La cavità, solo parzialmente conservata a causa
dello sbancamento connesso all’uso agricolo della collina, si apre nella parete
tufacea sulla riva destra del rio Trabata, a breve distanza dalla strada che
collega la via Appia al centro di Fasani, frazione quest’ultima del comune di
Sessa Aurunca.
Nonostante il calpestio sia interrato per
un’altezza di circa 1 metro, si riconoscono i resti della parete di fondo con
un dipinto raffigurante S. Massimo e due absidiole affrescate rispettivamente
con la Vergine orante tra i santi Tommaso e Nicola e Cristo tra S. Michele e S.
Pietro; le pitture sono state assegnate al X secolo o alla metà dell’XI.
Il pannello con la Vergine, come indica l’iscrizione
votiva, venne commissionato da un sacerdote, a testimonianza che la cavità non
è pertinente ad un insediamento monastico, ma rappresenta piuttosto la cappella
di una comunità rurale, identificabile forse con la chiesa di S. Angelo de Trabata menzionata nelle rationes decimarum del 1326.
Il testo è tratto da:
Maria Amodio - Carlo Ebanista, Aree
funerarie e luoghi di culto in rupe: le
cavità artificiali campane tra tarda antichità e medioevo
[A stampa in Atti VI Convegno Nazionale di Speleologia in Cavità Artificiali, Napoli, 30 maggio-2 giugno 2008 («Opera ipogea», 1/2 (2008), pp. 117-144 © degli autori – Distribuito in formato digitale da “Reti Medievali”].
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Fasani di Sessa Aurunca, grotta di san Michele |
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Fasani di Sessa Aurunca, grotta di san Michele: affresco raffigurante il Cristo tra san Michele e san Pietro |
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Fasani di Sessa Aurunca, grotta di san Michele: affresco raffigurante san Massimo |
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Fasani di Sessa Aurunca, grotta di san Michele: affresco raffigurante la Vergine tra san Tommaso e san Nicola |
Salve, ho tentato di trovare questa grotta chiedendo alle persone sia a Fasani che a Sessa Aurunca. Le persone a cui ho chiesto non ne sapevano niente. Dov'e'?
RispondiEliminaVenendo dall'Appia si svolta seguendo l'indicazione Fasani all'altezza del villaggio SENN (ex Enel). Si percorre la strada per meno di un chilometro e, sulla sinistra, subito prima della svolta per via Travata (SP 311) si nota la struttura di protezione costruita sul luogo. Per la visita occorre prendere appuntamento con l'ufficio beni culturali della Diocesi di Sessa Aurunca.
RispondiEliminaIo sono un povero ignorante e diciamo un qualunquista,ma abitando a pochi metri da questa meravigliosa struttura...mi vergogno di essere italiano.I n qualsiasi parte del mondo questa meraviglia sarebbe aperta e visitata da una moltitudine di turisti. MA NOI NON CONOSCIAMO IL SIGNIFICATO DI DETTO TERMINE. Oltre a questo sito sull SP 380 detta via Raccomandata...al momento della costruzione di detta via vennero alla luce e dei basoli dall'antica via Appia. Le belle arti bloccarono a lungo i lavori.Poi non so chi decise che quei basoli andavano preservati e doveva essere reso possibile visitarli. Venne espropriati(pare siano ancora in contenzioso per mancato pagamento esproprio). Venne realizzato uno slargo per permettere la sosta delle auto dei visitatori.Furono posti in opera dei tubolari per impedire a qualcuno di cadere nello strapiombo. Venne realizzata una scala in cemento che portava al basolato che si trovava in una specie di tunnel sotto la SP380. Credo che... eccetto me...nessuno abbia mai visto questi basoli che hanno avuto la ventura di insistere in un luogo tanto disgraziato. Ora dal terreno circostante la scala in cemento sono cresciuti rovi e quindi addio al basolato. È una vera vergogna che non vengano valorizzati questi beni che le genti antiche ci tramandarono.
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