La conoscenza di un territorio e dei suoi valori identitari costituisce non solo il fondamento di un sentimento di appartenenza per le comunità che vi risiedono, ma anche il presupposto per un reale apprezzamento e per una consapevolezza del valore, collettivo e individuale al tempo stesso, del patrimonio culturale locale, oltre che una condizione essenziale per la sua tutela e per la sua rinascita economica e sociale.

Knowing a country and its identity values is both the basis for a sense of belonging for local communities and the prerequisite for an appreciation and a true understanding of the single and collective importance of the cultural and territorial heritage. It is, moreover, the necessary condition to promote its protection and economic and social revival.

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mercoledì 5 ottobre 2022

Mondragone. HIKING GREEN ovvero Camminata in natura



La locandina dell'evento



La ASD Bombazza Passione Outdoor Mondragone, in collaborazione con il Comune di Mondragone, 

organizza 

per il giorno domenica 16 ottobre

HIKING GREEN... 

a spasso con il mio amico albero

Si tratta di una camminata in natura, dall'inglese to hike, camminare, dove, raggiunta la meta prescelta, si effettuerà una messa a dimora di picccoli alberi autoctoni.
L'evento ospiterà una delegazione del Wwf Italia, con i rispettivi rappresentanti provinciali ed il Nucleo operativo di guardie giurate venatorie di Caserta, i quali, ci forniranno preziose informazioni su come salvaguardare e tutelare la natura, flora e fauna.
Finalità dell'evento:
Sportiva, dove, attraverso l'attività motoria, camminando in natura, stimoliamo il nostro corpo ad un lavoro fisico non stressante, ma piacevole, il tutto in un contesto sano e bello da vedere, un paesaggio con vista che si estende fino al mare e tanti punti di osservazione da nord a sud;
Ambientale/naturalistica, dove si mira a preservare il patrimonio arboreo locale e darne continuità, offrire riparo, cibo e protezione alla fauna presente, consolidare il terreno, ricreare quelle condizioni di micro clima tipico delle aree boschive, fresco, bassa umidità ambientale ed aria ricca di ossigeno.

L'importanza degli alberi per la nostra salute.
Grazie ai loro processi di respirazione e fotosintesi, gli alberi aiutano a combattere il riscaldamento climatico assorbendo l'anidride carbonica e contribuendo alla pulizia dell'aria; incamerano inquinanti come biossidi di zolfo, ozono, ossidi di azoto.
Fare un bel respiro nel bosco è la decelerazione più pura: gli ormoni dello stress si riducono, il sistema immunitario si rafforza, la pressione sanguigna si abbassa, il sistema nervoso parasimpatico, legato agli stati di riposo e di calma, si attiva.

Modalità di partecipazione.
Per aderire, lasciare un like 👍nei commenti del post, ciò ci consentirà di organizzare al meglio l'evento 😉
la partecipazione è gratuita.

Condizioni di partecipazione.
Tutti i partecipanti sono invitati ad assumere un comportamento civile e rispettoso dei luoghi visitati e verso gli altri, non lasciare rifiuti a terra, non recare danno alla flora e fauna presente, seguire le istruzioni degli organizzatori.
Cosa occorre.
Si consiglia tipico abbigliamento da trekking in base alla stagione, calzature idonee ( no con suola liscia), acqua e spuntini, guanti da lavoro e voglia di stare in compagnia ed in natura.
Cosa fare.
Ogni partecipante riceverà dagli organizzatori una piantina 🌱, dove, una volta raggiunto il punto di interramento, saranno loro stessi a metterla nel terreno, lasciando di fianco un tutor che la guiderà nella crescita, infine, annaffierá la piantina 💧.
Successivamente, il partecipante, memorizzato il punto 🚩 di messa a dimora, potrà venire a far visita e monitorare la piantina, tutte le volte che vorrà, prendetonese così cura 🌲... 
Sperando che tutto ciò diventi una scelta di vita primaria; vivere in un ambiente sano migliorandolo in prima persona.

Difficoltà percorso e caratteristiche.
T ( turistico), facile.
In auto, si percorrerà un tratto di strada per lo più cementata, con brevi tratti sdruciolevoli fino a raggiungere il Campetto, grande area verde situato alle spalle del monte Petrino, un pianoro leggermente ondulato a ridosso del sentiero per Rocca Montis Dragonis.
Lungo tutto il tratto in salita alla nostra sinistra, potremo osservare il boschetto, una ricca macchia di vegetazione autoctona🌲, casa dello scoiattolo nero del Mediterraneo e tanti altri amic🦊🐗🐿🦔🦅🦉🦋.

NOTE ......
Le persone diversamente abili ♿ ( purché accompagnate) possono partecipare all'attività, raggiungendo il campetto direttamente in macchina.
Il percorso è adatto ai bambini purché accompagnati dai genitori o da chi se ne assume la responsabilità, gli amici a quattro zampe sono i benvenuti.
È possibile inoltre portare personalmente da casa, una piantina ( sana), tra quelle rigorosamente selezionate:
Pecci alberis (abete rosso/bianco);
Farnia ( Quercus illex, Quercus stellata, Quercus rubra, Quercus alba, Quercus macrocarpa, Quercus coccifera);
Cipresso Mediterraneo;
Carpino bianco;
Caprifoglio peloso; 
Carpinella; 
Olmo di montagna;
Frassino di manna;
Corniolo sanguinello;
Larice;
Pino marittimo e/o dei pinoli;
Scornabecco.
Al fine di preservare la flora e fauna presente, ed evitare squilibri ecosistemici, non si accetteranno piante diverse da quelle elencate.


Raduno ore 8:30 presso le tre fontane a trecento metri dal cimitero comunale di Mondragone, direzione Falciano del Massico, partenza prevista ore 9.

Il testo è integralmente ripreso, 
come tale riportato, 
dalla pagina dell'evento su Fb.



lunedì 3 ottobre 2022

La Villa romana della Starza, un'occasione mancata



Mondragone, villa romana in località Starza 

con il sovrastante Casino di caccia borbonico





L’Appiaday, la giornata dedicata alla Regina viarum, cioè l’Appia antica, che si è tenuta ieri ha avuto un autentico successo, consentendo ai numerosi cicloturisti, e non, partecipanti di conoscere ed apprezzare alcune delle bellezze e consistenze archeologiche che costellano il territorio di Mondragone, da san Giustino a Tre Colonne, e poi dal Triglione fino al parco Archeologico in località Cimitero, passando dalla villa con l'omonima chiesetta di san Rocco, oggi rinomata ed apprezzata struttura ricettiva.

Peccato che non si sia potuto ammirare ed apprezzare uno dei gioielli più belli e per di più a pochi metri dal selciato riportato alla luce dell’Appia,  la villa romana della Starza, uno degli esempi meglio conservati di ville rustiche dell’Ager Falernus

La struttura della villa della Starza si articola in molteplici corpi di fabbrica con murature in opus incertum.


Mondragone, pianta del criptoportico in località Starza

(da Prospettive di memoria. Testimonianze archeologiche dalla città e dal territorio di Sinuessa, 1993)


Nella parte rivolta a sud un criptoportico, parzialmente ipogeo, che si presenta come un podio di grandi dimensioni, a pianta pressoché regolare articolata su tre bracci, all’interno dei quali si sviluppa la pars rustica della villa. Dal braccio più lungo si accede ad una cisterna della lunghezza di circa 14 metri, interamente rivestita in cocciopesto e su una parete i resti di un filtro per la depurazione delle acque.





Mondragone, località "Starza"

©Salvatore Bertolino 

(le arcate prima del crollo, foto febbraio 2012)




Mondragone, località "Starza"

©Salvatore Bertolino 

(le arcate prima del crollo, foto febbraio 2012)


Nella parte rivolta a nord, invece, i resti, oggi non più visibili a causa della folta vegetazione di quello che era l’acquedotto che adduceva l’acqua alla villa rustica.

Fino a qualche anno fa residuavano due arcate, penso di aver scattato ad esse le ultime foto (febbraio 2012), prima che nel novembre dello stesso anno uno degli archi, a causa della mancata manutenzione e degli eventi climatici, crollasse.

 



Mondragone, località "Starza"

©Salvatore Bertolino 

(arcata crollata, foto febbraio 2012)


Mondragone, località "Starza"

©Salvatore Bertolino 

(arcata residua, foto febbraio 2012)



Una denuncia, partita dall’Archeoclub di Mondragone a mezzo dell’allora Presidente Michele Russo,  della particolare  situazione di degrado e di abbandono che stava minando uno dei gioielli archeologici della città: i resti dell’acquedotto lungo la via Appia antica del criptoportico in località "Starza", rimase inascoltata.

A tutt’oggi non siamo a conoscenza se la Soprintendenza Archeologica di Caserta abbia provveduto al recupero del materiale dell’arcata caduta per evitare che un'importante testimonianza archeologica del nostro territorio scompaia per sempre.

lunedì 8 novembre 2021

La conoscenza del Territorio: la Torre di Pandolfo Capodiferro o Turris ad Mare


La Turris ad Mare in una cartolina prima della grande guerra

Foto tratta da:
Torre Pandolfo Capodiferro
Catalogo per la promozione e la sensibilizzazione finalizzata alla conoscenza del territorio
,
Ada Restauri, 2015

A poca distanza dall’antica Minturnae, sulla sponda sinistra del Garigliano, sorgeva un monumento testimone di alcune tra le più importanti e significative battaglie del meridione dal Medioevo al Risorgimento italiano: la Turris ad Mare, conosciuta meglio con l’appellativo di Torre di Pandolfo Capodiferro.

Nell’autunno del 1943, tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre le truppe tedesche in ritirata devastarono il territorio, facendo saltare in area tutte quelle fabbriche che potevano rappresentare un pericolo al loro arretramento. Tra queste, purtroppo, la Turris ad Mare  che con i suoi oltre venticinque metri di altezza era un punto di vista privilegiato per le armate alleate. In questo modo scomparve uno dei pochi monumenti che conservavano ancora, inalterata, tanta forza di vita e potenza di suggestione.



I ruderi della Torre 


I ruderi della Torre 


I ruderi della Torre 



I ruderi della Torre 




I ruderi della Torre dalla sponda destra del Garigliano


La Torre aveva resistito per circa mille anni, è infatti ipotizzabile la sua costruzione tra il 961 ed il 981 sulla base di due epigrafi esistenti sulla torre stessa e la sua edificazione voluta da Pandolfo Capodiferro, principe di Benevento e di Capua dal 943 al 981,  per celebrare la vittoria della Lega Cristiana contro i Saraceni che si erano stabiliti nella piana del Garigliano tra la fine del IX e gli inizi del X secolo.


Iscrizione della Torre di Pandolfo

HANC QUONDAM TERRAM VASTAVIT GENS AGARENA
SCANDENS HUNC FLUVIUM FIERI NE POSTEA POSSIT
PRINCEPS HANC TURRIM PANDOLOHUS CONDIDIT HEROS
UT SIT STRUCTORI DECUS ET MEMORABILE NOMEN




La fabbrica era stata testimone in circa dieci secoli della storia del territorio ed era sopravvissuta ad alcune importanti battaglie combattute sulle rive del fiume Garigliano, nel 1503 tra francesi e spagnoli per la conquista del Regno,  nel 1860 tra piemontesi ed esercito borbonico, ed ancora nel 1815, durante la campagna italiana di Murat, tra napoletani e austriaci.




 


  

Bibliografia di riferimento:

  • Cesare Crova, Cenni sulla Torre di Paldolfo Capodiferro alla foce del fiume Garigliano e brevi riflessioni su una sua proposta ricostruzione, in Nella Terra di Fina scritti in memoria di Vittorio Ragucci, Caramanica editore, 2014 
  •  Torre Pandolfo Capodiferro. Catalogo per la promozione e la sensibilizzazione finalizzata alla conoscenza del territorio, Ada Restauri, 2015





domenica 15 aprile 2018

Per le vie del Borgo... IV edizione a Cascano di Sessa Aurunca




PER LE VIE DEL BORGO
29 aprile 2018 a Cascano di Sessa Aurunca (Ce)





Non solo enogastronomia, ma anche stand di artigianato antico e moderno. Sarà, inoltre, possibile vedere dal vivo la lavorazione della ceramica, di cui Cascano è famosa fin dall'antichità. Ma non finisce qui, perché sarà possibile scoprire, in una passeggiata storico-artistica, le bellezze e le tradizioni del Borgo.








lunedì 2 ottobre 2017

“I Colli Tifatini in fiamme – Cause, Prevenzione, Contrasto, Ripristino”. Pubblica Assemblea a Caserta



Martedì 03 ottobre 2017, alle ore 17:30, presso la Sala Conferenze della Biblioteca Diocesana, si terrà un’assemblea pubblica dal titolo 

“I Colli Tifatini in fiamme – Cause, Prevenzione, Contrasto, Ripristino”


organizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S.Pietro” in collaborazione con Legambiente Campania e Legambiente Caserta, e a cui hanno aderito l’Ufficio Diocesano della Salvaguardia del Creato, la Caritas Diocesana, le parrocchie dei colli tifatini, la Fondazione Ad Astra, l’Associazione “CasertAzione”, l’Associazione “S.Rufo rinasce”, il Forum Terzo Settore, il Centro Sociale “ex Canapificio”, il Liceo Artistico “San Leucio”, il Liceo “Manzoni”, l’ITIS “Giordani”, l’Associazione Genitori “A.GE” Caserta e la Pro Loco “Casali del Carolino”.
Dopo i saluti del vescovo di CasertaS.E. Mons. Giovanni D’Alise, e gli interventi affidati a Nadia VerdileGiornalista de “Il Mattino”, e Giovanni FiorentinoSentinelle del Creato, relazioneranno sul tema Raffaele RubertoPrefetto di CasertaAntonio D’AmatoProcuratore Aggiunto S.M.C.V.Sergio CostaGenerale dei CarabinieriLuciano BuonpaneComandante Provinciale Vigili del FuocoCarlo MarinoSindaco di CasertaDomenico De LuciaProtezione Civile Regione Campania, e Anna SavareseVicepresidente Regionale Legambiente.
A moderare, don Nicola LombardiDirettore ISSR “S.Pietro”.



I numeri dei roghi e degli incendi che hanno colpito l’intera nazione sono da devastazione. In soli sette mesi le fiamme hanno mandato in fumo circa 75.000 ettari di zone boschive (l’equivalente di più di 100.000 campi di calcio) pari al 156% della superficie bruciata nel 2016. Il trend è purtroppo in crescita inarrestabile. La Campania, terza nella classifica delle Regioni più colpite, ha bruciato più di 13.000 ettari di boschi e aree verdi e non sorprende che le quattro Regioni a tradizionale insediamento mafioso/criminale siano tra le prime sei posizioni. La città di Caserta, purtroppo, con 3.064 ettari bruciati, risulta la decima provincia in Italia (dati ISPRA Rapporto edizione 2017 al 26 luglio), un dato e un danno enorme.

Le cause degli incendi sono per lo più derivanti dalla volontà umana. Moventi criminosi intenti a colpire terreni che non si è riusciti ad acquistare, a ottenere coattivamente pascoli non concessi, o anche a forzare sulle assunzioni nella gestione, nella manutenzione, nella cura, nella prevenzione dei rischi dei boschi, nel loro controllo, o premere sulle assunzioni nel corpo dei Vigili del Fuoco, o sull’utilizzo di mezzi privati per spegnere un incendio, vista l’esiguità di quelli a disposizione dall’amministrazione pubblica. Insomma una serie di fattori delittuosi che speculano sull’ambiente, con tutti i rischi idrogeologici e di biodiversità che ne derivano, e lucrano sulla salute dei cittadini che, anche se lontani dagli incendi, subiscono loro malgrado il doppio inquinamento del territorio e dell’aria. Una prassi ormai annuale a cui una politica più attenta e seria insieme ad una cittadinanza più consapevole e presente devono mettere il prima possibile un freno.

Marco Rossi
Ufficio Comunicazioni
ISSR “S.Pietro” – Caserta
Biblioteca Diocesana – Caserta
0823 448014 (Interno 57 – 72 – 73)

domenica 1 ottobre 2017

Luci e Colori della Natura. Mostra di Fotografia Naturalistica a cura di Giuseppe Russo


Avrebbe voluto usare per questa mostra il titolo “La natura sfida il degrado nella terra dei fuochi”, ma non l’ha fatto,  Giuseppe Russo ha voluto rappresentare, con le sue opere, un momento di riscatto e di speranza. Le sue foto provengono perlopiù da Lago Patria, Soglitelle, Regi Lagni, Oasi dei Variconi, posti conosciuti, attraverso i media, proprio come Terra dei Fuochi, ma che attraverso le opere che Giuseppe ha prodotto e messo in mostra assumono un diverso connotato: non più "terra dei fuochi", ma Terra di speranza e di riscatto.
"L’osservatore viene trasportato nei luoghi e nelle situazioni ambientali e di vita, che Peppe ha fermato e immortalato nei suoi scatti, e diventa attore, quasi parte integrante di un’alba, di un tramonto, della riva di un fiume o di una sorgente. Un’altra sensazione che si scatena nell’osservatore attento, attraverso la macrofotografia di Peppe è la partecipazione al volo di una piccola farfalla o di un insetto. Le foto di Peppe sono frutto di una tenace e paziente attesa prima del momento cruciale, dell’attimo dello scatto o degli scatti multipli, con effetti straordinari."






Peppe Russo si racconta così: “Amo svegliarmi alle prime luci dell’alba, uscire ed assistere alla nascita di un nuovo giorno, osservare e fotografare i paesaggi con le loro spettacolari cromie, la fredda luce della notte che lascia il posto ai timidi caldi raggi del nuovo sole, uno scenario spesso surreale di luci ed ombre avvolto da un silenzio scalfito dal cinguettio degli uccelli, dallo scatto dell’otturatore. Amo camminare nei prati all’alba, gustare il profumo dell’erba bagnata dalla rugiada, sentire la leggera brezza del vento sulla pelle, fotografare i fiori selvatici ancora bagnati, osservare il volo libero e naturale di una farfalla aspettando che dolcemente si posi, per catturarne la bellezza, l’eleganza e la viva varietà dei suoi colori. Amo la macro-fotografia, la possibilità di scrutare nel microscopico mondo della natura, ricco di bellezze e racchiuso anche solo in qualche metro di verde, cose che il vivere quotidiano ci fa spesso ignorare …”


Il sogno futuro di Peppe Russo è il Wildlife  “… uscire, trovare luoghi frequentati da uccelli, studiare gli habitat, le abitudini degli animali, appostarsi per poi ritrovarsi davanti un soggetto nel suo contesto naturale e indisturbato, cogliere quell’attimo che non si ripeterà mai più …”
Per l’autore la mostra ha anche una finalità educativa “… condividere la passione per la natura, promuovere i luoghi dei nostri territori attraversati da milioni di uccelli migratori nelle loro rotte tra Africa ed Europa … ”, rappresenta un motivo di rabbia e di protesta per “ … questi nostri territori tanto martoriati in cui alcune rare specie di volatili trovano anche l’habitat per la nidificazione …”.


Grazie, Giuseppe, autentico interprete e testimone della "Cultura del Territorio"!

La Mostra si è tenuta a Volla (Napoli) Centro commerciale "SeDiciCasa" nei giorni 29-30 settembre e si è chiusa oggi 1 ottobre 2017.

sabato 5 novembre 2016

Il complesso dell'ex Convento dei Domenicani a Sessa Aurunca



La fabbrica dell’EX CONVENTO DI S. DOMENICO sorse nel 1425, su un’area concessa ai frati predicatori da G. A. Marzano, quando, per rendere sicura la sua dimora, demolì il loro antico convento che era presso il Castello. Originariamente nello stesso luogo sorgeva la piccola chiesa di santa Maria degli Orti di cui residua attualmente solo il campanile. 
Il complesso, di recente restaurato, ha un chiostro in stile tardo-gotico alle cui pareti affiorano brani di affreschi che rappresentano storie della vita di S. Domenico e di altri personaggi ecclesiastici. 

Dopo il restauro il convento ospita la sede del Parco Regionale di Foce Garigliano-Roccamonfina ed è destinato ad ospitare per la restante parte un polo culturale. 






Collegato con il chiostro vi è la cappella intitolata al Santissimo Rosario, sede dell’omonima confraternita, fondata nel 1573 probabilmente su iniziativa di un domenicano. Aveva tra le proprie finalità l’assistenza ai condannati a morte ed ai giorni nostri partecipa attivamente alle funzioni liturgiche della Settimana Santa.


Ingresso della Congregazione del SS. Rosario

Il campanile della preesistente chiesa di santa Maria degli Orti