Fin dalla
presentazione al pubblico ed agli studiosi, avenuta nel giugno 2012, il
libro I più antichi documenti di S. Maria La
Fossa – Greci ed Ebrei (XII – XVI sec.) dello storico Giancarlo
Bova, suscitò notevole interesse non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra la gente semplice della cittadina posta sul Volturno a cui veniva dato il senso della memoria della propria storia e delle origini dei propri avi.
L'Autore presenta in maniera così viva la complessa
documentazione relativa al centro rivierasco, che al lettore sembra quasi di essere
presente alle aste pubbliche del tempo e di trovarsi al cospetto dell'arcivescovo
Stefano o della badessa Galgana o anche dei giudici riuniti in platea
iudicum a Capua, mentre concedevano le terre agli abitanti della
località, tra cui si ricorda una terra del giudice Pietro de
Vinea. Interessanti le notizie sui servizi personali che i fittavoli di
alcune terre dovevano prestare alla badessa del monastero di S. Giovanni delle
Monache. Altrettanto importanti i riferimenti circa la presenza di numerosi
greci nella zona, oltre a quella degli ebrei, tra cui vengono ricordati i
fratelli Filippo e Pietro cognomine Medici, figli del fu Pietro eiusdem
cognominis, abitanti a Capua (1196), i quali risultano concessionari di una
villa rustica a S. Maria la Fossa e sono citati anche come Pietro cognomine
Ebreus, fratello dell'arciprete Filippo Medico, figli del fu
Pietro eiusdem cognominis (1216).
L'Autore, che per primo ha
studiato i formulari e i signa dei notai e giudici capuani, identifica il signum del
notaio Petrus Medicus. Certa la presenza nel territorio della
famiglia Cavalcanti di Firenze e non manca la notizia di un'incursione di
Ungheri (1349). Ai primi del '500 abitava nei paraggi anche un fratello di
Ludovico de Abenavolo, l'eroe della disfida di
Barletta (1503).Attraverso questo bel libro Bova restituisce al culto dei fedeli di S. Maria la Fossa il meraviglioso affresco della Madonna del Rosario tra i Santi Filippo e Giacomo (XIII sec.), la cui devozione ha visto affollare per otto secoli la stupenda chiesa parrocchiale di Maria Ss. Assunta in Cielo (X-XIII sec.).
“Attraverso
lo studio degli atti giuridici è possibile vedere molto bene l’evoluzione del
centro medievale, denominato dapprima locus S. Marie que dicitur
alla Fossa (1121), chiamato poi villa S. Marie ad Fossam
pertinenciarum Capue (1492). Si tratta di un villaggio lungo il fiume
Volturno, dove i mercanti provenienti da Castelvolturno si fermavano con le
loro imbarcazioni nel porto Femirarum o Mulierum per vendere le loro
merci, all’ombra della chiesa dedicata alla Vergine Assunta (X – XII sec.), che
rappresentava un asilo di pace per quegli uomini affaticati e per tutti gli
abitanti.”
E’ questo
lo scopo che ha motivato Giancarlo Bova, storico di fama
internazionale, nella stesura del libro “I più antichi documenti di S. Maria La
Fossa – Greci ed Ebrei (XII –XVI sec.)”: tracciare un profilo storico
dell’antico borgo di S. Maria La Fossa, sia pure per relata, attraverso la
lettura delle pergamene che danno atto delle vendite, concessioni in enfiteusi
o in estaglio, conferme, cessioni, permute, donazioni, testamenti, contratti di
divisione, etc. che avevano ad oggetto beni immobili che si trovavano ubicati
presso l’antico borgo fossataro.
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