La conoscenza di un territorio e dei suoi valori identitari costituisce non solo il fondamento di un sentimento di appartenenza per le comunità che vi risiedono, ma anche il presupposto per un reale apprezzamento e per una consapevolezza del valore, collettivo e individuale al tempo stesso, del patrimonio culturale locale, oltre che una condizione essenziale per la sua tutela e per la sua rinascita economica e sociale.

Knowing a country and its identity values is both the basis for a sense of belonging for local communities and the prerequisite for an appreciation and a true understanding of the single and collective importance of the cultural and territorial heritage. It is, moreover, the necessary condition to promote its protection and economic and social revival.

martedì 16 dicembre 2014

"Il ventre di Napoli" di Matilde Serao nella nuova edizione curata dall'Associazione Talenti di Donna


IL VENTRE DI NAPOLI

Il ventre di Napoli
di Matilde Serao
cura e introduzione di Antonia Arslan
pp. 151, € 15,00
Biblos Edizioni, 2014
ISBN: 978-88-6448-067-1



Il ventre di Napoli è un capolavoro
frammentario ma potente, nato come
inchiesta giornalistica sul campo dopo
la terribile epidemia di colera del 1884,
pubblicato dapprima a puntate
su un giornale romano e successivamente
in volume.
Ma ben più che un inchiesta,
è un’appassionata rivisitazione degli
splendori passati e delle miserie attuali
di una città amatissima, una città-madre,
di cui la scrittrice-figlia svela il lato oscuro,
il ventre malato appunto, con una scrittura
ampia e sontuosa (mai però morbosa, mai
barocca), venata di pietà e di indignazione.
Dalla pietà e dall'indignazione il lettore
è condotto con mano ferma, attraverso
la sollecitazione di tutti i sensi, alla scoperta
dei quartieri immondi e oscuri dove
il popolo di Napoli, che tanto amerebbe 
il sole e la luce, è costretto ad ammucchiarsi
per sopravvivere, ai limiti dell'estenuazione.

dal risvolto della prima di copertina


L’associazione Talenti di Donna impegnata nell’attività di valorizzazione dei talenti femminili in tutti gli ambiti, creando valori e rieditando opere di scrittrici dimenticate dalla storia e dalla storia delle letteratura, nell'ambito della collana "Scrittrici ritrovate", dopo Emilia Salvioni, Contessa Lara, Neera, Marchesa Colombi, Caterina Pertoto, Ada Negri, quest’anno ha curato la riedizione de Il ventre di Napoli della nostra conterranea Matilde Serao.

Spesso considerato, con tono benevolo e sprezzante, "un reportage", il capolavoro della Serao ha la forza della verità che si fa letteratura, del rifiuto per quella "retorichetta a base di golfo e colline fiorite che serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata con racconti di miserie".
La sua denuncia resta, a un secolo di distanza, di straordinaria attualità: "Questo ventre di Napoli, se non lo conosce il governo, chi lo deve conoscere? A che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi, questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto?".Il ventre di Napoli discende in linea diretta dall'immersione di Hugo nel brulichio dei "Miserabili", dai labirinti indagati da Sue nei "Misteri di Parigi", dall'esasperato realismo del "Ventre di Parigi" di Zola, ma nello stesso tempo proviene dalla più bruciante delle realtà, dall'acquaforte goyesca di Napoli che nessuno prima della Serao aveva forse guardato con tanta intensità, di cui nessuno era riuscito a restituire la stracciona grandezza. 

Qui l'inchiesta giornalistica, effettuata all'indomani del colera del 1884, diventa un'esplorazione antropologica in "terrae incognitae" che getta sinistri fasci di luce sullo stato di miseria e di abbandono in cui ristagnano i quartieri della città destinati allo sventramento urbanistico.
da: www. talentididonna.it

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