La conoscenza di un territorio e dei suoi valori identitari costituisce non solo il fondamento di un sentimento di appartenenza per le comunità che vi risiedono, ma anche il presupposto per un reale apprezzamento e per una consapevolezza del valore, collettivo e individuale al tempo stesso, del patrimonio culturale locale, oltre che una condizione essenziale per la sua tutela e per la sua rinascita economica e sociale.

Knowing a country and its identity values is both the basis for a sense of belonging for local communities and the prerequisite for an appreciation and a true understanding of the single and collective importance of the cultural and territorial heritage. It is, moreover, the necessary condition to promote its protection and economic and social revival.

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sabato 25 maggio 2024

Luigi Vanvitelli a Mondragone



 

A distanza di circa 270 anni, Luigi Vanvitelli è di nuovo a Mondragone e questa volta non nelle rinomate cave di marmo che lo videro protagonista insieme ai più abili cavatori dell'epoca, bensì nel Palazzo Ducale  che nelle linee essenziali ricorda la sua architettura. 

Luigi Vanvitelli ritorna a Mondragone con una Mostra itinerante in occasione del 250° anniversario della sua morte organizzata dalla Pro Loco di Mondragone, dalla Pro Loco Rocca del Drago e dal Comitato Provinciale UNPLI APS di Caserta che permetterà ai visitatori di approfondire ed ammirare l'architettura e l'arte di un grande maestro del Rococo, attraverso un percorso espositivo che ne racconta la vita e le opere: dalla Reggia di Caserta alla Casina del Fusaro, dall'Acquedotto carolino alla Chiesa di san Francesco da Paola in Napoli, tanto per citarne solo alcune.

La Mostra rappresenta anche l'occasione per ricordare che Luigi Vanvitelli fin dal 1754, impegnato nella costruzione della Reggia di Caserta, era solito visitare insieme con l’abate Vaccarini, altro grande architetto palermitano, le cave di S. Mauro e di San Sebastiano in Mondragone, dove lavorò uno dei più bravi cavatori dell'epoca, Burrino Benedetto Belli, originario di Urbino, che aveva vinto l’appalto dello “scavo e taglio” delle pietre  il 26 luglio 1761 «da terminare quando piacerà al suddetto regio architetto». Successivamente nel 1767 lo stesso Benedetto Belli ebbe l’appalto per sbozzare le colonne della Cappella Palatina della Reggia che furono estratte in marmo giallo dalle cave di Mondragone.

In una lettera manoscritta del 14 agosto 1767, diretta a S. E. Neroni Intendente Generale dei Reali Stati di Caserta, l'architetto Luigi Vanvitelli così si esprime circa la valenza tecnica del Belli: 
Rispetto alla cava di Mondragone un certo Corsi di Carrara, che travagliò per il Can.co Avellino, l’anno passato voleva esibire a prezzo minor dei Burrini la cavatura; ma avendoli io detto che li pezzi grossi che cavò al Canonico Avellino erano belli in apparenza, inutili però in sostanza, perché tutti fessi e pelati, a cagione che aveva adoperato le mine con la polvere; ed all’opposto li Burrini adoperavano il sugo della braccia, e perciò riescano i pezzi saldi e sinceri, secondo mi occorre singolarmente per le colonne della Cappella se ne partì a capo chino, benché spinto dal fiscale. 
Manoscritti di Luigi Vanvitelli nell'Archivio della Reggia di Caserta 1752-1773, a cura di Antonio Gianfrotta, 2000. 










 


 

 Così scriveva, quasi un secolo fa, esattamente nel 1927, Biagio Greco nella sua Storia di Mondragone:

Sono state rinomatissime le cave di marmi, che costituirono e sono tuttora il decoro e lo splendore della Reggia di Caserta e di Napoli e della chiesa di San Francesco da Paola coll’imponente porticato.Ora, per accidia dei dirigenti, le cave di San Mauro e di San Sebastiano sono quasi del tutto abbandonate. E' deplorevole che un cespite cosi cospicuo, resti improduttivo.
e poi, di seguito, descriveva le caratteristiche dei marmi estratti dalle colline di Mondragone che nel corso dei secoli avevano vissuto momenti di grande splendore. 

venerdì 19 aprile 2024

Il Cristo Crocifisso di Scuola giottesca (dipinto, 1330 - 1331) nella Cattedrale di Teano

 


Il Cristo Crocifisso di Teano


Il Crocifisso su tavola, esemplato su un prototipo giottesco, si distingue per una fisionomia ablunga, una "nuova inclinazione della testa che rende particolarmente ombroso e morbido il trapasso tra mento e collo, nella particolare forma e trasparenza del perizoma", mosso dal vento lateralmente "e nel peculiare restringimento della fronte realizzato grazie ad una corona di spine e ad una frangia della stessa capigliatura". Una decorazione a tralci fogliacei orna i laterali della traversa.

Così lo descrive la scheda del Catalogo Generale Beni Culturali.

Il magnifico crocifisso, un dipinto ad olio su tavola (1330-1331), venne rinvenuto fra le rovine della chiesa Cattedrale di Teano, semidistrutta dalle incursioni aeree del 1943, e venne restaurato dalla Soprintendenza di Napoli.

Attualmente è esposto nell'abside centrale della Cattedrale di Teano.


Il crocifisso di Teano, attribuito nel 1960 da R. Causa, a Roberto Oderisi, è stato successivamente dal Bologna ascritto all'attività del Maestro di Giovanni Barrile, (in via ipotetica identificato con Antonio Cavarretto), maestro la cui formazione sarebbe stata legata alla presenza di Giotto e della sua équipe a Napoli (il Bologna attribuiva infatti al nostro anche alcuni frammenti di affresco di un finestrone della Cappella Palatina in Castelnuovo, ove in contemporanea aveva lavorato Giotto, un affresco pauperistico-angioino nella Chiesa di S. Chiara, ecc.) e del quale evidenziava forti paralleli con il "Maestro delle vele". "Tutto il dipinto è infatti tessuto con la stessa intelligenza acutamente pittorica [---] dimostrando attitudini veramente notevoli a costruire la forma per mezzo di un'analisi puramente luministica della sua consistenza esistenziale nell'atmosfera e mediante un processo di unione del colore affatto giottesco, che produce un risultato altamente veridico". Il Bologna avanzava inoltre, per il crocifisso in questione, la datazione 1331, in corrispondenza della nomina di Bertrando del Balzo, feudatario di Teano, giustiziere e maresciallo del Regno da parte di Roberto d'Angiò del comando delle truppe guelfe in Toscana al tempo della discesa di Giovanni di Boemia. Il Leone de Castris riprende la ricostruzione dell'attività del Maestro di Giovanni Barrese, operata del Bologna ha evidenziato la stretta affinità tra un gruppo di crocifissi, (quello di Teano; di Ognissanti).

Dalla scheda del Catalogo Generale dei Beni Culturali.





Il Cristo Crocifisso di Teano






Il Cristo Crocifisso di Teano





Il Cristo Crocifisso di Teano
Catalogo Generale dei Beni Culturali



Nell'anno 2015 il Cristo Crocifisso e la Città di Teano furono parte del circuito “Giotto – L’Italia ed i luoghi”, un progetto del Ministero dei Beni Culturali realizzato nell’ambito di Expo 2015.
Dieci città in 35 meravigliose tappe con un unico filo conduttore "Giotto e la scuola giottesca", da Firenze a Milano, Padova, Rimini, Roma, Assisi, Perugia ed infine Teano per giungere fino a Napoli.

Giotto, infatti, lavorò a Napoli dal 1328 al 1333, su incarico di Roberto D'Angiò.

Sono pure in questa città alcune pitture di man propria di Iocto, come è nella ecclesia delle monache di Santa Clara: quale ecclesia è tutta pinctata di sua mano”.

Pietro Summonte 

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Foto: Salvatore Bertolino

martedì 20 settembre 2022

La Venere o Afrodite da Sinuessa


Venere o Afrodite da Sinuessa



Venere o Afrodite da Sinuessa

Ancora qualche giorno e la Venere di Sinuessa, o Afrodite, farà ritorno a casa, cioè il MAN –Museo Archeologico di Napoli-, in attesa di partire per qualche nuovo prestito. Sono passati i tempi in cui era esposta a far bella mostra di sé nella sala del Toro Farnese.

Acefala, priva degli arti superiori, la scultura è in marmo proveniente dalle cave dell'isola di Paro in Grecia, con un'altezza (la sola figura) di m. 1,75.  

"In antitesi al tipo muliebre di media statura, rappresentato dalla maggior parte delle Afroditi ellenistiche, quali la Medici, la Capitolina, quella da Cirene ed altre, la statura maggiore del naturale della (Afrodite) Sinuessana sembra corrispondere all'ideale omerico della divinità, ed all'ideale femminile dell'arte classica"


Gennaro Pesce, L'Afrodite da Sinuessa, 1939, p.9



E’ la seconda volta che questa importante opera di scuola ellenistica rientra nella Città che la vide tornare, fortuitamente, alla luce dopo quasi due secoli durante i quali era rimasta sepolta ed avvolta dall’oblìo; la prima volta nel 2006, per alcuni mesi, e quest’anno, 2022, per circa due mesi durante i quali ha visto un notevole afflusso di pubblico suscitando un grande interesse. 

 


Venere o Afrodite da Sinuessa


Venere o Afrodite da Sinuessa


Mi piace pensare che in un futuro non tanto lontano, e per interessamento dei nostri amministratori, la Venere possa fare un definitivo ritorno a casa. 

Ciò alla luce del progetto “100 opere tornano a casa”, fortemente voluto dal ministro Dario Franceschini, per promuovere e valorizzare il patrimonio storico artistico e archeologico italiano conservato nei depositi dei luoghi d’arte statali, un progetto a lungo termine che mira a valorizzare l’immenso patrimonio culturale di proprietà dello Stato.

Un “ritorno a casa”, nel luogo in cui fu rinvenuta, per integrare le collezioni del Museo Civico Archeologico “Biagio Greco”  e per dar vita ad accostamenti interessanti capaci di favorire l’apertura del Museo verso nuovi pubblici.


Ecco come ci descrive il ritrovamento Gennaro Pesce nella sua monografia L'Afrodite da Sinuessa, anno 1939

 

Questa scultura fu scoperta fortuitamente il 25 gennaio 1911 da due contadini che dissodavano la terra per piantare una vigna, nel podere detto Casella di Schiappa, situato a due chilometri in linea d’aria a nord dell’abitato di Mondragone, sulle pendici occidentali del monte Petrino, a circa 80 metri sul mare nella contrada detta Monte Vergine o Colombrello.
Tale podere copre le rovine di antiche costruzioni, che presentano i caratteri tipici di un impianto di villa romana, forse degli ultimi tempi repubblicani, elevata sul declivio di una collina dominante la via Appia, in posizione amenissima, ben riparata dai venti, rivolta a mezzogiorno, prospiciente la pianura sinuessana e il mare, con terrazze digradanti a scaglioni, delle quali almeno una, la più vasta, doveva esser cinta da porticati. In fondo a questa terrazza, alla profondità di circa 60 centimetri dal piano di campagna, il piccone di un contadino colpiva un pezzo di marmo, asportandone delle schegge. Insospettito dalla presenza e dall’aspetto di una pietra, insolita per quei terreni, il bravo giovane si diede cautamente ad isolare il pezzo, liberandolo dal terriccio. Appariva così il torso nudo di una grande statua muliebre; trovandosi collocata obliquamente nella terra, le spalle in alto, queste inevitabilmente ai primi colpi dello ignaro sterratore. Il tronco, acefalo e senza braccia né gambe, poggiava obliquamente sopra un altro gran pezzo di scultura, rappresentante due gambe panneggiate. Si trovarono, inoltre, frammenti di braccia e di mani; e lo scopritore ricorda di aver notato che perni di ferro erano incastrati in alcuni di quei monconi, internamente, nel senso della lunghezza. La testa non si trovò.
………………

Avvertito dal sindaco di Mondragone, il soprintendente Spinazzola inviava sul posto, il 13 febbraio, l’ispettore Macchioro il quale, probabilmente a causa delle incrostazioni calcaree, onde erano rivestiti alcuni dei frammenti marmorei, e specialmente il torso muliebre nudo, non potè procedere subito, in quella prima visita, ad una esatta valutazione delle sculture e le lasciò in temporanea custodia allo Schiappa, proprietario del podere, proponendosi di esaminarle accuratamente e magari di estendere le ricerche archeologiche in quel terreno, in una seconda visita da farsi il più presto possibile.




L'Afrodite da Sinuessa
Monografia di Gennaro Pesce, 1939

lunedì 10 dicembre 2018

Urban Feel. La Mostra fotografica di Luca Fastampa su New York



Una volta che siete vissuti a New York per qualche tempo e la città è diventata casa vostra, non c'è altro posto altrettanto bello. Qui si concentra tutto, popolazione, arte, teatro, letteratura, editoria, import, affari, assassinii, aggressioni di strada, lusso, povertà. E tutto di tutto. Va avanti tutta notte, è instancabile.
-John Steibeck-



Un grande manifesto con lo skyline della Grande Mela all'ingresso del settecentesco portale in marmo locale di Palazzo Tarcagnota accoglie il visitatore alla Mostra fotografica "New York Urban Feel" che Luca Fastampa ha allestito nella sua Città.
La mostra è ospitata in un locale al piano terra dell'edificio divenuto polo culturale di Mondragone, un tempo scuderia o deposito dell’imponente edificio proprietà della famiglia Tarcagnota, oggi acquisito al patrimonio comunale. 
Un allestimento, molto ben curato, che si configura come un cantiere edile in cui i lavori siano stati temporaneamente sospesi e le foto di Luca abbiano per un momento occupato gli spazi. 

Scorci di paesaggi urbani e frammenti di vita quotidiana, brandelli di murales, vagabondi, monumenti, vetrine, scorci di strada, passando attraverso l'occhio e la Nikon d750 di Luca Fastampa sono divenute emozioni.

"E' un vero piacere poter scrivere di Urban Feel, un progetto artistico di Luca Fastampa, che nasce dalle nostre conversazioni e dalle ricerche avvenute prima nell'atelier "Studio 21" e poi nella Grande Mela.
New York ci ha ipnotizzati e ispirati, prima ancora di andarci. Urban Feel è la materializzazione di un progetto nato nel 2015, che ha finalmente preso forma e colore, su carta fotografica e su tela. Luca ha cercato di cogliere le sensazioni che si respiravano nell'aria; ha reso con calore e perizia tecnica l'anima di una città magica. I suoi scatti hanno immortalato persone e cose, movimenti e colori, anima e corpo di una metropoli viva, che ti entra nel sangue e ti toglie il respiro."

Pasquale Sorrentino
dalla prefazione al catalogo della Mostra 



Luca Fastampa è nato a Formia (LT) nel 1980.
Figlio d'arte, si appassiona alla fotografia già da bambino, frequentando gli studi fotografici di famiglia, per apprenderne le tecniche e le infinite possibilità di creazione artistica.
La sua carriera è iniziata con la fotografia analogica, per poi passare al digitale.
Si diploma nel 2001 presso l'Accademia fotografica Altieri di Roma, con la quale ha collaborato a diversi progetti nel campo della pubblicità e della moda.
Ha partecipato con successo a varie mostre fotografiche, in Italia e all'estero: tra le più importanti si ricorda la XVI edizione di "Arte e motori" di Riccione -dove espone il reportage London- e a Cracovia al concorso internazionale Urban Contest.
Particolarmente esperto e appassionato della camera oscura -dove per anni ha prodotto immagini artistiche in bianco e nero- si contraddistingue per una fotografia istintiva e naturale.
Le sue foto sono pubblicate su importanti riviste e testate giornalistiche locali e nazionali.
Vive ed opera a Mondragone (Caserta).

La biografia è stata tratta dal Catalogo della Mostra



Un grazie di cuore all'amico Cosimo Antitomaso per la concessione all'uso delle foto.



  






domenica 1 ottobre 2017

Continua l'Anteprima di Autunno Musicale nello splendido scenario della millenaria Basilica di Ventaroli di Carinola

Ancora due magiche serate all'insegna della Musica Classica & dell'Arte.



La Direzione dell'Evento "AUTUNNO MUSICALE" ha infatti deciso di allungare la durata dell'Anteprima che ha già visto lo svolgimento in questo magnifico contesto che è la Basilica di santa Maria in Foro Claudio, di tre spettacolari serate con i maestri Paolo Bordoni, Alberto Lodoletti e l'ungherese Zsuzsa Kollar.

Continua pertanto anche la Mostra fotografica "Memoriae Viventes" a cura di Marinella Pompeo, Michele Pagliaro, Salvatore Bertolino, Cosimo Antitomaso, Beniamino Di Marco e Giuseppe Iannotta che sta riscuotendo un notevole successo di pubblico e di critica.







7 OTTOBRE 2017
Aleksandra Žvirblytė
Musiche di Chopin, Scriabin, Prokofiev, Debussy, Liszt

La pianista Aleksandra Žvirblytė ha iniziato la sua carriera vincendo premi in numerosi concorsi della gioventù, e all'età di 14 anni, ha dato il suo primo concerto da solista. Premiata al Concorso Pianistico Internazionale m.K Ciurlionis (Vilnius 1986 1991),  Y.K.A.A. Concorso Pianistico Internazionale (Oberlin, USA, 1991), e riconosciuta essere la migliore al Concorso Pianistico N. Rubinstein Internazionale di Parigi (1999).
Aleksandra Žvirblytė ha completato i suoi studi presso la Lithuanian Academy of Music e studi post-laurea presso il famoso Conservatorio P.Tchaikovsky a Mosca. Ha studiato con docenti di fama come Lev Vlasenko, Mikhail Pletniov, Nikolai Suk, Olga Steinberg.
Nel corso degli anni si è esibita in tutte le principali città e cittadine della Lituania, in Danimarca, Svezia, Francia, Finlandia, Spagna, Polonia, Germania, Ucraina, Svizzera, Stati Uniti d'America. Grading St. San Pietroburgo, Mosca, Ucraina, Lettonia, Estonia, Bielorussia, Bulgaria, Kazakistan.
Si è esibita con l’Orchesta da Camera lituana, la Lituania National Symphony, la Filarmonica di Kharkov, il San Pietroburgo Conservatorio Symphony, il Conservatorio bulgaro Symphony Orchestra ed altri sotto la direzione di Saulius Sondeckis, Gintaras Rinkevicius, Juozas Domarkas, Robertas Servenikas Mindaugas Piečaitis, Alvydas, Pavel Berman, Christo Christov, Aleksei Kolobuchin Oliver Weder e altri.
Aleksandra Žvirblytė è uno dei primi interpreti di molti nuovi pezzi di compositori lituani.

Divide il suo tempo tra la vita di pianista ed il lavoro presso l'Accademia lituana di musica, dove lavora come professore di Piano.


8 OTTOBRE 2017
Duo Fortecello 
Anna Mikulska & Philip Argenty
(violoncello & pianoforte)
Musiche di Fauré, Nin, Bloch, Servais, Despic, Bartok, Chopin, Tchaikovsky


Anna Mikulska nel 2007 studia Parigi alla Scuola Normale di Musica di Parigi nella classe di Paul Julien. Ha ricevuto il consenso di grandi violoncellisti come Anner Bylsma, Arto Noras o Franz Helmerson tra gli altri.
Dal 2005, si è esibita come solista al fianco dell'Orchestra Sinfonica della Cracovia Music Academy Orchestra e Giovane Filarmonica di Cracovia.
È anche un partner privilegiato di musica da camera, quartetto, trio, quintetto e duetto. Ha fatto parte parte del Quartetto Reale Cracovia in Polonia 2007-2009 e del Quartetto Volubilis nel 2011.

Ha fatto anche parte dell'Orchestra del grande violinista inglese Nigel Kennedy "Orchestra of Life", con cui parteciperà a un tour europeo di oltre 30 date nelle sale più prestigiose d'Europa: Berliner Philharmoniker, Royal Albert Hall Londra, Palais des Congres de Paris, Philharmonies di Colonia e Monaco, ecc ...
Dal suo arrivo in Francia, lavora regolarmente con l'Orchester de Limoges e Limousin.

Nel 2015 e nel 2016 ha svolto diversi tour europei con il pianista Philippe Argenty (Duo Fortecello). Il loro primo album "Il giro del mondo in violoncello e pianoforte Opus 1" è stato inciso nel mese di luglio 2015 e il secondo inciso nella primavera 2017.

Il Duo Fortecello è stato presente anche in festival prestigiosi 2016-2017: Musica Festival di Sant Pere de Rodes (Spagna), Art Duo Festival a Roma (Italia), Alba Music Festival di Alba (Italia), tra gli altri.

sabato 30 settembre 2017

6 fotografi per Ventaroli, l'avventura continua... Prorogata per altre due serate l'Anteprima dell'Autunno Musicale con la Mostra di Fotografia "Memoriae Viventes"

(da sinistra: Beniamino Di Marco, Cosimo Antitomaso, il maestro Alberto Lodoletti, Giuseppe Iannotta, Marinella Pompeo, Michele Pagliaro e Salvatore Bertolino)



La notizia è arrivata ieri sera in quella che era l'ultima serata dell' Evento Suoni & Luoghi d' Arte a Ventaroli di Carinola. Anteprima dell' Autunno Musicale e Mostra di Fotografia "Memoriae Viventes".
Il concerto della pianista ungherese Zsuzsa Kollar non sarebbe stato l'ultimo di quelli previsti.
Una proroga è stata decisa dalla direzione artistica dell'Associazione "Anna Iervolino" di Caserta di concerto con la Pro Loco di Carinola per cui l'Evento continua con altre due serate e precisamente il 7 ed 8 ottobre 2017.






giovedì 21 settembre 2017

Mostra fotografica “Memoriae viventes”: conosciamo gli autori.

E’ stata inaugurata lo scorso 15 settembre, e rimarrà visitabile ancora sabato 7 ottobre e domenica 8 ottobre 2017, la Mostra fotografica “Memoriae viventes” allestita nella medievale Basilica di Santa Maria in Foro Claudio a Ventaroli di Carinola.
Una mostra dal titolo apparentemente classico e, agli occhi di alcuni persino usuale, ma che rimane fondamentale e, direi, necessaria per la conoscenza di luoghi, fatti e persone del nostro territorio e del nostro passato.
Vi è il fondato rischio che, in un’epoca di globalizzazione e di degrado civile, scompaia la memoria storica e si distrugga la scenografia naturale di beni ambientali, architettonici e culturali della nostra Italia.
Ha detto Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte: 
“L’apatia dei cittadini è la migliore alleata dei predatori senza scrupoli”.  
Dobbiamo sentirci quindi depositari e custodi dei luoghi dove viviamo, dei fatti, degli avvenimenti e della storia che questi luoghi custodiscono. Per questo dobbiamo conoscerli.

Questo lo spirito di “Memoriae viventes” !


La realizzazione della Mostra è stata possibile grazie alla Pro Loco di Carinola che l’ha ospitata nelle cinque serate di Anteprima di "Autunno Musicale", rendendo così possibile un connubio tra Arte & Musica.





Conosciamo meglio gli autori che partecipano alla Mostra:

Salvatore Bertolino
curatore del blog "Monte Massico ed il territorio tra i fiumi Garigliano e Volturno"; da tempo impegnato nella promozione e nella divulgazione  della conoscenza del territorio.
I suoi scatti raccontano di “piccoli borghi", scrigni che custodiscono storia, tradizioni, cultura e gastronomia della nostra Bella Italia.



Marinella Pompeo
pittrice campana, amante dei luoghi d’arte e della storia che questi custodiscono.
Espone scatti che rilevano la luce mistica di "tesori nascosti”, meritevoli di maggior attenzione e quasi sempre inaccessibili al pubblico.



Beniamino Di Marco
ex insegnante, noto per la sua cultura storico-letteraria. Si è avvicinato all’arte fotografica mosso dall’empatia per le interazioni sociali ove si percepisce la sua formazione umanistica.
Nei suoi scatti immortala momenti di pathos, con scene del quotidiano e attenzione per il particolare.



Giuseppe Iannotta
collaboratore ATA e dedito alla fotografia.
Nei suoi scatti la vita che celebra le persone e il luogo natìo, Ventaroli di Carinola.
Testimonia tradizioni di “vetuste vestigia”, come la Basilica romanica di Santa Maria in foro Claudio, raccontata dalla penna di Matilde Serao, scrittrice e cofondatrice de Il Mattino.
Ella descrive la sua infanzia rincorrendo le fantasie di fanciulla. Con lo stesso intento Giuseppe immagina che possano concretizzarsi nei nostri giorni come realizzazione della gioia di vivere.



Cosimo Antitomaso
insegnante di musica con la passione per la fotografia.
Espone nei suoi scatti “le cattedrali nel deserto” come denuncia degli scempi sul territorio campano. Contemporaneamente e in contrasto con temi impegnativi, predilige scatti di “street photography” di luoghi vivaci e ricchi di tradizioni.



Michele Pagliaro
fotoamatore con la predilezione per la “urban street”, mette in mostra alcuni scatti realizzati in situazioni reali e spontanee di vita quotidiana .
I protagonisti sono parte integrante di luoghi disabitati o poco noti e li rianimano con luce viva.