dragone nostro Feudo nel demanio di detta terra, a lode di Dio ha costruito una piccola chiesa in onroe di S. Anna e ultimamente alcune altre celle intorno alla piccola chiesa, con il permesso della nostra autorità. Pertanto vivendo molto lontano dagli uomini ed essendo dedito assiduamente alla contemplazione non può provvedere a sé e ai suoi compagni neppure con l’elemosina.
Per tale ragione si è rivolto umilmente alla nostra serenità con spirito di devozione, chiedendo per il suo sostentamento e per quello dei compagni con lui dimoranti un po’ di terra dl predetto luogo, come si è detto sterile ed incolto al fine di coltivarlo sia per la piccola chiesa sia per il suddetto Eremita. D’altra parte noi abbiamo preso informazioni intorno a tale problema per mezzo di Roberto de Matricio di Sessa nostro vicario per i possedimenti di Terra di lavoro e nel Principato e ricevuta per iscritto la debita relazione comprovante la verità dei fatti e delle richieste dell’Eremita, assegniamo dodici moggia di detta terra sterile, come si dice, e incolta per uso della piccola chiesa, dell’Eremita e dei suoi compagni che sono ivi o vi saranno, fino a quando durerà il nostro beneplacito, riservati e salvi sempre i diritti della regia Curia e di ogni altro.
Napoli, primo di ottobre 1325
La regina Agnese, Napoli 27 luglio 1343, conferma la donazione di dodici moggia di terreno, anche se questo è ormai coltivato ed è stato costruito il nuovo Monastero.


Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis.
Mondragone. Monastero di S. Anna de aquis vivis.



BIBLIOGRAFIA:
Brodella don Amato, Il Monastero di S. Anna, Corrado Zano editore, 
Alfredo Di Landa, Fanti e Santi in Terra Rocce Montis Dragonis, Caramanica Editore;
Francesco Miraglia, Note sulle caratterizzazioni costruttive tardomedioevali del Monastero di Sant'Anna de aquis vivis in Mondragone.

Foto:
Salvatore Bertolino






sabato 29 marzo 2014

I Convegno Nazionale su "AUSONES-AURUNCI nel Lazio e in Campania"


Falciano del Massico: panorama



Organizzato dal Comune di Falciano del Massico e dall’Archeoclub d’Italia sezione di Falciano del Massico il
I° Convegno Nazionale 

AUSONES – AURUNCI 
nel Lazio e in Campania

L’appuntamento è fissato per il 30 marzo 2014, ore 17,30, presso la sala del Museo Civico di Falciano del Massico.

Saluti 
Sindaco di Falciano del Massico 
dott. Giosuè Santoro

Assessore all’Agricoltura regione Campania 
on. Daniela Nugnes 

Inizio dei lavori 

Introduzione del Convegno 
dott. Ugo Zannini
Direttore del Museo Civico di Falciano del Massico
Consigliere nazionale dell’Archeoclub d’Italia


Alessandro Pagliara – Università degli Studi della Tuscia

Aurunci Patres e antiqui Ausonii: 
l’Ausonia e gli Ausoni nella tradizione poetica da Pindaro a Virgilio


Alberto Manco – Università degli  Studi Orientali di Napoli

Ancora su Aurunci e Ausoni dal punto di vista linguistico 


Eduardo Federico - Università degli Studi di Napoli Federico II

Aurunci vs Ausoni: identità a confronto

Dopo il Convegno appuntamento, alle ore 20, con eccezionale momento conviviale presso la Cantina Zannini, per un degustazione di vino FALERNO.

Ager Falernum : vigneto alle pendici di monte Massico


Le vigne della Cantina Zannini giacciono di un terreno calcareo ed argilloso e sui resti di antiche fornaci romane per anfore, ancora oggi inscindibile testimonianza di un legame del vino con il territorio Falernum.
Da questa terra densa di storia, nasce un vino che seppure prodotto con moderne tecniche di vinificazione, resta come nei secoli passati

IMMORTALE FALERNUM