Ferdinando IV di Borbone nel 1773 iniziò la ristrutturazione
dell'antica villa del duca Andrea Matteo d’Aragona Acquaviva, detta
“Belvedere”, per la meravigliosa vista che si stende fino al Vesuvio ed al
Golfo di Napoli.
Il re illuminato dagli studi di Gaetano Filangieri e Bernardo
Tanucci, e tramite l’opera dell’architetto Francesco Collecini, allievo e
collaboratore di Luigi Vanvitelli, trasformò l’antico casino baronale in una
reggia-filanda: da un lato le eleganti stanze reali, dall’altra le macchine che
lavoravano e tessevano la seta. Attorno all’edificio della seta furono
realizzate la scuola normale, le abitazioni, le stanze per la trattura,
filatura, tintura della seta.
|
Il seicentesco portale d’ingresso al palazzo monumentale del “Belvedere” di San Leucio si erge ancora oggi nella sua imponenza, quale arco originario di accesso alla proprietà feudale dei principi d’Acquaviva di Aragona di Caserta
|
La Chiesa per la nuova comunità, la Cappella Reale San Ferdinando
Re (1776) fu ricavata da un antico salone di rappresentanza del palazzo degli
Acquaviva. La cappella ha un'unica navata con due altari, rispettivamente
dedicati a San Leucio e San Carlo Borromeo, posti in due cappelle distinte.
Sulle pareti laterali quattro nicchie con timpano triangolare contengono statue
in stucco di A. Brunelli, rappresentanti la Fede, la Speranza, la Religione e
la Verità; sulla parete di fondo, divisa in tre scomparti, tele dipinte ancora
dal Brunelli sul tema di San Leucio negli scomparti laterali e di san
Ferdinando in quello centrale, che ospita l’abside.
Di rilievo è anche lo
splendido pavimento in cotto a dicromia che riprende nel disegno i motivi del
soffitto.
|
Lo Statuto sull'
Origine della popolazione di San Leucio
con le leggi corrispondenti al buon governo di esso
|
Nel 1789, San Leucio venne dichiarata Real Colonia, e fu
promulgato per essa uno speciale Statuto, denominato: “Origine della
popolazione di S. Leucio con le leggi corrispondenti al buon governo di essa”.
Questo codice legislativo, anticipatore di diversi principi sociali della moderna società industriale, è la testimonianza comprovante l’anzidetta identità reale riformista illuminata, sensibile alle teorizzazioni utopiche del frate domenicano Tommaso Campanella nella sua opera “La Città del Sole”.
Dal 1780, presso il Sito Reale di S.Leucio decollò una produzione specialistica di manufatti di seta (veli, rasi, floranze, velluti, scialli, fazzoletti, calze, guanti etc), divenendo così un centro produttivo d’avanguardia tra i primi nel Regno di Napoli.
La fama dei broccati, dei lampassi, dei velluti delle dimore
borboniche realizzate nelle fabbriche della Colonia si estese anche all’estero,
così come il successo del primo esperimento di produzione industriale di stampo
illuministico, che si concluse con l’avvento della rivoluzione francese.
|
San Leucio di Caserta. Opificio dell'industria serica.
|
Nessun commento:
Posta un commento