L'iniziativa ebbe tale successo che la Pro Loco, nell'anno 1993, allora presidente l'avv. Michele Schiappa, allo scopo di ampliare la sala di esposizione dei reperti si fece promotrice presso l'Amministrazione comunale, sotto la sorveglianza della Soprintendenza archeologica, dell'istituzione del Museo civico. In vista dell'istituzione del Museo civico, venne presentato al pubblico il volume SINUESSA. Prospettive di memorie, testimonianze archeologiche dalla città e dal territorio di Sinuessa a cura di Luigi Crimaco e Gabriella Gasperetti.
Inaugurato il 20 ottobre del 2000, il Museo Civico Archeologico ha ottenuto il riconoscimento "di interesse regionale" nel 2007, ed è intitolato a Biagio Greco uno studioso locale.
Si comincia con la sala dedicata alla Preistoria che accoglie numerosi reperti provenienti dagli scavi della grotta di Roccia San Sebastiano: i materiali esposti sono databili al Paleolitico superiore, all'incirca tra i 34.000 ed i 27.000 anni fa.
A seguire i reperti di età protostorica ed arcaica, testimonianze delle popolazioni ausone ed aurunche: manufatti vari in uso nella vita quotidiana quali rocchetti, fuseruole e pesi da telaio, nonchè statuette votive e corredi funerari, tra questi di particolare rilievo alcuni vasi attici a vernice rossa.
Quindi i materiali del periodo romano legati alla storia di Sinuessa. I reperti in esposizione sono testimonianza degli aspetti sociali ed economici della colonia: di particolare interesse una collezione di anfore vinarie, una collezione di monete e la sezione epigrafica con un'epigrafe riferita al Pagus Sarclanus. In particolare da ammirare una statura di Apollo musagete del II secolo d.C.
Si arriva infine al periodo medievale con i materiali rinvenuti durante le ricognizioni archeologiche che hanno interessato l'area della Rocca sul monte Petrino. Suggestiva è la ricostruzione di una tomba bisoma, donna anziana con bambino.
Notevole infine è la collezione di ceramiche, alcune di produzione locale, altre provenienti da aree del centro Italia, con in bella mostra un piatto gamelio (dono di nozze) di ceramica di Deruta, XVI secolo, decorato con un ritratto di donna e motivi floreali.
Skyphos |
Il Museo è dotato di un percorso per ipovedenti con una consistente riproduzione di reperti in scala 1:1 lungo il percorso e pannelli didascalici in linguaggio Braille.
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